Pagellone Australian Open: Osaka da lode, splendono Brady e Muchova

Il primo Slam della stagione ci ha dato tante sorprese, ma il nome della vincitrice è una certezza. Naomi Osaka trionfa su Brady, ma vediamo insieme i voti di tutte le grandi protagoniste di queste due settimane.

Naomi Osaka: 10 e 4 lodi
Non basterebbe una sola lode per questa Naomi Osaka: spaventosamente forte, mentalmente d’acciaio. Agli ottavi è venuta a capo di una situazione potenzialmente letale, annullando match point a Garbine Muguruza e marciando poi senza pietà verso il titolo. Ha demolito Hsieh, Williams e Brady senza mai tremare e ha conquistato lo Slam, il quarto degli ultimi 6 giocati sul cemento. Non perde un match sul campo dalla sfida di Fed Cup contro la Spagna ad aprile. Provate a fermarla, se ci riuscite.

Jennifer Brady: 9,5
Il tempo per considerarla una sorpresa è ormai finito. Jennifer Brady su cemento è fortissima e non solo quando gioca in casa. Agli Us Open si era issata fino alla semifinale, perdendo sempre da Osaka, e qui a Melbourne ha confermato tutti i progressi fatti. Ha giocato dalla sua un tabellone tutt’altro che irresistibile, con Vekic e Muchova uniche teste di serie sfidate per arrivare all’atto conclusivo. La finale l’ha persa in un unico punto, sul 4 pari del primo set, quando ha avuto una palla break per andare a servire per il parziale. Non perdetela d’occhio, perchè ha la top10 a portata e tanta fame di vittoria.

Serena Williams: 9
Il 24esimo Slam non è arrivato, ma meno di 9 non si può dare a Serena. A quasi 40 anni fa un’ottima preparazione invernale, diventa più rapida e torna anche a giocare in fase difensiva, molto più efficace di quanto si creda. Ha saputo lasciare le briciole nei primi match, poi batte di seguito Aryna Sabalenka e Simona Halep, arrendendosi solo in semifinale a Osaka. Il saluto ai fan e la conferenza stampa sono stati commoventi, e l’idea che questa possa essere l’ultima trasferta australiana di Serena si fa sempre più concreta. Meglio non pensarci, e goderci ancora per un po’ il suo meraviglioso tennis.

Karolina Muchova: 9
È stata una delle grandi sorprese di questi Australian Open, ma in realtà è da tempo che il circuito si aspetta il suo exploit. Nel 2019 era arrivata con prepotenza tra le migliori al mondo, volando a fine anno anche all’Elite Trophy di Zhuhai, ma confermarsi nel 2020 non è stato affatto facile. Un gioco vario il suo, che passa dalla potenza al tocco vellutato nel giro di pochi attimi, e per funzionare ha bisogno che tutti i pezzi siano al loro posto. Regina delle rimonte, contro Pliskova era sotto 3-5 nel primo set e 0-5 nel secondo ma è riuscita comunque a chiudere in due parziali, mentre con Barty era sotto di un set e break prima di iniziare la risalita. Ora gli obiettivi per il 2021 sono 3: trovare maggiore continuità, spingersi avanti anche su terra e lasciare tutti a bocca aperta a Wimbledon. Vedremo in che modo saprà stupirci Karolina.

Jessica Pegula: 8,5
Se lo merita un 8 e mezzo, anche perché nella parte alta una buona parte del lavoro sporco lo ha fatto lei. Victoria Azarenka lo sapeva di aver avuto parecchia sfortuna nel sorteggio, perché Pegula negli ultimi due anni ha saputo mettere in campo un tennis solido ed efficace, ma era davvero difficile immaginare che Jessica non solo avrebbe battuto Vika, ma che avrebbe anche eliminato Elina Svitolina per farsi strada fino alla sua prima semifinale Slam. Mette paura per un set a Brady, poi cala al servizio e finisce col perdere. L’avviso, però, è chiarissimo: da adesso in poi Pegula va sempre considerata quando si gioca sul cemento, specialmente negli USA, come a Miami o a New York.

Simona Halep: 6,5
È arrivata ai quarti Simona Halep e si è arresa ad una scatenata Serena Williams, ma ci sono tanti problemi attualmente nel suo gioco. Al secondo turno contro Tomljanovic è stata fallosa e remissiva, salvandosi solo grazie alla scarsa freddezza di Ajla al momento di chiudere. Contro Serena ha giocato sempre al centro, spesso neanche profondo, ha servito sotto ai suoi soliti livelli, venendo così costretta a iniziare ogni scambio in difesa. Non ha saputo neanche mettere in campo la sua grinta, sprecando un vantaggio di 3-1 nel secondo parziale e uscendo mentalmente dal match all’improvviso. Se vuole essere competitiva su cemento in questo 2021 dovrà tornare più aggressiva e propositiva, ma a prescindere è molto probabile che sarà protagonista poi sulla terra rossa.

Ashleigh Barty: 6
La padrona di casa sembrava la grandissima favorita almeno della parte alta del tabellone, e poteva giocarsela poi alla pari con Naomi Osaka, ma le cose sono andate diversamente. Arrivata ai quarti, è rimasta vittima del gioco di Muchova, facendosi rimontare dopo un chiacchierato MTO della sua avversaria. Barty si è confermata una grande signora fuori dal campo, addossando ogni responsabilità a sé stessa e alla propria concentrazione. Il tennis espresso è buono, anche se non eccellente, ma il voto è basso perché per come si erano messe le cose, sembrava davvero essere l’occasione giusta per volare in finale per la prima volta a Melbourne. Sarà comunque una delle grandi protagoniste del 2021, questo è poco ma sicuro.

Karolina Pliskova: 5
Non stupisce che sia lei una delle delusioni di questi Australian Open. La ceca aveva illuso tutti superando Danielle Collins al secondo turno, la stessa Collins che l’aveva battuta una settimana prima. Ma, appunto, si trattava solo di un’illusione e la Pliskova a cui ci siamo abituati nell’ultimo anno è tornata e contro Muchova ha mostrato tutta la fragilità mentale che la contraddistingue. Accanto a lei al momento c’è Bajin, ma è molto probabile che se il rendimento non dovesse aumentare nei prossimi mesi, ci sarà un altro cambio di coach.

Victoria Azarenka e Sofia Kenin: voto sospeso
Difficile dare un voto ad Azarenka e Kenin. Entrambe sono uscite prematuramente, anche se Pegula dopo aver battuto Vika è volata fino ai quarti mentre Kanepi, giustiziera di Kenin, ci ha abituati nel tempo a prestazioni superlative e non si è mai fatta scrupoli nel battere top player. Ma il vero motivo per cui è necessario sospendere il giudizio è che sono state influenzate da problemi fisici. Kenin ha annunciato di essere stata operata per appendicite qualche giorno dopo la sconfitta con Olivia Gadecki, nel WTA 250 giocato sempre a Melbourne. Azarenka invece ha chiesto un MTO durante il match con Pegula e ha preferito ritirarsi dagli appuntamenti successivi. Ancora non si nulla delle sue condizioni, ma speriamo di poter rivedere presto in campo entrambe.

 

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