Flavia Pennetta conferma il suo feeling con lo Slam newyorkese e torna a convincere dopo un periodo travagliato. E pensare che ad inizio carriera gli Us Open rappresentarono per Flavia lo Slam più indigesto… .
di Lorenza Paolucci
Flavia Pennetta conquista il suo sesto quarto di finale Slam in carriera, il quinto a New York, dove difende la semifinale dello scorso anno. E’ questo il suo torneo, la California il suo ambiente, che sia il caos della Grande mela o la pace del deserto di Indian Wells, e soprattutto il cemento la sua superficie. E pensare che una volta lo slam newyorkese era il più indigesto per Flavia, poche ed anonime vittorie prima dei quarti del 2008. Flushing Meadows però rappresentò l’arena dove la Pennetta ripartì nel 2007, anno travagliato nel cuore e nel fisico, tanto da farle meditare il ritiro. Sempre a quell’anno risaliva l’ultimo precedente tra l’azzurra e l’avversaria affrontata oggi negli ottavi, l’australiana Casey Dellacqua, sconfitta allora nel torneo di Bangkok. Proprio in Thailandia Flavia cominciò la sua rincorsa verso l’olimpo del tennis, quando sconfisse anche l’allora campionessa di Wimbledon Venus Williams: una crescita tecnica, umana e professionale che l’ ha portata a 32 anni e dopo mille sventure ad essere ancora li tra le più forti, a rincorrere un sogno.
E con la più forte in assoluto se la vedrà per un accesso in semifinale, dove ad attenderla ci sarà Serena Williams, affrontata al medesimo varco già nel 2009. Comunque andrà giovedì, la brindisina è stata artefice di un ottimo torneo, brava nel vincere le partite da favorita, nel gestire la pressione della pesante cambiale della semi del 2013. Con Serena non avrà nulla da perdere e potrà lasciare andare il braccio, come non è ben riuscita a fare nelle precedenti partite, frenata dalla tensione.
E’ inutile dire che contro l’americana sembra una missione impossibile, ma se c’è un luogo dove Flavia sa compiere imprese, quello è proprio Flushing Meadows.