Roland Garros, Ana Ivanovic vs Lucie Safarova: una sfida tra psicologie fragili

Ana Ivanovic contro Lucie Safarova, Serbia contro Repubblica Ceca, uno scontro, o meglio una sfida, che mette in contrapposizione due giocatrici tecnicamente e stilisticamente diverse, ma accomunate da fragilità psicologiche che hanno condizionato, in maniera spesso negativa, le loro carriera.
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La serba, giovane talento esploso quando era ancora una teenager, fresca, ingenua e piena di aspettative che, per la prima volta, si affacciava al grande tennis. Le prime vittorie, fino al grande successo del Roland Garros 2008, il vero momento di svolta. Per molti sarebbe diventata una campionessa capace di rivoluzionare le dinamiche di un tennis dominato dalle Williams e dalla Henin, in realtà rivelatasi una meteora. Troppe le pressioni per una ragazza della sua età, le stesse che hanno finito per surclassarla, annullandone la personalità in campo, anzi rendendola più fragile di quanto già una giovane donzella potesse essere.

Ha vissuto periodi di buio totale, inframmezzati da buoni risultati alternati a prestazioni rovinose, ai limiti del surreale per un talento come il suo. In un eterna lotta estetica con Maria Sharapova, ha finito per subordinare il tennis alla mondanità. Poi, pian piano, passo dopo passo, ha risalito la china, stabilizzandosi a ridosso della top-ten, continuando a deludere però nelle occasioni importanti. Ora finalmente è in una semifinale Slam, proprio qui a Parigi, dove tutto iniziò, e si troverà di fronte una Lucie Safarova più matura, che ha saputo sconfiggere quella “paura di vincere” tipica che in molte occasioni le ha impedito di conquistare quella dose di fiducia necessaria per spiccare il volo.
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Un’emotività quella della ceca, che cela in sé una grande sensibilità e riservatezza. Mai eccessiva, ma sempre composta, nelle vittorie così come nelle sconfitte. Non una star del circuito, ma una giovane ragazza che non ama le luci della ribalta, ma che, al suo massimo, esprime un tennis così fluido e allo stesso tempo atletico, da rendere superfluo qualsiasi commento. Non perde campo, non indietreggia, ma con un timing perfetto riesce a rimanere sulla linea di fondo campo e a variare gioco al momento giusto, talvolta trovando traiettorie impensabili.

Quello che ha impressionato di più di Lucie è stata la capacità di surclassare, nel match di ottavi di finale, Maria Sharapova senza mai sembrare in difficoltà. E lo ha fatto sotto tutti i punti di vista, tecnico, tattico e mentale. Proprio lì, nel campo di battaglia della russa, che ha lasciato lo stadio quasi incredula, dopo aver visto sfumare i suoi vani tentativi di opposizione. A poco meno di un anno di distanza dalla sua prima semifinale Slam conquistata a Wimbledon lo scorso anno, e persa, senza troppi rimpianti, con la connazionale Petra Kvitova, Lucie tenta il colpaccio.
2015+French+Open+Day+Six+D96cEShSUXjx

E se continuerà su questo livello, sarà dura anche per la Williams, Bacsinszky permettendo. Gli scontri diretti tra le due vedono la Safarova avanti per 5-3 , con la Ivanovic che ha vinto i primi due, risalenti al 2008/09, anni d’oro della serba, e l’ultimo tenutosi a Tokyo lo scorso autunno. I match giocati tra il 2009 ed il 2014 sono stati tutti favorevoli alla ceca, capace di imporsi anche nel match forse più importante tra le due, proprio al Roland Garros, lo scorso anno, con un duplice 6/3.

Lucie si presenta alla semifinale senza aver perso un set, ma con un tabellone paradossalmente molto più complesso di quello di Ana, avendo disputato e vinto ben 5 tiebreak in 5 incontri. Dal canto suo la serba, a parte lo spavento contro la Doi nel secondo turno, ed un set praticamente regalato alla Makarova negli ottavi, non ha avuto problemi né con la Vekic, né, nei quarti, con la Svitolina. Se dovessimo sbilanciarci, diremmo Safarova vincente in due parziali. Ma sarà sicuramente una battaglia giocata sui nervi.

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