Roger Federer: “Soddisfatto di aver vinto per la Svizzera. A 36 anni devo dosare i miei allenamenti”

Si è conclusa con un doppio di spareggio la finale di Hopman Cup fra il team svizzero di Roger Federer e Belinda Bencic e quello tedesco di Alexander Zverev e Angelique Kerber. Arrivati sull’1-1 dopo la vittoria di Federer 67(4) 60 62 su Zverev e la sconfitta della Bencic per 64 61, la selezione svizzera ha avuto la meglio in due set abbastanza scorrevoli, concludendo 43(4) 42. Terzo trionfo per la Svizzera (1992, 2001 e 2018), mentre la Germania non vince dai tempi di Steffi Graf e Boris Becker (1993 e 1995).

ROGER “È STATO FORTE” – A giudicare dal match contro Sascha Zverev, Federer sembra essere in forma per gli Australian Open: “Sì, sono stato forte (ride). È un campo veloce che non lascia molto tempo per riparare agli errori. Credo di aver giocato bene in tutti i tre set, forse lui è un po’ calato nel secondo e io ne ho tratto vantaggio, e ovviamente ne sono contento. Siccome non ho la stessa età di dieci anni fa non posso stare troppo tempo dietro la linea di fondo: sono costretto ad accorciare gli scambi. Per ora la tattica funziona, anche se non è sempre facile”. La stessa tattica che ha utilizzato 52 settimane addietro, e che tanto ha pagato in finale con Nadal. Proprio Alex Zverev potrebbe essere uno dei più quotati per la vittoria a Melbourne, ma l’impressione è che un gioco aggressivo come quello messo in mostra dallo svizzero, su una superficie così rapida, possa essere micidiale per molti.

IL SEGNO DEL TEMPO – Roger ha anche spiegato come oggi lavori “part-time”, diversamente da quanto faceva in giovane età: come lui stesso precisa, l’età avanza, e il riposo pomeridiano lo aiuta a mantenere il livello di qualità che necessita. Quella di oggi è la sua seconda Hopman Cup, dopo quella che vinse nel 2001 (ben 17 anni fa) insieme a Martina Hingis – la quale si è ritirata non molti mesi fa: “Me lo ricordo bene, è stata una settimana incredibile. Martina era un anno più vecchia di me ma era già numero 1 al mondo. In Svizzera avevamo tanti buoni giocatori ma nessuno come lei, nessuno così professionale. Io ancora non avevo vinto nessun titolo, ma da quella settimana le cose sono cambiate, e di lì ad oggi sono cambiate ancora di più. Auguro la stessa buona sorte a Belinda”. Il fuoriclasse di Basilea si è detto anche soddisfatto dell’organizzazione dell’evento, tanto da promettere la sua presenza anche nel 2019.

Riccardo Artuso

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