A Settembre compirà 24 anni, ma la carriera della tennista slovacca ha già percorso molti kilometri negli ultimi anni. –Nel tennis ho avuto alti e bassi– taglia corto Anna Karolina Schmiedlova, che questo weekend guiderà la Slovacchia di Fed Cup nello spareggio contro la Bielorussia, nella speranza di riprendere posto nel World Group I. Alti e bassi, innegabile, come un giro sulle montagne russe. Nata nel 1994, la bionda di Kosice, a soli 19 anni, aveva compiuto il primo ingresso nella top-100 dopo un’ottima carriera junior, che l’ha vista finalista al Roland Garros. Nel 2015 era arrivata addirittura alla 26esima posizione, grazie alle vittorie di Katowice e Bucarest. L’anno successivo è iniziato il crollo, inarrestabile come una valanga, costellato di una serie di sconfitte sanguinose e uscite anzitempo dal 95% dei tornei disputati. Nel 2017, in mancanza di alternative, il capitano di Fed Cup Matej Liptak l’aveva schierata contro la nostra Francesca Schiavone. E’ stato l’ultimo trionfo della milanese nella sua lunga militanza in tricolore. Anna Karolina, in quel momento, era già fuori dalla top-250, in preda ad una crisi apparentemente senza una reale motivazione, dato che non aveva accusato nessun infortunio. -Ci sono stati momenti in cui ero molto triste e volevo soltanto andar via dal campo. Avvertivo pessime sensazioni, non avevo fiducia nel mio tennis. Anche per questo sono felice e grata della vittoria a Bogotà–. Nella capitale colombiana si è aggiudicata il terzo titolo della carriera ed è tornata nuovamente in top-100, assestandosi all’84esima posizione. –Ripensando al passato, non sono ancora in grado di dire cosa non funzionasse. –ricorda la nativa di Kosice– Non penso ci fosse soltanto una ragione, ma sicuramente diversi fattori tutti assieme. Avevo perso la fiducia. Forse, a 21 anni, non ero pronta per essere numero 26 WTA e non ho saputo gestire la pressione–. La sua fortuna è stata avere accanto molte persone, tra cui gli amici, la famiglia e i suoi “superfans”. -Ho ancora molti amici e tifosi che mi sostengono – racconta – sono con me nei momenti positivi e in quelli negativi, non solo nel tennis ma anche nella vita di tutti i giorni. Questo mi rende felice. Tanta gente mi ha scritto quando ero triste e io ho apprezzato la loro gentilezza-.
Anna Karolina nel ricordare le passate sventure, ovvero quando era piombata al numero 273 del ranking, ringrazia il suo coach Milan Martinec, dal quale si era separata in quel disastroso 2016 e che ha richiamato la scorsa estate, per averla aiutata a risalire la china. Scelta che si è rivelata fruttifera, dato che piano piano sono ricominciate le vittorie. -È stato davvero difficile tornare nella posizione in cui mi trovo adesso. Ho dovuto percorrere un passo alla volta. Per esempio, la settimana prima di Bogotà, ho perso al primo turno di Monterrey dopo aver avuto tre match-point a favore. Mi sentivo molto scoraggiata, non credevo che dopo sarebbe potuto succedere qualcosa di simile-. Quel “qualcosa” è il successo alla Copa Colsanitas, dove ha superato in finale la spagnola Arruabarrena Vecino. Per la slovacca è stata una settimana da incorniciare: superata al primo turno l’ex vincitrice di questo torneo, l’americana Falconi, dal secondo match in poi non ha più perso un set per tutta la durata del torneo. Era dai tempi del WTA di Lussemburgo (ottobre 2016) che non superava un primo turno. -Non posso neanche descrivere la gioia che ho provato, è stato tutto bellissimo –continua Schmiedlova– Forse il tempo non è stato eccezionale, ma non importa. Non vincevo un match WTA da moltissimo tempo-. Questa rinascita, non solo nei risultati ma anche nelle motivazioni, ha convinto Liptak a convocarla per il match di spareggio in Bielorussia. In virtù di ciò la giocatrice slovacca ha dovuto modificare l’intera programmazione, decisamente in meglio però. -Prima di questo torneo avevo in mente di continuare a giocare i tornei ITF. L’idea non mi faceva impazzire, ma il mio ranking non mi permetteva di fare diversamente. Avevo pianificato di partecipare ad una competizione da 25.000 dollari, ma ora ho una classifica diversa e dovrò ragionare sul da farsi insieme al mio coach. Sto pensando di giocare Madrid, anche se dovrò partire dalle qualificazioni. Ma sicuramente voglio disputare più tornei WTA.-
Dalle parole di Karolina emergono, indubbiamente, l’entusiasmo per la recente vittoria in Sud-America e la volontà di rimettersi in gioco in un palcoscenico importante come quello della Fed Cup. Sarà un compito arduo, dato che le avversarie si chiameranno Sabalenka e Sasnovich, ma non impossibile, soprattutto se la slovacca saprà sfruttare il trend positivo a cui la vittoria di Bogotà ha dato impulso. Un vecchio saggio diceva che quando si tocca il fondo si può solo risalire, perciò al momento non sembra possibile che la Schmiedlova si tramuti nella classica, quanto sventurata, eccezione che conferma la regola.