Storcevo il naso quando parlavano di agnello sacrificale. Quando un commentatore di Supertennis dava per scontata la vittoria della Kvitova. Quando, alla fine del match, un altro diceva “pensavamo tutti sarebbe stato il match più facile da pronosticare”. Io credevo in Agnieszka, come sempre. E sentire per due giorni umiliare e ridimensionare una tennista del suo livello su uno dei canali di riferimento per chi ama il tennis è stato, devo dirlo, imbarazzante.
Presentare Agnieszka Radwanska come la malcapitata di turno, come una che è arrivata a Singapore tanto per caso, mi ha fatto vergognare. Ogni tanto ci dimentichiamo che è una delle più forti al mondo, sempre e comunque, e non da pochi anni. Vero, era difficile pronosticare un risultato tanto netto, a causa dei precedenti (5-1 Petra), della superficie congeniale alla ceca (indoor) e a causa delle condizioni in cui le due si erano presentate a questo appuntamento. In forma la Kvitova, dopo un’ottima seconda parte di stagione (da Wimbledon in poi), in caduta libera la polacca, dopo il grande successo su Venus Williams in quel di Montreal.
E invece… Toh, ecco servita una partita incredibile. Incredibile, sì, anche se a volte tendiamo a usare questo aggettivo solo in caso di battaglie epiche. Si usa questo aggettivo quando vogliamo rendere meriti a entrambi i contendenti. In questo caso anche una sola giocatrice ha reso un normale match di tennis una grande meraviglia. Abbiamo ammirato infatti l’intero – e sterminato – repertorio della maga del circuito. Stratosferica in difesa, precisa, intelligente, fantasiosa, discese a rete, contropiedi, lob, prime ben piazzate, recuperi slice… A tratti non ci credeva neppure lei, forse.
Una Kvitova così brutta e ‘cane bastonato face mode on’ non si vedeva da tempo, questo è vero. Ma la faccia non era dovuta ad altro che alla frustrazione di trovarsi di fronte una polacca assatanata, capace di recuperare il possibile e forse anche di più.
Punto del match? 3-2 40-40 per Petra nel secondo set. Palla corta della ceca imprendibile anche solo visivamente per noi umani. Radwanska non solo ci arriva, ma mentre correva già pensava a cosa fare. E il magico lob lascia di sasso la Kvitova e incanta il pubblico, che fa partire un grande boato in onore della maga.
Bellissima sfida terminata all’una di notte. Radwanska sorride, ringrazia il numeroso pubblico rimasto sino alla fine e torna alla vittoria nel Masters dopo due anni.