La doppia vita di Paula Vieira Souza: arbitro e mamma nel circuito della WTA

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Paula Vieira Souza è una delle giudici di sedia più importanti del panorama internazionale di tennis. Nel 2018 ha ottenuto un badge d’oro ovvero il più alto riconoscimento che può essere riconosciuto a chi opera ad alti livelli nella sua categoria.

Una pioniera in tutto e per tutto considerando che è l’unica donna dell’America Latina ad aver raggiunto questo obiettivo. Ma la sua carriera nel tennis è iniziata molto prima: “Ho iniziato a giocare che avrò avuto all’incirca 10 anni ma subito ho capito che non ero portata, per carattere, alla competizione. Giocavo solo per divertirmi anzi, visto che lo faccio ancora, gioco per divertirmi”.

E visto che l’agonismo non faceva parte di lei ma le sue doti non sono sfuggite agli addetti ai lavori le è stato proposto di provare ad arbitrare qualche gara: “Mi hanno detto se mi sarebbe piaciuto provare e ho accettato”.

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Photo by Bruce Adler/NJTL Bronx Open

Un futuro che sembrava scritto per tutti ma non per lei che nel racconto al sito della WTA svela come è diventata giudice di sedia: “Mi sono iscritta a 17 anni ad una scuola nazionale per diventare ufficiale di gara di tennis, a Porto Alegre, la mia città natale”.

Per Paula Vieira Souza però la strada non è stata semplice: “Non c’erano tanti punti di riferimento, ed ancora più difficile era trovarli al femminile, adesso le ragazze che vogliono intraprendere questa strada possono contare su di me”. 

Un aiuto concreto reso più facile dall’uso della stessa lingua e dalla provenienza: “Voglio dare loro la stessa opportunità che è stata data a me ormai parecchi anni fa. Voglio essere di supporto e il fatto che vengano quasi tutte dal Brasile è un vantaggio nella comunicazione”.

La situazione in America Latina è molto diversa rispetto a 10 anni fa” ha dichiarato la giudice di sedia e anche il programma di sviluppo della WTA è davvero buono: “Sta crescendo anno dopo anno. Quest’anno una mia ragazza ha raggiunto il badge di bronzo e ne sono orgogliosa”.

Ma adesso a fermare a casa Paula Vieira Souza adesso non è solo la pandemia del covid-19. Da poco tempo è, infatti, diventata mamma della piccola Bethania: “Non sono mai stata così tanto a casa. Probabilmente l’ultima volta è stato quando avevo 20 anni”. 

Il richiamo del campo è stato troppo forte per lei che però può contare sull’aiuto e il supporto del marito Fabio Souza – anche lui giudice di sedia – e della mamma. Ma oltre loro ci sono davvero tante “zie acquisite”, le sue colleghe, a darle un supporto: “Mi mancava stare in campo, sentivo proprio il bisogno di tornare. Durante il tour trascorriamo tanto tempo insieme agli altri arbitri che diventiamo una famiglia e tante cercano Bethania per giocare con lei”.

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E pensare che quando era incinta quasi nessuno se ne era accorto: “Ero al quinto mese e sono volata in Cina senza che nessuno o quasi lo sospettasse. Fortunatamente sono sempre stata bene e forse i miei colleghi si sono sorpresi un po’ quando mi hanno visto arrivare con una bambina in braccio”.

Ovviamente non è la sola ad esser contemporaneamente mamma e arbitro. Con lei anche Louise Azemar Engzell ed Eva Asderaki-Moore. Loro due sono state di grande supporto, in particolare modo i primi tempi: “Erano entusiasta per me e mi chiamavano spesso per sapere come stavo e come stava andando”.

Uno stile di vita fatto di lunghi viaggi e continui spostamenti che solitamente non si addice ad un neonato o comunque ad un bambino ancora piccolo. Ma per Bethania questa è la normalità: “Siamo fortunati lei è calma e non piange quasi mai. Non le serve quella routine che di solito necessitano i suoi coetanei”.

Ovviamente far combaciare tutti gli impegni, sul campo e con la piccola, non è facile. Paula Vieira Souza però vuole esser d’ispirazione anche per le sue colleghe: “È possibile diventare mamma e continuare la propria carriera. È vero può essere stancante ma è bello stare in tournée con Bethania”.

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