E’ stata svelata nei dettagli la riforma che rivoluzionerà il tennis mondiale. David Haggerty, Presidente dell’Itf, con orgoglio ha annunciato che questa è ” la più grande riforma attuata nel tennis professionistico”. La riforma , ovvero la necessità di riformare l’accesso al professionismo, nasce dalla triste constatazione , fatta grazie ad uno studio commissionato dalla stessa Itf, di quanto il passaggio al professionismo sia realtà davvero difficile da affrontare per molti, troppi , tra coloro che aspirano alla pratica del tennis quale professione. Su 3000 tennisti professionisti oggi nel circuito , solo in 600 riescono a chiudere la stagione con il bilancio appena in pareggio. Nessun guadagno al netto, quindi a loro non si può concedere l’etichetta di veri “professionisti”. Grandi le novità , dunque, e di grande portata l’intervento dell’Itf realizzato in stretta collaborazione con Atp e Wta. Si parte dall’istituzione degli “entry points” e dalla loro importantissima destinazione d’uso sia per gli uomini che per le donne.
Sotto lo schema di distribuzione degli “entry points”.
Quindi riassumendo:
Atp
I tornei 15.000 non daranno più punti Atp ma solo “entry points”; questi, a loro volta, assicureranno ai migliori classificati un posto nei tabelloni di qualificazione dei Challenger. I tornei da 25.000 dollari daranno, invece, sia punti Atp che punti Itf sino al 2020, quando il primo tipo di punteggio scomparirà. Ancora, i migliori del ranking ” Entry point” avranno una serie di posti stabiliti nei tabelloni di qualifiche dei Challenger. Il numero sarà fissato di anno in anno, a partire dal 2018.
Wta
Anche per le donne i tornei con 15.000 dollari di montepremi non saranno più fonte di punti Wta ma concederanno alle migliori classificate un posto nel main draw del gruppo successivo, ovvero i tornei con 25.000 dollari di montepremi. Questi ultimi continueranno, però, a fornire punti Wta. Saranno invece solo 5 i posti a disposizione nei main draw dei 25.000 per le migliori del ranking “Entry point”.
Junior
Capitolo a parte per i giovanissimi. Saranno infatti 5 i posti a disposizione nel Transition Tour riservati ai Top 100 del ranking Itf under 18.
Una rivoluzione toccherà anche coloro che hanno già un solido ranking Atp o Wta. Saranno infatti introdotte a breve nuove regole per impedire o quanto meno scoraggiare i giocatori/trici con ranking solido dal giocare tornei minori, ovvero le “play-down rules”. Al momento, infatti, tutti gli uomini sotto il numero 150 del ranking Atp e tutte le donne fuori dalla Top 10 Wta (!) possono in teoria partecipare anche a tornei 15.000. Infine, sarà più semplice e meno oneroso organizzare tornei da 15.000 dollari di montepremi poichè questi saranno resi più brevi ( al massimo sette giorni, qualifiche incluse) e scomparirà, inoltre, l’obbligo di organizzare tre tornei consecutivi.
Quale la ratio di questa riforma?
L’obiettivo dichiarato è creare un ponte che colleghi con maggior fluidità i circuiti minori a quelli maggiori ,favorendo così un travaso naturale dei migliori talenti dai primi al professionismo. Da qui la necessità di ridurre il numero dei professionisti dai 3000 attuali a 1.500. Tutti gli accorgimenti messi in campo dall’Itf favoriranno, o dovrebbero favorire, nel giro di qualche anno, un miglioramento del cosdidetto “break-even”, ovvero del punto del ranking in cui un aspirante professionista lo diviene davvero; quando cioè dal pareggio di bilancio a fine stagione si passa finalmente al guadagno. Ed allora, solo allora, i tennisti professionisti possono realmente definirsi tali.
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