Serena Williams: “Non sento più la pressione che avevo da bambina”

Solamente un titolo del Grand Slam separa Serena Williams da un appuntamento con la storia. Una corsa, o meglio, una scalata intensa, ricca di peripezie, in cui il suo spirito di abnegazione ha avuto la meglio, nei momenti clou, sulla sua indole di attaccante, permettendole di prolungare una striscia di vittorie che ha conosciuto, durante la stagione, solamente due sconfitte.
“C’è ancora molto da vincere, ma il mio obiettivo è quello di continuare a crescere”, ha detto martedì. “Ho ancora piacere a scendere in campo e ad esprimere il mio gioco a 360°. Ho una prospettiva diversa da qualche anno a questa parte. Sono intensa quando sono là fuori, ma mi rendo anche conto che la vita è super breve e che non ci sono certezze sul futuro.”

La Williams è accreditata della prima testa di serie al Western & Southern Open, oltre ad esserne campionessa uscente, e vede questo ultimo torneo sul cemento americano come un riscaldamento per gli US Open. Pochi giorni fa ha subìto una cocente sconfitta alla Rogers Cup di Toronto, per mano della svizzera Belinda Bencic, che, secondo molti, potrebbe aver fatto nascere in Serena qualche dubbio circa la sua assoluta imbattibilità. Come ben sappiamo però, la Williams negli Slam sa reinventarsi e riesce sempre a trovare un’arma per venirne fuori vittoriosa.

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La statunitense, numero uno delle classifiche, ha comunque già in tasca il “Serena Slam”, avendo vinto in successione le ultime 4 prove del Grand Slam, dallo Us Open 2014. L’ultimo Calendar Grand Slam, arricchito anche dalla medaglia d’oro olimpica, risale al 1988, quando a metterlo a segno fu la tedesca Steffi Graf.

“Penso che il ‘Serena Slam’ sia un obiettivo davvero incredibile,” ha detto. “Non pensavo che avrei potuto farlo di nuovo. Voglio dire, ho pensato che sarebbe stato molto bello ripetermi, ma avevo qualche remora… E’ affascinante. E ‘impressionante. E’ pazzesco.”

A 33 anni e con tanti tornei alle spalle ormai vinti e stra-vinti, Serena è arrivata ad un punto della sua carriera nel quale può decidere se continuare a dominare le scene, oppure ritirarsi a vita privata, dedicando alle sua innumerevoli attività extra-tennistiche. “Questo è ciò che rende divertente il tutto,” ha detto. “Io non devo vincere. Io voglio vincere. Non ho più la pressione di quando ero una bambina prodigio con mille aspettative.”

Lei dice che il miglioramento è diventato importante quasi quanto il risultato. Questa è una ragione per la quale spera di giocare bene a Cincinnati. “Mi piacerebbe fare bene qui, soprattutto dopo una settimana deludente come la scorsa,” ha detto sorridendo. “Anche se poi non vincerò, non sarà un problema, ma spero solamente di giocare meglio tecnicamente e tatticamente.”

Allo stesso tempo, Serena si rende conto che il tempo stringe nella sua carriera nonostante, guardando i risultati, sembrerebbe che si stia parlando di una giovincella di primo pelo ancora nell’apice della carriera. Il suo tennis è di sicuro inossidabile, non risente dello scorrere del tempo. “Penso che sia una buona analogia quella del maratoneta e della maratona,” ha detto. “Non sono giovanissima, so di essere ormai nel rush finale della corsa. Non credo di avere molto più tempo per giocare, ma spero almeno un altro po’.”

Le sua aspettative sono ormai tutte rivolte su Flushing Meadows. “Penso che sarebbe bellissimo poter vincere di nuovo,” ha detto. “E’ fantastico, anche se c’è un sacco di pressione. Mi piacerebbe vincere lo Us Open più di chiunque altro.”

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