Si conferma campionessa del torneo Wta che si disputa a Wuhan Aryna Sabalenka, la quale bissa il successo del 2018 e conquista il quinto titolo in carriera, di cui il terzo in Cina. Ironia della sorte, la giocatrice bielorussa aveva già vinto un titolo nel 2019 e lo aveva fatto proprio in Cina, a Shenzhen nella prima settimana dell’anno, e la sua avversaria era nientemeno che Alison Riske. Quest’oggi, a distanza di quasi nove mesi, Sabalenka si è imposta sempre in tre set ed ha messo in bacheca un altro titolo Wta. Nonostante il punteggio possa far pensare ad una finale equilibrata, in realtà la sfida odierna è stata piuttosto a senso unico, specialmente nei due parziali conquistati dalla Sabalenka, dove l’americana ha incredibilmente faticato. La numero 14 del ranking, dopo una stagione non troppo positiva caratterizzata da tante uscite al primo turno e dalla fatica di esprimere il proprio miglior tennis, fin dall’inizio di questa settimana ha dato l’impressione di sentirsi a suo agio e di poter rappresentare un pericoloso ostacolo per tutte le avversarie. Dopo tre vittorie convincenti e maturate in due set contro avversarie di un certo calibro, come ad esempio Bertens o Collins, Sabalenka ha superato Rybakina nei quarti prima di estromettere in semifinale la numero uno del mondo, Ashleigh Barty.
Nella giornata odierna, la bielorussa è partita forte, dominando i propri turni di battuta e mettendo fin da subito pressione alla sua avversaria in risposta, sprecando due palle break nel secondo gioco, prima di piazzare due break consecutivi e volare sul 5-1. Senza nulla da perdere, la Riske ha lasciato andare il braccio ed ha parzialmente rimesso in discussione il set, ricucendo quantomeno la distanza tra le due. Ai fini del set però nulla è cambiato: 6-3 Sabalenka, ad un set dal trionfo. Decisamente meglio Alison Riske nel secondo parziale, come testimoniano le zero chances di break avute dalla tennista di Minsk, che complice la sfortuna di servire per seconda, si è trovata a rincorrere fin dall’inizio. Malgrado sia stata capace di annullare due opportunità di break nel secondo gioco del set, non lasciando scappare l’americana e restando attaccata al set, ha capitolato con lo score di 6-3 per via dell’allungo decisivo piazzato dalla Riske sul 2 pari, che l’ha portata fino al 5-2. Nessun problema, di lì a poco, per chiudere il set con il punteggio di 6-3. Sulla situazione di un set pari e dunque con tutto in bilico, la Sabalenka ha ritrovato il suo tennis e, dopo essersi scossa vincendo l’importante primo game della terza frazione di gioco, ha messo il turbo ed ha infilato cinque giochi consecutivi. Alison Riske ha evitato il bagel assicurandosi il sesto gioco del set, ma la vittoria alla bielorussa non gliel’ha potuto togliere niente e nessuno. Difendendo il titolo dell’anno scorso, Sabalenka non presenta nessuna variazione di classifica ma si conferma stabile alla piazza numero 14; ne guadagna invece undici di posizioni la Riske, che centra il best ranking di numero 24.
[9] A. Sabalenka b. A. Riske 63 36 61
Sempre nel continente asiatico, ma in Uzbekistan, quest’oggi c’era un’altra Alison impegnata in una finale. A Tashkent, infatti, andava di scena la sfida tra la belga Van Uytvanck e Sorana Cirstea, che metteva in palio un titolo Wta. La giocatrice belga, terza forza del seeding, era data per favorita dai bookmakers ed andava a caccia del secondo titolo stagionale dopo l’affermazione a Budapest ai danni della ceca Vondrousova. La rumena Cirstea era invece la testa di serie numero otto e proprio a Tashkent, ben undici anni fa, si è aggiudicata l’unico torneo Wta della carriera. Come da pronostico, questa finale si è rivelata piuttosto combattuta, anche se a dir la verità l’equilibrio si è mainfestato con l’avanzare del match visto che, almeno nella parte iniziale, non c’è stata molta partita. Alison Van Uytvanck ha infatti dominato il primo set, vinto per 6 giochi a 2 grazie ai due break ottenuti nel primo e nel settimo gioco, anche se le cose sarebbero potute andare diversamente qualora la giocatrice belga avesse sfruttato una delle due palle break sul 2-0. Anche nel secondo parziale, è stata la Van Uytvanck la prima ad avere l’opportunità di allungare, ma è stata brava la sua avversaria a cancellare ben tre palle break consecutive nel terzo game. In questo momento la sfida ha cambiato faccia ed è stato quasi come se fosse iniziato un nuovo incontro.
La Cirseta ha quindi preso coraggio è si è aggiudicata un game fiume da sedici punti che le ha dato il vantaggio. Senza grosse difficoltà, la rumena ha difeso il break che la separava dalla sua avversaria e si è portata rapidamente sul 5-2. Nel momento di servire per chiudere, però, la battuta ha tremato e la Van Uytvanck ne ha approfittato per piazzare il controbreak. Ciononostante, la belga ha letteralmente buttato alle ortiche il gioco successivo, sprecando una chance di 5-5 e regalando il set alla sua avversaria. Infine, nella frazione di gioco decisiva, tre quarti di quanto accaduto si è concentrato nei primi giochi: dopo aver tenuto il servizio in avvio, Cirstea ha avuto a disposizione ben sei palle break nel secondo gioco, non riuscendo però a scardinare la resistenza della belga, capace di non cedere ed assicurarsi il game dopo ventidue punti giocati. Il gioco seguente si è rivelato piuttosto simile al precedente: le uniche differenze sono state la lunghezza – ben otto punti in meno – ed il successo della tennista in risposta, capace di ottenere il break. Nonostante due opportunità del controbreak in favore della giocatrice rumena, rispettivamente nel sesto e nel decimo gioco, il break sull’1 pari si è rivelato determinante ai fini del 6-4 per la Van Uytvanck, che dopo due ore e venticinque minuti ed al quinto match point si è finalmente laureata campionessa di questo torneo. In un colpo solo, la tennista di Vilvoorde guadagna 17 posizioni e vola alla 44esima piazza; notevole balzo anche per la Cirstea, che risale fino al numero 75.
[3] A. Van Uytvanck b. [8] S. Cirstea 62 46 64