Mentre gli appassionati italiani fremono per Roma, e sui social si sprecano i paragoni col torneo di Madrid, molto povero di pubblico, le competizioni volgono al termine in un contesto tecnico fatto di luce e ombre, specie nel torneo maschile. Oggi era la volta delle semifinali.
Nel femminile la partita più interessante ed equilibrata l’hanno giocata la romena Simona Halep, n. 5 del ranking e Petra Kvitova, ex vincitrice di Wimbledon. Ha vinto la prima in tre set (6-7 6-3 6-2), dimostrandosi ancora una volta una instancabile lottatrice, capace di fare tennis di pressione e di logorare l’avversaria anche psicologicamente. Era partita bene la giocatrice ceca, portandosi avanti di un break. Poi è stata recuperata e al tie-break è riuscita a spuntarla. Ma anche con un set di vantaggio la Halep sembrava averne di più soprattutto sul piano della resistenza. A vedere Petra, come sudava e come arrancava, sembrava provenire da 4 set contro Nadal. La ceca buttava le ultime energie nei primi game del secondo set e si portava avanti 3-1. Lì finiva la sua partita, con la romena che saliva in cattedra e massacrava senza se e senza ma la sua avversaria: parziale di 16 punti a 2, e situazione che si portava sul 5-3 in suo favore. Complessivamente 11 giochi a 2 da quel momento. Con la kvitova è così, ad un tratto si spegne la luce e addio rose. A nulla son serviti i diversi interventi del coach. Grande partita comunque giocata dalla Halep, che ha dato l’ennesima dimostrazione di solidità. Domani in finale si gioca assolutamente le sue chances. Avrà di fronte Maria Sharapova contro la quale ha giocato e perso due volte, nel 2012, ma era un’altra Halep, e tutto sommato forse anche un’altra Maria. Oggi la russa non ha sudato certo sette camice per far fuori Agnieszka Radwanska. Le ha tolto il servizio per 7 volte in nove turni di battuta, ed ha avuto un solo momento di difficoltà nel secondo set, quando Aga ha fatto 4 game consecutivi dei 5 complessivi, riuscendo quanto meno a durare oltre l’ora di gioco. Qualche problema al servizio per Maria, non brillantissima con questo fondamentale, che comunque arriva in finale avendo messo in fila Stosur, Li, Radwanska, e soprattutto da imbattuta in stagione sulla terra battuta.
Tra gli uomini, un torneo devastato dalle assenze, tre spagnoli in semifinale. La prima, tra Nadal e Bautista, serviva soprattutto a valutare le condizioni del primo, non essendo certo in dubbio il risultato. Rafa ha lasciato 7 games, 6-4 6-3. Nel secondo era avanti 4-0 e due palle per il 5-0. Lontano dai giorni migliori, ma per oggi era sufficiente. Domani contro Nishikori ci vorrà ben altro. Dal canto suo Bautista non ha certo sfigurato, ha fatto la partita che doveva fare, snaturando il suo gioco fondato sulla regolarità ed attaccando ogni volta che potesse. Il suo torneo del resto l’ha già vinto ottenendo la prima semifinale in un 1000 della sua carriera.
La partita del giorno è stata quella tra David Ferrer e Kei Nishikori, i quali hanno dato vinta ad una bellissima battaglia durata quasi 3 ore e conclusa a favore del giapponese col punteggio di 7-6 5-7 6-3. Per lui si tratta della prima finale di un Master 1000, giocatore in grandissima crescita su questa superficie, assolutamente da tenere d’occhio anche per Roma e Parigi. La partita ha avuto tanti momenti significativi, e di grande agonismo. Al termine del secondo set Ferrer si è tirato per una prima volta fuori dai guai, ha annullato un match point e portato il match al terzo e decisivo set, nel quale ha avuto la possibilità di andare avanti di un break al quinto games, ma ha invece perso lui il servizio e si è ritrovato sotto 5-2. A quel punto turno di battuta interlocutorio e quindi Kei è andato a servire per il match sul 5-3. E ha chiuso al nono match point (decimo contando anche quello del secondo set), annullando con delle prime risolutive anche tre palle break che avrebbero rimesso tutto in gioco. Un game che è durato quasi venti minuti. Grande partita, grande solidità. C’è da dire che Nishikori ha quasi sempre avuto l’iniziativa, ed ha corso la metà del suo avversario. Contro Nadal non ha mai vinto in sei precedenti, ma domani forse ha una mezza occasione da giocarsi, quanto meno se Rafa sarà quello di oggi.
In questo torneo, belle partite ne abbiamo viste, non tante per la verità. Ma abbiamo la possibilità di vedere due grandi finali. Agli scommettitori, consiglierei sommessamente di giocare contro pronostico.