È sicuramente un passaggio molto delicato quello tra la terra di Parigi e l’erba inglese, le due superfici più distanti in termini di caratteristiche. Non è un caso che abbiano anche un albo d’oro molto diverso. Il Roland Garros ha lasciato tanti – se non tutti – a bocca aperta, e solitamente la stagione sui prati è altrettanto generosa in fatto di sorprese. Vediamo allora quali giocatrici sono pronte a rivestire il ruolo di reginetta del ballo, quali attendono solo di emergere per la prima volta e quali rischiano di deludere le aspettative.
Ashleigh Barty
Ci sono molti motivi per iniziare proprio da lei; non solo l’australiana è ora al numero 2 del mondo e abbastanza vicina al vertice da farci un pensierino, non solo ha appena vinto il suo primo Slam e si è portata in testa alla Race to Shenzhen, ma Ashleigh è anche una delle migliori interpreti dell’erba. Servizio incisivo, slice tagliente, variazioni, ottima mobilità anche grazie al baricentro basso e ciliegina sulla torta, un gioco a rete tra i migliori del circuito. Non è stata poca la sorpresa nel vederla trionfare proprio a Parigi, dove il suo tennis ha sempre faticato a trovare una dimensione, quindi sull’erba potrebbe potenzialmente fare ancora meglio. Lo scorso anno dopo aver conquistato il titolo a Nottingham si era spinta fino ai quarti a Eastbourne e poi al terzo turno a Wimbledon; quest’anno potrebbe migliorare sensibilmente a livello Slam. Se non sentirà la pressione sarà una seria candidata al titolo, che le consentirebbe automaticamente di riportare un’australiana in cima al ranking dopo Evonne Goolagong, numero 1 più di 40 anni fa.
Naomi Osaka
La nipponica potrebbe essere pronta al risveglio definitivo. La stagione su terra è molto complicata da gestire per lei, ma il ritorno alle superfici rapide potrebbe ridarle la forma migliore. Lo scorso anno dopo la vittoria a Indian Wells era praticamente scomparsa dal campo, la pressione l’aveva resa il fantasma di sé stessa. Sono stati mesi molto intensi e cruciali per la sua crescita, che l’hanno portata ad una maggiore consapevolezza di sé e soprattutto le hanno ridato la voglia di giocare e di lottare, smarritasi in California con quel trofeo. Su erba aveva dato buoni segnali lo scorso anno, con una semifinale a Nottingham – sconfitta proprio da Barty – e il terzo turno a Wimbledon, perso con la futura campionessa Kerber. Naomi sembra aver ritrovato il sorriso e la voglia di stare in campo dopo una primavera difficile e potrebbe davvero essere pronta per conquistare il terzo titolo Slam di una carriera che sta solo iniziando.
Petra Kvitova
La ceca è una delle migliori interpreti dei prati inglesi, oltre a essere uno dei talenti più puri di questa generazione, ma le condizioni in cui arriva al suo periodo dell’anno preferito non danno troppa tranquillità. Costretta al ritiro a Roma e poi al forfait a Parigi, Kvitova ha scelto di rimandare anche l’esordio su erba, previsto inizialmente a Birmingham, dove difende il titolo. Per sua fortuna non ci sono altri punti in uscita, visto che lo scorso anno a Wimbledon si fece sorprendere al primo turno da Sasnovich, in uno slam in cui avrebbe avuto tutti i pronostici a favore. Nel caso in cui Kvitova recuperasse a pieno la forma fisica sarebbe senza dubbi la favorita a Londra, ma per ora le condizioni sembrano indicare che non ci sarà il terzo trofeo Slam nella sua bacheca.
Serena Williams
È lei il grande enigma di questa edizione. Alcuni la danno ancora per favorita, altri invece per finita; la verità probabilmente è che Serena punta ancora allo Slam numero 24, ma lo vuole raggiungere con il minimo sforzo. Mentre la sorella Venus ha chiesto una wildcard per Birmingham, ancora tutto tace per Serena, che potrebbe tornare direttamente a Wimbledon, dove difende la finale raggiunta nel 2018. Se è vero che su erba servizio e risposta le bastano per superare molti ostacoli, prima o poi si troverà davanti qualche giocatrice con cui questo non sarà sufficiente, e vista la prestazione a Parigi non si possono avere grandi aspettative al momento. Tocca aspettare e vedere in che condizione fisica ci arriverà, ma anche Serena è cosciente del fatto che potrebbe essere una delle ultime occasioni per sollevare un grande trofeo.
Angelique Kerber
Angelique si è smarrita. Dopo un mese di fuoco a cavallo tra febbraio e marzo culminato con la finale a Indian Wells, la ex numero 1 del mondo si è fatta da parte, uscendo anche al primo turno a Parigi. Sarebbe un errore darla per finita, perché è la stessa cosa che accadde nel 2017, quando dopo la miglior stagione della sua carriera aveva avuto un calo per poi tornare grande nel 2018. Prima della grande cavalcata londinese, che le avrebbe fruttato il terzo titolo Slam in carriera, la teutonica aveva già raggiunto la semifinale a Eastbourne, persa con un’ottima Wozniacki. Replicare le imprese di 12 mesi fa sembra utopia, il rischio ora è quello di crollare anche in classifica e lasciar posto alle nuove leve, vedremo se Kerber saprà invece risorgere ancora una volta.
Amanda Anisimova e Iga Swiatek
Sono loro le grandi mine vaganti di queste settimane, e non solo perché sono le due Under18 più forti al mondo, ma perché hanno appena raggiunto i migliori risultati Slam sulla superficie a loro meno congeniale. Swiatek meno di un anno fa si aggiudicava l’edizione junior di Wimbledon, Anisimova invece era stata costretta a saltare la stagione su erba, ma i suoi colpi piatti e profondi, uniti all’ottimo servizio, fanno intuire che potrebbe farsi largo anche qui. Di questo passo la polacca potrebbe puntare a chiudere l’anno nelle prime 30/40 del mondo, mentre Anisimova può e deve sognare in grande: a Parigi la finale le è scivolata via dalle mani proprio quando pensava di averla in pugno, ma se saprà imparare dalle sconfitte non passerà molto tempo prima di giocarsi l’atto conclusivo di uno Slam. Entrambe sembrano perfette per questi campi; c’è solo da capire se sarà già quest’anno il primo exploit nel Regno Unito.
Donna Vekic
È impressionante pensare che la croata sia coetanea di Barty. Se è vero che l’australiana ha nel suo passato anche una pausa di due anni dal tennis, Vekic è nel circuito maggiore da molte stagioni ormai e con una continuità impressionante, ma forse è arrivato il momento di fare lo step decisivo. Fu proprio su erba che si mise in mostra la prima volta, raggiungendo la finale a Birmingham a soli 16 anni ma cedendo a Daniela Hantuchova, e i suoi migliori risultati sono sempre arrivati sulle superfici più rapide con un rimbalzo basso, come erba o tappeto indoor. In questo momento la croata è numero 22 del mondo, suo best ranking, ma i tempi sembrano maturi per provare a spingersi più in là, migliorare gli ottavi di finale raggiunti a Wimbledon nel 2018 e ritagliarsi uno spazio ai vertici del tennis che conta. Potrebbe essere proprio lei il cavallo su cui puntare a questo giro.
Marketa Vondrousova
La ceca è stata una delle grandi sorprese dello Slam parigino, anche se ottimi segnali li stava dando ormai da tempo. Completa sotto ogni aspetto, anche se ancora fragile mentalmente nei momenti importanti, Marketa ha ormai il marchio di predestinata e ci sono grandi aspettative su di lei, anche se rischiano di essere largamente deluse in queste settimane. Se è vero infatti che il suo tennis ricco di variazioni potrebbe essere valido anche su erba, la sua storia fino a qui ci dimostra il contrario. La ventenne ceca non ha mai vinto un match in un tabellone principale WTA sul verde, perdendo sempre al primo turno nel 2018 e vincendo solo qualche match di qualificazione nel 2017. Le cose sono ovviamente cambiate nel frattempo e questo tabù verrà presto sfatato, ma sarebbe assurdo aspettarsi risultati simili a quelli su terra per poi rimanere delusi e definirla già un fuoco di paglia. Per Marketa ogni match vinto porterà punti ed esperienza, poi con il cemento potrà tornare a dire la sua al 100%.
Johanna Konta
Ultima ma non ultima, la numero 1 britannica Johanna Konta, orgoglio della sua nazione. Konta è stata già semifinalista a Wimbledon e ha sicuramente trovato negli anni un grande feeling con le superfici rapide, erba in primis, ma quest’anno si è riscoperta – con nostra e forse anche sua sorpresa – un’ottima interprete della terra. Dopo aver ripreso quota nel ranking grazie a queste ultime grandiose settimane, che l’hanno portata in semifinale a Parigi, Konta potrebbe essere pronta a tornare ai livelli del 2017, anche perché dopo Nottingham, dove difende la finale, non ha molti punti in uscita e a Wimbledon sarà per forza una delle grandi favorite. Abbiamo imparato – e insieme a noi anche diverse malcapitate, tra cui Stephens – che se a Konta funziona il servizio, c’è davvero poco da fare. Dovranno stare tutte attente, perché la nativa di Sydney potrebbe davvero aver ritrovato il bandolo della matassa.
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Barty. Con un braccio come il suo, sull’erba, prende la pallina, gliela incarta e gliela spedisce direttamente a casa.