Dopo otto mesi di squalifica inflittale dal Tas, Sara Errani era tornata alle competizioni in Fed Cup, a febbraio, in quel di Biel. Da quella sconfitta ininfluente contro Belinda Bencic per 6-2 7-5 sono oramai passati quasi due mesi. Due mesi in cui, nonostante il sorriso di chi torna alla propria passione, Sara Errani ha vissuto, e sta tutt’ora vivendo, un momento di grandissima difficoltà, che non si fatica a definire crisi totale, osservando anche i risultati e la classifica che precipita fino al 243 del mondo, conseguenze di un livello di gioco ancora lontano dal poter essere paragonato a quello dei giorni migliori. Attraverso una analisi delle disastrose statistiche al servizio, soprattutto nel torneo in corso in questa settimana a Bogotà, abbiamo provato anche ad ipotizzare i possibili scenari per il futuro della bolognese, che il prossimo 29 aprile spegnerà 32 candeline.
MAI COSÌ MALE – Dal rientro, Errani ha proprio ieri toccato quota 10 match giocati, con 4 vittorie al fronte di 6 sconfitte e un rendimento al servizio più deleterio che mai. Col suo metro e 64 cm di altezza, l’azzurra non ha mai potuto incidere molto col colpo di inizio gioco, limite naturale che però lascia l’amaro in bocca: senza un colpo così fondamentale nel tennis moderno, anche femminile, quale il servizio, Errani ha occupato per anni un posto in Top-10, raggiungendo, esclusa la incredibile carriera da doppista, una finale anche al Roland Garros. Figurarsi con un colpo ben più solido, che può all’occorrenza abbreviare gli scambi e far risparmiare preziose energie, quali sarebbero potuti essere i risultati. Ma nel campo dell’ipotetico, nello sport, non si risolve nulla purtroppo, e Sara Errani va lodata ancor di più per questo. Perché la sopravvivenza, come diceva Darwin, non è del più forte, ma del “fittest”, colui che all’ambiente è più in grado adattare il proprio essere e, nel caso di Errani, le proprie peculiarità tecniche e fisiche, tenute insieme ed esaltate nei momenti migliori dalla sua carriera da una solidità psicologica non indifferente. Nel 2019 però, il servizio di Errani è statisticamente meno affidabile che mai, soprattutto per quanto riguarda il capitolo doppi falli, che in realtà va ad influenzare e condannare tutti gli altri parametri con quel colpo. Tutto è iniziato a Dubai, con la sconfitta per 4-6 6-4 6-2 ai danni di Ivana Jorovic, accompagnata da 11 doppi falli. Nel 125k di Indian Wells è arrivata poi la caduta più dolorosa, con un crollo in classifica Wta dovuto alla vittoria dell’anno precedente in California. Dopo il Premier Mandatory di Indian Wells, e la sconfitta nel tabellone di qualificazioni al turno decisivo, sono iniziati i veri problemi al servizio. Dal 125k di Guadalajara a Bogotà, passando per Charleston, negli ultimi sei match disputati, l’emiliana ha un rateo medio di doppi falli (percentuale di doppi falli calcolata sul totale dei punti giocati per ogni match in battuta) che sfiora il 20%. Equivale a dire, che una volta ogni cinque punti in battuta, Sara Errani ne regala uno con un doppio errore. Considerando tale rateo, le ultime sei partite sono le peggiori in carriera per l’ex finalista del Roland Garros che, a quasi 32 anni, conta quasi 700 match giocati tra circuito maggiore (qualificazioni comprese) e Fed Cup. Il picco è arrivato nel match d’esordio in Cile contro Irina Camelia Begu, con un inaccettabile 28.6% di rateo pur in quello che paradossalmente è stato l’unico match vinto in due set, prima di essere fermata da Renata Zarazua. Ha avuto la giusta dose di fortuna a Bogotà Errani, che dopo aver superato il primo turno di qualificazioni si era arresa al set decisivo per mano di Jasmine Paolini, prima di essere ripescata come lucky loser. Nel main draw la ex numero 5 del mondo ha ritrovato il successo nel circuito maggior ad undici mesi di distanza dall’ultima volta, in quel di Rabat. Il secondo turno raggiunto, tuttavia, lascia un sorriso a metà per ora: nelle ultime tre partite, infatti, Errani ha costantemente messo a referto 18 doppi falli, che ipoteticamente significano quattro break consegnati alla propria avversaria senza alcuno sforzo di quest’ultima.
TERRA ROSSA PER RITROVARSI – Trovare una chiave di lettura corretta per questi numeri è davvero impegnativo , ed a renderlo tale contribuisce anche la partita giocata a Charleston da Sara Errani, eliminata in due set da Monica Puig, ma in quell’occasione autrice di nessun doppio fallo. Questo lascia intendere che, nonostante la statura e gli evidenti problemi al lancio di palla da sempre avuti, l’origine di tutti quei doppi falli non è da ricercare nella tecnica, quanto più nella sua mente. Dopo la iniziale separazione dallo storico coach Pablo Lozano a fine 2016, la bolognese è tornata a collaborare con lo spagnolo proprio nell’ultimo autunno, quando ha avuto il coraggio di interrompere il rapporto intrapreso nel 2018 con Michele Montalbini. Anche pensare ad una mancanza di abitudine sarebbe esagerato, dato che da molto tempo la pluricampionessa Slam di doppio attendeva di tornare sui campi di gioco. Essendo da sempre il suo punto debole, probabilmente, il pessimo rendimento al servizio è il primo indice di una quasi totale mancanza di fiducia più che abitudine: durante il movimento, sentendo forse l’ansia di dover incidere il più possibile per non andare incontro ad una risposta aggressiva parte delle proprie avversaria, il corpo di Errani si irrigidisce in maniera repentina, causandole infiniti problemi. Allo stesso modo è difficile pensare ad eventuali problemi fisici, alla schiena in primis, perché dopo una squalifica, alla sua età, Sarita non guadagnerebbe nulla dallo scendere in campo mal conciata. A Bogotà affronterà in secondo turno la qualificata Bibiane Schoofs, in un tabellone completamente aperto dopo l’uscita prematura dalla numero 1 del seeding, Jelena Ostapenko. Per fortuna degli appassionati del tennis tricolore, la stagione più congeniale a Errani, la terra battuta, è appena cominciata. Sul rosso, inoltre, il colpo di inizio gioco è comunque meno importante rispetto al resto della stagione: tutto questo per l’italiana vuol dire la possibilità di lavorare con più insistenza su tale fase del gioco, potendo affinare le misure in attesa dei tornei più prestigiosi. Non sarebbe parimenti giusto trarre giudizi affrettati sul livello tennistico attuale, né sul suo futuro più lontano. Sara Errani merita di concedersi (e che le sia concesso) tempo per ritornare a fare al meglio quello a cui era abituata, lavorare quotidianamente trovando fiducia nei propri colpi partita dopo partita. In questo nessuno più della sua amata terra rossa può aiutarla, magari a cominciare dalla prossima partita, verso una reazione d’orgoglio che dopo tutta la tempesta attraversata è obbligatorio aspettarsi da una della sua tenacia, senza dover per forza quantificare il tutto in punti Wta e ranking. Sarà anche la frase più scontata in questi casi ma, come sempre, ai posteri l’ardua sentenza.
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54 doppi falli in tre partite?? È un errore spero.. involuzione preoccupante, non che la battuta sia mai stata la specialità della casa ma a questi livelli è imbarazzante.. spiace perché si parla di una signora tennista finalista RG, quarti Australia e semi agli US Open..tre risultati che messi assieme mai nessuna italiana ha raggiunto. Senza contare i risultati in doppio ovviamente… troppi cali mentali. Ricordo una volta, credo fosse Wimbledon 2013 al primo turno perse primo set 6 0 senza fare nemmeno un punto, roba da record ATP/WTA.. Speriamo risalga la china ma già da troppo tempo è involuta
Purtroppo non è un errore, e per assurdo, sono anche equamente distribuiti: 18 a partita. È quasi impossibile da scoprire, ma penso che sia successo massimo altre 3-4 volte nella storia del tennis
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