Molte sono le questioni annose, le aporie e le diatribe, irrisolte e probabilmente irrisolvibili, che tengono banco in tutte le discussioni che pertengano il meraviglioso mondo del tennis. I tifosi, i profani, gli addetti ai lavori, gli appassionati ed i tennisti della domenica si cimentano in sanguinose discussioni aventi per argomento le più svariate e politrope questioni intorno alle quali orbita il pianeta a forma di pallina da tennis. Di queste accese discussioni è però fuor di dubbio che la quint’essenza, la massima espressione, sia quella sul GOAT: “Chi è il/la migliore tennista della storia?”. Per quanto tal tipo di disquisizione sia inesorabilmente destinata a confluire in una vana contrapposizione di visioni contrapposte facenti capo alle varie tifoserie, e sebbene tal tipo di analisi sia soventemente viziata dall’impossibilità di realizzare una comparazione che possa essere realmente oggettiva fra tennisti operanti in epoche diverse, è altrettanto fuor di dubbio come proprio questa categoria di disquisizione sia quella maggiormente in grado di esercitare il proprio fascino sul pubblico, il quale, dinnanzi alle affermazioni dei vari addetti ai lavori che di volta in volta si pronunciano in merito, è sempre solito infiammarsi.
Se in ambito maschile tanto, a volte troppo, è stato scritto in merito, in ambito femminile la discussione sul GOAT è molto meno frequentata, anche se ciò non la rende in alcun modo meno ardua e divergente.
In occasione del trentaseiesimo compleanno di Serena Williams, attualmente lontana dal mondo del tennis a causa della recente gravidanza, cerchiamo pertanto di rispondere all’annosa domanda: “E’ lei la migliore di tutti i tempi?”.
Partiamo dicendo che è insindacabilmente vero che la statunitense sia annoverabile, senza alcuna remora, per lo meno fra le tre migliori tenniste di tutti i tempi, in compagnia di due campionissime come Steffi Graf e Martina Navratilova. Facendo riferimento ai numeri, che sono in questi casi lo strumento più attendibile al quale far riferimento, la statunitense dimostra infatti il proprio assoluto valore, il quale valore si afferma in tutte le principali statistiche stilate dalla WTA. La statunitense è difatti la tennista ad aver vinto il maggior numero di slam nell’era open, 23 per l’esattezza, seguita dalla Signora Agassi, in arte Steffi Graf, assestatasi a quota 22, e dal duo statunitense composto dalle leggendarie Chris Evert e Martina Navratilova, appaiate a 18 successi. La sfida per il sacro Graal del GOAT si configura quindi come una sfida a quattro, che vede scontrarsi le quattro tenniste sopracitate. La statunitense occupa la terza posizione della classifica delle settimane al numero uno, con 319 settimane all’attivo, dietro alla Navratilova, 332, ed alla Graf, che ne vanta addirittura 377; segue al quarto posto Chris Evert con 260 settimane. Se osserviamo invece la classifica stilata in base al numero di tornei vinti, notiamo come Serena sia considerevolmente indietro rispetto alle dirette avversarie, dal momento che coi suoi 72 titoli segue da lontano il trio delle meraviglie, che si distanzia con i 107 di Steffi Graf, i 157 di Chris Evert e gli incredibili 167 di Martina Navratilova. Bisogna però considerare come la Williams abbia raggiunto tal risultato giocando sole 92 finali, a differenza delle 239 della Navratilova, delle 226 di Chris Evert e delle 138 della Graf.
Appare dunque chiaro come Serena sia indubbiamente una delle più grandi sportive che abbia mai solcato un campo da tennis, senza alcuna esitazione la migliore in attività: è però difficile, come già si è detto in apertura, paragonare le sue straordinarie performances con quelle altrettanto straordinarie delle colleghe di cui sopra. La Williams ha avuto dalla sua la fortuna di vivere una fase particolarmente instabile del circuito femminile, che le ha permesso di dominare in lungo ed in largo, intervallata dalla sorprendente quanto fastidiosa ricorrenza di varie meteore, tenniste in grado di raggiungere le prime posizioni del ranking, spesso approfittando fra l’altro dell’assenza stessa di Serena, ma che non hanno mai avuto la costanza di risultati tale da poter mettere in discussione il dominio assoluto della statunitense. Alla statunitense va però ugualmente riconosciuto il merito di aver saputo dar prova di una forza incontrastabile che ha costretto le sue avversarie a piegarsi costantemente sotto i suoi terribili colpi, soprattutto in occasione dei tornei dello slam, dove la Williams è riuscita non di rado a compiere gloriose cavalcate senza incontrare alcun tipo di opposizione. Si può quindi parlare di una mancanza di avversarie? In un certo senso sì, ma ciò non toglie alcun merito ad una campionessa del calibro della minore delle sorelle Williams.
A confronto con le avversarie in questa speciale corsa verso il titolo di GOAT, la Williams pecca però forse in costanza, dal momento che non è probabilmente in grado di reggere il confronto con mostri della continuità quali la Navratilova, in grado di vincere 13 titoli consecutivi, e 6 slam consecutivi, o la Graf stessa, che ha inanellato una spaventosa serie di 13 finali slam consecutive, oltre ad aver realizzato in ben due occasioni l’impossibile Grande Slam.
Possiamo quindi dire che Serena Williams sia la migliore di tutti i tempi? Probabilmente no, così come non possiamo però dire che lo sia Martina Navratilova, o ancora Steffi Graf. Trattasi difatti di grandiose campionesse che hanno riscritto, ognuna a modo suo, la storia del tennis in gonnella, ma è ancora una volta impossibile decretare in maniera definitiva una migliore in assoluto. Ancora una volta, ai posteri l’ardua sentenza.
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