Sachia Vickery, frutto dei sacrifici di una famiglia

Dopo la vittoria su Garbiñe Muguruza i riflettori sono puntati su di lei, Sachia Vickery. Una delle storie più forti del nostro sport, caratterizzata dai mille sacrifici della madre che oggi l'hanno portata al terzo turno di Indian Wells.

Nel gennaio del 2017, Sachia Vickery è stata protagonista del famoso teatrino con Elise Mertens nel torneo di Auckland. Pur di disputare le qualificazioni degli Australian Open (in cui ha perso al primo turno), l’americana, così come la belga, ha richiesto l’intervento del fisioterapista dopo appena un game e ritirandosi poco dopo.

Ma Sachia non è solo questo, la sua vita e la sua carriera racconta ben altro. Sin da piccola ha sempre mostrato interesse per lo sport, iniziando con l’atletica ma innamorandosi del tennis a 5 anni. La predisposizione allo sport in famiglia non manca, dato che il patrigno di Saschia ha convissuto con la madre di LeBron James. La madre di Sachia, Paula Liverpool, originaria della Guyana, è stata il pilastro per la crescita tennistica (e non) della figlia. Vedendo l’amore della figlia per il tennis ha contattato Gerri Braxton, la sua prima istruttrice, dicendole che la figlia avrebbe voluto diventare la nuova Serena Williams.

Vickery in campo ad Indian Wells contro Muguruza.
Vickery in campo ad Indian Wells contro Muguruza.

Vickery mostra le sue doti migliori, la velocità, la resistenza e la fiducia nei propri mezzi che ripara ai 163 centimetri d’altezza. Grazie alle sue capacità entra in contatto con la famiglia Williams, si allena per un’intera estate con papà Richard e riceve anche un pass per Wimbledon.
Ad otto anni Sachia conosce il suo primo coach, Otis Johnson, e inizia a prendere parte ai primi tornei ITF Juniores. È in questo momento che iniziano i problemi di carattere economico; lo stipendio di mamma Paula, amministratrice di un’Università online inizia a non bastare. Nonostante le due lauree si ritrova costretta a lavorare come barista in uno dei peggiori quartieri periferici di Miami, rischiando di perdere la vita in due sparatorie. Un coraggio fuori dalla norma, tutto per il bene dei figli che ha sempre messo al primo posto: “Quei soldi servivano, quindi chiudevo gli occhi e facevo il mio lavoro. Per i figli capita di fare cose che sono l’opposto di quello che credi sia giusto.” 

Sachia Vickery nel settembre 2007, campionessa mondiale under 14.
Sachia Vickery nel 2006, campionessa USTA under 12.

Grazie ai continui sacrifici della madre, Sachia continua a giocare a dopo un anno riceve una borsa di studio all’accademia di Nick Bollettieri, che aveva visto in lei grandi doti.

Dal 2011 Paula Liverpool, madre della Vickery, ha finalmente smesso di lavorare presso quel pericoloso bar mentre la figlia di allena alla Mouratoglou Academy, diretta dal coach di Serena Williams. Sachia ha da sempre mostrato riconoscenza nei confronti della madre, che le ha permesso di arrivare ai livelli odierni: “Quello che ha fatto mi ha aiutato a crescere come persona. Quando non sei abituata ad avere tutto facilmente combatti per ottenerlo. Ogni volta che scendo in campo mi ripeto di lottare, e non mi lamenterò mai di quello che ho passato.” 

Quelle della 22enne americana non sono solo parole, ma fatti. Senza la lotta, probabilmente ieri avrebbe mollato una volta ritrovatasi sotto nel punteggio 2-6 0-3 0-40. Da quel momento in poi il match è girato, chiudendo per 26 75 61. Un parziale di 13 games a 3, in cui l’americana ha mostrato ciò di cui è fatto il suo gioco. Recuperi fenomenali, un muro da fondocampo pronto a rovesciare l’inerzia degli scambi con dei colpi lungolinea micidiali. “Cercavo soltanto di lottare su ogni punto. L’atmosfera mi ha aiutata ma non riesco ancora a credere di essere riuscita a vincere. Senza alcun dubbio, è la notte più incredibile della mia vita.”

A inizio anno l’americana aveva postato un simpatico tweet in cui diceva che al suo arrivo ad Auckland in molti l’avevano confusa per Sloane Stephens.

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Probabilmente da oggi nessuno confonderà Sachia Vickery, che inizia a raccogliere i frutti dei suoi sacrifici e di quelli della madre.

IL VIDEO DEL MATCHPOINT: 
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