L’ormai attesissimo appuntamento con la storia è sempre più vicino, ed è inutile negare che i riflettori sono puntati essenzialmente su Serena Williams, regina indiscussa di questa stagione, con 3 Major incamerati ed una sola sconfitta stagionale (sul campo) contro Petra Kvitova a Madrid.
L’americana, reduce da due ritiri consecutivi a Bastad e a Stanford, a causa di un problema al gomito che l’aveva già fatta fermare ai pit-stop durante il torneo di Roma, ha iniziato il torneo in salita, recuperando un set a Flavia Pennetta, prima di demolire le difese della brindisina nel terzo parziale, e successivamente estromettendo in maniera abbastanza agevole prima Andrea Petkovic e poi nei quarti un’altra italiana, Roberta Vinci.
E’ chiaro che Serena sta soprattutto iniziando a testare la sua forma fisica, sfruttando gli eventi premier della stagione americana per valutare meticolosamente su cosa dover, eventualmente, ancora lavorare per arrivare al 100% agli Us Open. Una routine stancante, che le permetterebbe però di mettere una seria ipoteca sull’ambito riconoscimento di GOAT, con la conseguente conquista del suo 22esimo titolo del Grand Slam. Ad attenderla, in una sfida quantomai generazionale, è la svizzera Belinda Bencic, che nella notte italiana, ha estromesso Ana Ivanovic con un netto 6-4 6-2, dopo una serie di break e controbreak nel primo parziale. Difficile ipotizzare un esito meno scontato di quello previsto dai bookmakers, considerando che la Bencic non ha un gioco tanto potente da poter contrastare il maggior peso di palla dell’americana. Dal canto suo Serena potrà contare su un servizio che è apparso in netto miglioramento, e sulla sua capacità di entrare in campo e togliere il tempo all’avversaria. L’unico precedente tra le due risale a Madrid 2014, e fu proprio Serena a prevalere con un perentorio 6-2 6-1 che lascia poco spazio alle repliche. -Serena vincente il due parziali
La seconda semifinale, in realtà prima in ordine di entrata in campo, sarà una sfida tra pesi piuma, tra due normodotate del circuito, Simona Halep e Sara Errani. La romagnola eguaglia la semifinale del 2012 a Flushing Meadows, migliore risultato sul cemento americano, e si proietta verso una sfida che sembrerebbe tutt’altro che chiusa, dato che la Halep, salvo poi riprendersi, è apparsa spaesata nel primo set dei quarti di finale contro la Radwanska. Sara si conferma, oltre che una gran combattente, anche la migliore ribattitrice del tour. Nel 2015 è la tennista ad aver raccolto più punti in risposta (51,4%) nonché il maggior numero di giochi (52,8%), il che non è da sottovalutare in una valutazione complessiva. Lo sta dimostrando alla Rogers Cup, sponda Toronto, dove ha infilato quattro vittorie consecutive e si è garantita almeno 350 punti WTA, un bottino di tutto rispetto anche in chiave WTA Finals.
Dopo una partenza incredibile, 5-0, la romagnola ha subìto un’insperata rimonta, tipica dei migliori psicodrammi femminili, fino al 5-4, 0-30 sul suo servizio. Lì da campionessa è riuscita a mettere a segno due colpi vincenti e a risalire la china, conquistando il primo parziale, e bissando nel secondo. La romena, numero tre del mondo, invece è reduce da due vittorie consecutive al terzo set, e oggi si è ripresa dopo aver ceduto il primo per 6-0 alla Radwanska, mostrandosi veramente in difficoltà dal punto di vista fisico. I precedenti tra le due sono apparentemente emblematici. La Errani, nel lontano 2013, demolì la Halep a Miami lasciandole solamente un game; la Halep gliene concesse invece solamente due l’anno successivo a Doha, prima del recente scontro di Stoccarda vinto dalla romena per 6-4 6-4. Sicuramente, contro Sarita dovrà sudarsi ogni singolo quindici. Ergo, fra le due sarà lei quella a passare una nottata tuttaltro che serena. -Errani vincente in tre parziali