In un recente articolo, apparso su FiveThirtyEightSports, è stata analizzata, grazie ad uno strumento elettronico, la carriera di Serena Williams in relazione a quella delle storiche campionesse con le quali si contende il titolo di GOAT. Il sistema fa riferimento prevalentemente a dati statistici, per cui esclude tutte le possibili variabili che esulano dai meri numeri. Nel momento in cui scriviamo, Serena Williams, 33 anni, è ancora in gara per vincere gli US Open 2015. Una vittoria a Flushing Meadows, New York, le regalerebbe il 22esimo Slam della sua carriera, permettendole di pareggiare i conti con Steffi Graf per il maggior numero di titoli del Grande Slam nell’era Open (si escludono parte dei 24 Slam di Margaret Court, precedenti al 1969).
La Williams può godere del più grande divario nella storia del tennis moderno, tra se stessa e le avversarie, avendo, in questo momento, più del doppio dei punti della numero due del mondo Simona Halep. E con l’aiuto di una macchina del tempo, Serena sarebbe capace di battere anche le più forti rivali di sempre, probabilmente. Così, ovviamente, la Williams è la più forte di tutti i tempi, giusto? Non del tutto.
Per guardare più in profondità la carriera della Williams, e per confrontarla con le sue rivali attuali e storiche, abbiamo impiegato uno strumento, Elo, con cui i lettori del sito hanno ormai familiarità. Utilizzato anche nel calcio, NBA, NFL, è un dispositivo senza dubbio divertente per chi ama fare statistiche. Elo sicuramente mette la Williams nella parte più alta tra i giocatori di tennis del femminile, ma racconta una storia un po’ diversa rispetto al solito. In particolare: se la Williams è una leggenda, ed è stata capace di fare cose senza precedenti per una giocatrice della sua età, è altrettanto vero che la sua imbattibilità è strettamente connessa alla relativa debolezza delle giocatrici attuali.
La possibilità che Serena abbia beneficiato di una “concorrenza debole” è un pensiero abbastanza diffuso, e certamente discutibile, ma Elo ci offre un modo utile per esaminare esattamente cosa implica tale possibilità.
Per chi non lo sapesse, Elo è un metodo di valutazione originariamente sviluppato per gli scacchi, ma successivamente adattato per molti sport, tra cui il tennis. E’ molto semplice: due giocatori si sfidano in una partita, sulla base dei punteggi precedenti. Elo utilizza le loro valutazioni per prevedere il loro esito nello scontro diretto, e poi aggiorna i rating a seconda del risultato. Non è senza limitazioni: Elo basa ogni previsione testa a testa, esclusivamente sulle valutazioni dei due giocatori, che, a loro volta, sono influenzate solo dai precedenti risultati nelle partite. Ciò significa che un sacco di informazioni (come ritiri, stato di forma, infortuni ecc. ) vengono completamente ignorate.
Il nostro metodo include sia tornei del Grande Slam sia tornei del circuito WTA, trattando le partite in modo analogo. Un titolo del Grande Slam conta molto di più per gli addetti ai lavori e per gli appassionati, ma le donne giocano sempre al meglio dei 3 set e ciò permette di poter comparare i risultati. Eliminare alcune importanti partite significherebbe omettere la maggior parte dei nostri dati, tra cui molti degli incontri tra i migliori giocatori.
La prima cosa che spicca è una: anche se questo è stato il periodo più produttivo della carriera della Williams, per quanto riguarda gli Slam conquistati, Elo pensa ancora che Serena abbia raggiunto il picco intorno al 2003 (vedi immagine in alto).
Elo ci offre un quadro completo di alti e bassi nella carriera della Williams. A 17 anni, aveva vinto il suo primo major, e a 20 ha raggiunto l’obiettivo di sempre, diventare la numero uno del mondo. A 21 anni, aveva già incamerato ben 4 major, battendo in finale sempre sua sorella Venus. Serena sembrava indirizzata verso un dominio incontrastato. Poi è arrivata la calata. Serena ha smesso di dedicarsi completamente al tennis, si allenava poco, giocava male, a tal punto che la Evert arrivò a pensare che di lì a breve avrebbe deciso di smettere per mancanza di motivazioni. La Williams ha anche perso tempo per motivi che esulano dai suoi hobby extra-tennistici. Mesi dopo aver completato il suo primo Serena Slam, ha subìto un infortunio al ginocchio. Lei e la sua famiglia poco dopo hanno dovuto fronteggiare l’orrore dell’omicidio della sorella Yetunde.
Serena Williams ha vinto un solo titolo importante tra i 22 ed i 25 anni, periodo normalmente florido per una giocatrice, nel tennis femminile. I suoi successivi cinque anni, nonostante continui stop e distrazioni, sono stati comunque più produttivi, con sei titoli major conquistati che l’hanno portata a quota 13 Slam. Ma all’età di 30 anni, la Williams era ancora ben lontana dai ritmi di Margaret Court (21 major all’età di 30, 24 nella sua carriera) e di Steffi Graf (che ha vinto tutti i 22 della sua carriera major all’età di 30 anni). La Williams infatti stava tornando da problemi di salute molto gravi, tra cui l’embolia polmonare ed una lesione al tendine, che nel 2011 sembravano aver messo in dubbio le sue possibilità di tornare competitiva. Da quel momento, è cambiato qualcosa nella sua testa ed ha conquistato ben 8 Slam dopo i 30 anni (nessuna ne aveva vinti più di 4).
Il resto è storia.
Eppure, nonostante otto importanti vittorie, tra cui quattro di fila (and counting. . . ), il picco della Williams sembra non essere ancora sufficientemente alto. Non solo, Elo suggerisce anche che lei era migliore nel 2002 e 2003, e che Justine Henin era migliore nel 2007 (dopo aver raggiunto sette finali importanti, vincendone quattro in un arco di tre anni).
La cosa incredibile nel grafico di Serena è che lei è riuscita ad ottenere un secondo picco nella sua carriera, ma nessuno dei suoi picchi è alto quanto quelli di Navratilova, Graf e Monica Seles.
Allora, cosa vorrebbe significare questa cosa?
Navratilova, Graf e Seles regnavano nel tennis, pur avendo dovuto affrontare spesso giocatrici di elitè (si esclude dall’analisi la parentesi dell’accoltellamento della Graf, che ha distorto in parte la storia del tennis). Quando Navratilova ha vinto sei major in due anni, ha dovuto battere la Evert in quattro delle finali. Graf e Seles erano invece in concorrenza tra loro, con Sanchez (4 major) e Capriati (3 major). In mezzo a tanta grandezza, la Seles ha dominato in un periodo splendido dal 1991 fino all’aprile del 1993, vincendo sette degli otto major disputati. La sua ascesa, più ripida di quella di tutti gli altri grandi campioni, è stata interrotta quando è stata accoltellata ad Amburgo da un fan della Graf nel 1993. Seles tornò 28 mesi dopo, ma non era più la stessa campionessa, tanto che non riuscì più a raggiungere la prima posizione nel ranking.
Anche la Williams ha affrontato una dura concorrenza all’inizio della sua carriera, se pur senza rivali vere e proprie. L’ultima volta che la Williams aveva vinto 4 Slam di fila risale ad oltre 10 anni fa, quando era in competizione con Venus, sua sorella, con le colleghe americane Lindsay Davenport e Jennifer Capriati; con la campionessa di 5 major Martina Hingis; e con le rivali belghe Justine Henin e Kim Clijsters.
Quando la Williams è tornata dopo i problemi di salute, le sue storiche rivali erano ormai alla fine della loro carriera, o già ritirate. Ma, come ha detto un esperto, “molte rivali di Serena si sono ritirate a causa di Serena stessa”. Henin e Clijsters hanno lasciato il tennis, sono poi tornate, con qualche exploit, ma senza riuscire a dominare nel tempo. Poi Martina Hingis, che ha tentato il ritorno alla competizioni, invana, ed ora di dedica al doppio; Maria Sharapova che dopo l’infortunio alla spalla non è più la stessa ormai e dal 2005 non batte più Serena; Kvitova ed Azarenka che, con i loro alti e bassi, sono riuscite a conquistare due Slam. Il vuoto sotto Serena Williams è stato tale che tre donne, Dinara Safina, Caroline Wozniacki e Jelena Jankovic, hanno trascorso 4 anni (sommati) al numero 1 del mondo, tra il 2008 e il 2012, senza però mai vincere una sola prova importante.
In altre parole, il tennis femminile non è riuscito a sfornare più campionesse di alto livello. Ora solo due giocatrici in attività hanno vinto più di due titoli del Grand Slam: Venus Williams (sette major), che è ancora competitiva, ma affetta da una malattia auto-immune; e Maria Sharapova (cinque), che ha perso le ultime 17 partite contro Serena Williams.
Può sembrare strano il fatto che le avversarie della Williams siano deboli, se si considera che gli atleti moderni tendono ad allenarsi sempre meglio. Per la maggior parte degli sport, in una macchina del tempo immaginaria, i professionisti mediocri di oggi riuscirebbero probabilmente a battere gli eroi di un tempo, e non abbiamo alcun motivo di pensare che questo sia da escludere anche nel tennis.
Non possiamo confrontare direttamente i giocatori di oggi con i giocatori del passato, per esempio, degli anni ’80, ma Elo ci permette di confrontarli in modo indiretto, attraverso avversari comuni. Costruisce confronti, match per match. La Williams si colloca, grazie alla sua longevità tennistica, tra ben due epoche. E i suoi risultati, confrontati, ci dicono che, mentre la Williams è stata sempre più forte, la forza relativa delle sue rivali è stata sempre più debole. Infatti, il divario tra la Williams e e le altre tenniste è talmente ampio che Elo le attribuisce solamente 5 punti per una vittoria contro Sharapova, ma gliene togli 15+ per ogni sconfitta. Ad esempio, la sconfitta della Williams in semifinale a Montrèal contro Belinda Bencic, ha annullato quasi tutti i punti che lei aveva conquistato vincendo a Wimbledon.
C’è una tendenza a pensare che è ingiusto penalizzare un atleta solamente per essere nato in un’epoca in cui gli avversari sono sostanzialmente più deboli. Ed è inoltre paradossale sentenziare dove finisce la debolezza dell’avversario e dove invece inizia la supremazia del campione. Se i tuoi avversari sono deboli, ci si aspetta solamente che tu vinca più spesso.
E’ possibile che la Williams sia ampiamente più forte di chiunque altro e che Elo non sia in grado di captare tale brillantezza? Ma mentre Serena è 48-2 quest’anno, nel bilancio vittorie/sconfitte, queste due sconfitte sono molto significative. Inoltre, se fosse stata così più forte, avrebbe dominato in tutte le 48 vittorie. Ma lei è stata costretta al terzo set ben 17 volte. Ma il discorso potrebbe essere inverso: la sua grandezza non è evidenziata dal fatto che lei abbia vinto molte volte pur giocando al 50% delle sue possibilità? Abbiamo calcolato diverse versioni di Elo utilizzando ogni set, e poi ogni game. Se Williams davvero strapazzasse le avversarie, avrebbe un divario assoluto nei confronti delle altre, nel grafico. Lei è vincente perché è meglio di chiunque altro. Eppure, pur essendo in vantaggio 8-3 nei major oltre i 30 anni, rispetto alla Navratilova, solamente adesso la Williams l’ha raggiunta nel picco.
Serena e Venus Williams sono state cresciute da papà Richard ed allenate a Compton per diventare la migliore coppia di sorelle nella storia del tennis. Eppure la loro ascesa tennis è stata, se vogliamo, leggermente tardiva rispetto alle bambine prodigio del passato, tra cui la stessa Graf, la Capriati ecc. , e nel caso di Venus, la discesa è iniziata, dati alla mano, proprio dopo i 30 anni, anche se, come detto, a causa di problemi di salute.
Ora, Serena Williams si distingue tra le altre per la sua competitività nel tempo, e per la capacità di essersi reinventata oltre i 30 anni. Non c’è stata tennista che a 32 anni abbia vinto quanto lei. In altre parole, rinascita di Serena è reale, e non casuale.
Secondo Elo, la Williams potrebbe continuare ad essere la miglior giocatrice del mondo per altri due anni, superando Margaret Court, e tra 4 anni potrebbe ancora essere nella Top10.
Potrebbe emergere una nuova rivale? Certo, è possibile. Ma sarà difficile per le giovani leve contrastare una Williams ancora centrata ed al top della forma. Se si considera poi il fatto che l’età media tra le tenniste si è alzata notevolmente, tanto da aver portato alla scomparsa delle baby-prodigio, Serena potrebbe non dover fare i conti con le nuove generazioni.
“Mi sento benissimo”, ha detto Serena dopo la vittoria a Wimbledon. “Io sicuramente non mi sento vecchia. Penso che nella vita sono ancora piuttosto giovane.”