La tennista omanita Fatma Al Nabhani ha denunciato un episodio di razzismo avvenuto nel torneo di Clermont Ferrand nel match di ottavi di finale contro la tennista di casa Myrtille Georges.
La giocatrice di casa conduceva per 3-0 il terzo parziale quando la Al Nabhani si è ritirata, poi dal suo profilo Instagram ha accusato di razzismo il giudice di sedia.
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In seguito, attraverso la condivisione del portale Sport360, ha inviato una lettera all’ITF per spiegare la sua posizione.
“Gioco a tennis sin da piccola, partecipando a tornei in giro per il mondo, e sono diventata professionista nel 2007 non ho mai vissuto problemi di razzismo, so che è un argomento sensibile ma quello che ho vissuto a Clermont Ferrand non è accettabile. Essendo un’atleta musulmana e provenendo da un paese arabo, indosso i leggings sotto la gonna. Le regole ITF consentono di giocare con i leggings sotto il ginocchio ed è qualcosa che faccio da 12 anni, sia nel circuito ITF che WTA, e non avevo mai avuto problemi”.
In Francia, nazione multietnica, pare invece che la situazione sia stata insostenibile fin dal primo turno quando ha fronteggiato la tennista francese Elsa Jacquemot.
“Durante il sorteggio il giudice di sedia mi ha detto di togliere i leggins, gli ho risposto che gioco così da 12 e lui ha replicato che non potevo giocare. A quel punto ho risposto di contattare il direttore del torneo.”
Secondo il direttore, l’abbigliamento era consentito, pare che l’arbitro però abbia insistito perché la tennista li alzasse di qualche centimetro.
“Secondo il giudice di sedia erano un gran problema, così li ho alzati di un paio di centimetri e ho giocato il mio match.”
La situazione è peggiorata nel match successivo, con l’arbitro che familiarizzava con la sua avversaria ad ogni cambio campo.
“Per tutta la durata dell’incontro ad ogni cambio campo ridevano tra loro e parlavano in francese senza che io potessi capire una parola.”
L’incontro si è disputato senza ballboy, le giocatrici dovevano raccogliere autonomamente le palline, ma pare che la transalpina non volesse farlo.
“Ho fatto presente all’arbitro che la mia avversaria non voleva rimuovere le palline dalla sua metà campo e che mi davano fastidio, ma mi son sentita rispondere che era un suo diritto. Sul 7-5 6-5 a mio favore le ho buttato due palline per servire, una l’ha tenuta l’altra l’ha deliberatamente lasciata nel campo sapendo che mi dava fastidio. Son rimasta in silenzio una volta, la seconda l’ho fatto presente all’arbitro dicendo che se non poteva dirlo lui, io volevo parlare con il supervisor ma mi ha negato questa possibilità. Ho insistito dicendo che era un mio diritto ma non ho avuto riscontro.”
La degna conclusione si è avuta con l’arbitro che ha preso, secondo la tennista omanita, diverse decisioni a suo sfavore, tra l’altro in almeno 5 dei 7 matchpoint avuti.
“Quando gli ho detto che deve essere corretto e concentrarsi, mi ha dato un warning! E non ha preso nessun provvedimento nei confronti della mia avversaria, che pure mi insultava in francese”.
Non sopportando più la situazione ha deciso di ritirarsi nel terzo set raccontando che anche altre tenniste in tribuna erano stupite da quanto stavano vedendo.
Anche fuori dal campo si son verificati incidenti e la giocatrice ha attribuito alla sua religione la causa di questo comportamento.
“Sono musulmana e fiera di esserlo. Sono araba e fiera di esserlo. Faccio tutto questo anche per gli altri giocatori, non dobbiamo essere trattati in questo modo”.
Al momento l’ITF non ha ancora risposto ma ha assicurato che avvierà un’indagine per capire cosa sia realmente successo.