Serena Williams, oltre ad essere (parere personale) la più forte giocatrice che abbia mai calcato un campo da tennis, è anche, volente o meno, un grande personaggio. C’è qualcosa di estremamente interessante ed intrigante nella sua gestione, da un anno a questa parte, della stagione agonistica.
PAUSA – Comparsate Slam, iscrizioni e ritiri, lunghe pause di riflessione riempite con sfilate e cabaret. Dal mio piccolo televisore percepisco un’indifferenza totale nei confronti del mondo che per più di un decennio si è trovata a governare. Non credo nella stanchezza di Serena e non ci crederò mai. Stiamo parlando di una diva, e le dive amano stare sotto i riflettori. Le colleghe lottano, sudano, macinano chilometri su chilometri contendendosi i titoli più prestigiosi. Tutto questo mentre lei, dallo schermo di un iPhone, le osserva garbatamente, ritirandosi in un estenuante ma perfettamente studiato silenzio stampa.
ALLA RICERCA DI UNA LEADER – La sua assenza, per quanto assurdo possa sembrare, la rende ancora più protagonista. “Eh, ma se ci fosse Serena”. I giornalisti, inconsciamente, catalizzano l’attenzione su di lei, mettendo in secondo piano le imprese sportive delle altre, che ancora combattono per raggiungere la fama. Effettivamente, inutile negarlo, la sua assenza pesa gravosamente sulla condizione attuale della WTA, dove, dopo di lei, manca a tutti gli effetti una leader di gioco e personalità (Maria torna presto, grazie), che attragga in qualche modo le attenzioni di pubblico e stampa. Ci vorrebbe una Navratilova, o una Evert, ad esempio, o più semplicemente, citando il geniale Gianni Clerici, “avremmo tutti bisogno di un’altra sorella”.
COME LE STAR – Mettete da parte, per un secondo, il naturale astio che provate nei suoi confronti dovuto spesso, da ciò che si legge, a mancanza di grazia e femminilità (accuse lanciate dagli stessi che tifano Kerber, magari. Brivido). Serena infiamma la WTA, la rende viva, interessante ed attraente, inserendo un po’ di colore in un panorama grigiastro e scialbo. E la sua assenza non è dovuta, come dice Pat Cash, dalla perdita di solidità mentale. Serena, da buona donna di spettacolo quale è, si sta soltanto facendo aspettare. E noi la aspetteremo, non ci sono dubbi.