Pechino, Masha e Petra a caccia del titolo e verso la prima posizione mondiale

Siamo ormai giunti all'atto conclusivo del Premier Mandatory di Pechino. Le due campionesse che si contenderanno il titolo sono Petra Kvitova e Maria Sharapova.

Siamo ormai giunti all’atto conclusivo del Premier Mandatory di Pechino. Le due campionesse che si contenderanno il titolo sono Petra Kvitova e Maria Sharapova.
Da una parte, la siberiana ha confermato la sua ottima forma, dopo tre mesi un po’ sottotono, rifilando un 6-0 ad Ana Ivanovic (ai quarti aveva fatto lo stesso contro Svetlana Kuznetsova) e riuscendo a vincere un secondo set molto più lottato grazie alla sua determinazione indefessa.
Dall’altra la ceca, la quale sta vivendo uno dei suoi migliori periodi della carriera: la n. 3 del mondo ha confermato che la vittoria a Wimbledon non è stata solo una felice parentesi, dimostrando di essere tornata a tutti gli effetti ai livelli del 2011. Visibilmente dimagrita, Petra è diventata molto più solida e resistente in difesa e più lucida nel gioco d’attacco, che spesso la tradiva in una serie molteplice di errori, compromettendo partite già vinte. La tennista di Bilovec è migliorata soprattutto a livello mentale, acquisendo una consapevolezza e un killer instinct che ha confermato anche oggi, durante il difficile match contro la ritrovata Samantha Stosur.

Dopo il successo londinese, Petra ha mostrato anche continuità, se si esclude il passo falso agli Us Open (sconfitta al terzo turno contro Aleksandra Krunic), vincendo a New Haven e a Wuhan, la settimana scorsa. Il raggiungimento della finale qui a Pechino le permette di scalare nella race e salire al terzo posto, ai danni della rumena Simona Halep, attualmente in preda a un infortunio all’anca, e a pochi punti dalla Sharapova.

Ipotizzando l’assenza di Serena Williams dal Masters di Singapore (anch’essa afflitta dai problemi fisici), le due prime candidate alla vittoria dell’ultimo torneo dell’anno e, cosa più importante, ai primi due posti della posizione mondiale, sono proprio le due finaliste del torneo cinese. Masha attualmente ha 6.330 punti nella Race; se vincesse domani volerebbe a 6.680 punti, cioè a circa 500 dal punteggio di Serenona, ferma a quota 7.146. Petra, invece, ha 5.597 punti e in caso di trionfo a Pechino salirebbe a 5.947, a circa 1.200 punti dalla primatista mondiale.
Considerando che ai Wta Championships si possono conquistare un massimo di 1.500 punti (in caso di vittoria di tutte le partite, comprese quelle del Round Robin), Maria è ancora perfettamente in lizza per agguantare il primo posto entro fine anno. 
Questo traguardo è meno fattibile, invece, per Kvitova, ma di certo non impossibile. Petra, infatti, giocherà nel torneo Premier di Mosca e, ovviamente, al Masters, per un totale di 1.970 punti che potrebbe potenzialmente conquistare, superare così la Williams sperando in scarsi risultati di Maria.

Tornando a Pechino, si può affermare che gli organizzatori non avrebbero potuto sognare una finale migliore. Le due tenniste sono attualmente quelle più in forma del circuito. Dando un’occhiata ai precedenti, la russa è avanti 5 a 2 (quest’anno ha battuto la ceca nei quarti di Miami), ma Petra ha vinto la partita più importante e l’unica finale disputata tra le due, cioè quella di Wimbledon 2011, in modo nettissimo, fra l’altro.
Petra Kvitova domani è alla caccia del suo 15esimo trofeo, il quarto nel 2014, dopo il trionfo a Wimbledon, New Haven e Wuhan. Maria, invece, sogna il 32esimo titolo, il terzo della stagione dopo Stoccarda, Madrid e il Roland Garros.
Ci sono tutti i presupposti per una bellissima finale. Che vinca la migliore.
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WTA PECHINO – LE CRONACHE DELLE SEMIFINALI

Sam Stosur spreca e non approfitta di una Petra Kvitova stanca.
La ceca vola in finale ed è n. 3 della race ai danni di Simona Halep

Petra Kvitova raggiunge, per la prima volta in carriera, la finale del Premier Mandatory di Pechino, battendo la rediviva australiana Samantha Stosur con il punteggio di 63 57 62 in 2 ore e 23 minuti.
La partita è stata emozionante, piena di begli scambi e vincenti da entrambe le parti. Nota di merito per la trentenne di Brisbane, che ha messo in campo il tennis migliore della sua stagione, dopo un 2014 piuttosto deludente.
Ottima al servizio e molto aggressiva negli scambi, – un ottimo rovescio, suo tallone d’achille, con cui ha macinato numerosi vincenti – l’australiana è riuscita a prendere il controllo del gioco per lunghi tratti del match, ma ha pagato nei momenti cruciali, complice la sua ben nota fragilità mentale e, dall’altra parte, una Kvitova che, pur non giocando al massimo delle potenzialità, ha avuto il killer instinct da vera campionessa.
Kvitova è apparsa, comprensibilmente, molto stanca. La ceca non è mai stata un esempio di continuità e resistenza fisica. E’ naturale quindi che la n. 3 al mondo, una settimana dopo il torneo vinto a Wuhan e due partite disputate in terra cinese (ha però goduto di un giorno di pausa grazie al ritiro di Venus Williams), non sia al massimo della forma.
Per Petra questa è la seconda vittoria della stagione contro Sam Stosur, dopo quella ottenuta in semifinale a New Haven, la sesta in carriera.
Kvitova oggi raggiunge la 19esima finale in carriera, la quarta del 2014, e lotterà per conquistare il 15esimo titolo.
Ora Petra ha un intero giorno di riposo prima della finale, che disputerà domani contro Maria Sharapova.
Grazie a questo successo, la tennista di Bilovec scavalca Simona Halep nella Race per Singapore, avvicinandosi molto a Maria Sharapova, attualmente seconda.

La cronaca. La lotta inizia subito nel primo set, con un break per parte. Kvitova riesce a tenere il servizio e ad allungare 3 a 1, ma subisce la rimonta dell’australiana che piazza subito il controbreak e tiene il servizio, eliminando 3 palle break. Dal 3 pari si compie la reazione della vincitrice dell’ultimo Wimbledon, che mette in fila 3 game consecutivi (break nell’ottavo game ai vantaggi).
Nessun break, invece, nel secondo parziale, nonostante la Stosur abbia in totale ben 7 occasioni non sfruttate per strappare il servizio: 3 nel secondo game e 4 nel quarto, che però Kvitova annulla grazie alla fiducia acquisita in questi ultimi tempi, beneficiando anche della pavidità dell’avversaria quando è tempo di concludere. Stosur dal canto suo tiene facilmente i turni di battuta grazie all’ottimo servizio in kick e allo schema servizio-dritto che la rende, in alcuni momenti, praticamente ingiocabile. Sul 6-5 per Stosur, Kvitova riesce a salvare il primo set point grazie a un bellissimo dritto lungolinea, ma alla seconda occasione tira lungo e concede così all’avversaria la possibilità di giocarsi tutto al terzo.
Nel terzo Petra è visibilmente spossata: sbuffa e guarda con occhi torvi il suo box. Dal canto suo, invece, Sam sembra fresca come una rosa e tiene il primo game al servizio addirittura a 0. Alla battuta la ceca compie disastri e in un lampo è subito 0-40, con 3 occasioni di break per la n. 21 del ranking: grazie a un grande dose di forza d’animo (complice, però, anche un erroraccio della Stosur) la Kvitova le annulla tutte e tre e salva il servizio. Questo è un po’ il turning point della partita: incredula e delusa, Stosur, si spegne a poco a poco, lasciando spazio alla furia ceca, che non deve fare molto per aggiudicarsi il parziale. Sul 2 pari il primo break di Petra, alla terza occasione. Sul 4 a 2 arriva il secondo, a 30. Alla Kvitova non resta che chiudere al servizio e lo fa, con un ace, dopo aver annullato una, tutto sommato ininfluente, palla break.
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Maria Sharapova domina Ana Ivanovic, non si ripete la magia di Cincinnati

Non si ripete la magia della semifinale di Cincinnati, la più emozionante partita dell’anno che aveva visto le due scontrarsi tra mille colpi di scena.
Maria Sharapova ha sconfitto tutto sommato facilmente Ana Ivanovic, con il punteggio di 6-0 6-4 in un’ora e mezza e accede così alla sua prima finale 2014 in un torneo sul cemento.
La cronaca. Così differenti i due parziali: nel primo Masha gioca in modo perfetto e chiude in poco più di mezz’ora rifilando un sonoro 6-0 alla serba, mai entrata in partita.
Il secondo set è tutt’altra musica: le due si danno battaglia alla pari in un gioco avvincente e pieno di bellissimi punti e botte da orbi da entrambe le parti. Dopo un break per parte, Masha riesce a breakkare sul 4 pari, ma nel game in cui può servire per il match succede di tutto: 3 le palle del controbreak fallite da Ivanovic, tre i matchpoint sfumati da Masha a causa di errori che tradiscono un po’ di timore nei confronti dell’avversaria, memore di quanto successo a Cincinnati.
Alla terza occasione di controbreak per Ana, Masha lancia un dritto in cross che sembra out: Ivanovic si va a sedere, ma la siberiana chiede Occhio di falco, il quale mostra che la palla è dentro, seppur di pochissimo. Così Masha prende forza e con un ace si garantisce la quarta occasione per chiudere, che sfrutta grazie a un dritto inside out sparato in corridoio da parte della serba.

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