Quante volte abbiamo sentito pronunciare il detto “buon sangue non mente”? Molte, probabilmente, ma questa è una circostanza che si addice perfettamente al proverbio. Il talento sembra scorrere nel sangue della famiglia Danilovic. Da Sasha, campione di basket negli anni ’90, ad Olga, prima campionessa WTA nata negli anni 2000.
Chi segue da vicino il circuito juniores conosce bene Olga Danilovic, una delle giovanissime da sempre più promettenti. Alta 183 centimetri, mancina, potente e con una grinta da far paura. Tutti gli elementi che servono per emergere in uno sport come il tennis. Ma nessuno si aspettava un titolo nel circuito maggiore così presto, a soli 17 anni, soprattutto dopo aver perso nelle qualificazioni da Paula Badosa Gibert.
La sconfitta subita a Mosca era anche comprensibile, d’altronde si parla sempre di una classe 2001 che ha perso in un torneo International da una giocatrice più esperta di lei. La fortuna ha voluto che Danilovic venisse ripescata come lucky loser contro la ormai ex promessa del tennis slovacco Anna Karolina Schmiedlova. Vittoria piuttosto agevole, forse aver pensato di essere stata ripescata nonostante la precedente sconfitta le ha tolto ogni pressione. 7
Olga non si è accontentata, perché alla vittoria su Schmiedlova segue quella su Kanepi e Goerges, sempre in due set. La semifinale era già un pezzo di storia, perché sia Danilovic che Potapova sono le prime due giocatrici nate nel 2001 a raggiungere questo risultato.
I problemi sono arrivati in semifinale contro Aliaksandra Sasnovich, vinta solo per 7-5 al terzo set, e in finale contro la coetanea Anastasia Potapova, wild card locale.
Entrambe le giocatrici si sono ritrovate in una situazione molto complicata. Sapere di giocasi la prima finale WTA contro una coetanea è un’ottima occasione per vincere. Ma è lì che sorge subito la tensione, che oggi a tratti la Danilovic sembrava non riuscire più a gestire. Dopo il match point del secondo set buttato via con un doppio fallo, la serba ha sprecato anche un vantaggio di 2-0 nel terzo. Il match è svoltato sul punteggio di 3-4* 40-0 sul servizio della Potapova. Se la russa avesse sfruttato una delle tre palle game probabilmente sarebbe riuscita a conquistare la prima edizione del torneo International di Mosca, ma in quell’istante è scattata una reazione nella Danilovic. Con tutto il pubblico visibilmente contro, ha iniziato a macinare vincenti e a sfruttare gli errori dell’avversaria, mostrando una grinta da vendere.
Per il bene del tennis non possiamo che sperare che questo sia solamente il primo di tanti successi, ma è difficile fare pronostici adesso. I presupposti per una grande carriera ci sono, ma la speranza è che Olga Danilovic non sia uno di quei casi di precocità che non porta risultati a lungo termine. Uno degli esempi più recenti è quello di Eugenie Bouchard, ma ogni caso va a sé. Ciò che possiamo affermare con certezza è che a soli 17 anni e 5 mesi la serba è vicinissima alla top 100, la più giovane under 18 nel ranking WTA.