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Per Aryna Sabalenka il titolo a Mumbai sarà il punto di partenza verso traguardi prestigiosi?

Con la conquista del Wta 125K di Mumbai, per Aryna Sabalenka è arrivato non solo il primo titolo in carriera ma anche il best ranking. La giovane giocatrice bielorussa grazie ai 160 punti guadagnati in India ha fatto un balzo in avanti di 23 posizioni e oggi è numero 73. Un salto di qualità notevole in pochi mesi e, a differenza dello scorso anno, Aryna entrerà direttamente in tabellone agli Australian Open. Una data che ha segnato la svolta nella carriera della Sabalenka c’è ed è riconducibile a una domenica di metà ottobre, quando le ambizioni di una ragazza alla prima finale Wta si incrociano con la fame di rivalsa di un mostro sacro della storia del tennis: Maria Sharapova.

TIANJIN, MUMBAI, LA FED CUP E IL FUTURO – Il 15 ottobre a Tianjin il mondo del tennis celebra il ritorno al successo di Maria Sharapova, ma non può fare a meno di lustrarsi gli occhi per il coraggio, la mancanza di timori reverenziali di Aryna Sabalenka, 19 anni compiuti il 5 maggio, che non ci sta a interpretare il ruolo di comprimaria e vittima sacrificale. Se Masha intende afferrare quel trofeo dovrà sudare e soffrire, avrà pensato tra un ace e un vincente la giocatrice di Minsk. E così è stato: 2 ore e 10 minuti di battaglia a suon di impressionanti accelerazioni. Due set tiratissimi che la spavalda Aryna ha avuto in mano e perso soprattutto per inesperienza. Cederà al tie break del secondo parziale, che aveva dominato fino al 5-1. Troppa foga, troppa furia agonistica che l’hanno tradita in quella splendida avventura cinese. E’ accaduto ancora e succederà fino a quando Aryna non troverà un compromesso tra istinto e mediazione, tra i colpi tirati a tutto braccio e soluzioni interlocutorie. Un limite palesato anche a Mumbai, quando la Sabalenka ha rischiato grosso contro Jia-Jing Lu numero 229 Wta. La giovane età la freschezza e le potenzialità sono tutte dalla parte della giocatrice di Minsk. Variare, trovare soluzioni tattiche alternative non significa snaturare il gioco, ma arricchirlo. Diversamente, in un discorso a lungo termine, il rischio sarà non solo quello di essere artefice del proprio destino nel bene e nel male, ma anche quello di diventare prevedibile. Del resto la capacità di lasciare di stucco le avversarie, il saper anticipare i colpi a tal punto da lasciare immobile la malcapitata di turno a osservare il vincente che spolvera la linea senza lasciarle nemmeno il tempo di “aprire il braccio” e preparare il colpo, non è da tutte. Come non è da tutte avere il carisma e la personalità da autentica trascinatrice che Aryna Sabalenka ha mostrato in Fed Cup. Ad Aprile è stata lei a sconfiggere Viktorija Golubic e portare il punto decisivo che ha catapultato la Bielorussia in finale. E due settimane fa si è ripetuta vincendo una partita contro Sloane Stephens, campionessa agli Us Open. Ma la mancanza di esperienza e quel modo di interpretare il tennis senza mezze misure le sono state fatali sia nel match contro Coco Vandeweghe che nel doppio. Tempo al tempo e la fiducia la Sabalenka la merita per quanto ha mostrato. Il circuito australiano non è così lontano e Aryna Sabalenka ha già le carte in regola per far bene senza la pressione di dover difendere punti.

Monica Tola

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