Steffi, Angie e le altre: tenniste che hanno fatto grande la Germania

Dopo l’incredibile era di Steffi Graff la Germania ha subìto un forte rallentamento ma negli ultimi 10 anni ha avuto una rinascita improvvisa, trovando quattro giocatrici da top10 e persino una numero 1 del mondo e campionessa Slam come Angelique Kerber. Il futuro però non sembra così roseo.

La Germania è uno dei paesi più estesi d’Europa, con una tradizione antica, grandi strutture e opportunità per i tennisti che vi crescono. Negli anni Novanta ha giocato un ruolo da protagonista grazie ad una delle più grandi atlete di tutti i tempi, numero 1 del mondo per 377 settimane, una donna che ha vinto tutto sul campo, Steffi Graf. Ci sarebbe troppo da dire, riassumere una delle carriere più di successo di questo sport è impresa alquanto ardua. Con 107 titoli, di cui 22 Slam, 900 vittorie in singolare, 5 WTA Finals e l’oro olimpico, Graf è da tempo nell’olimpo del tennis e non basterà neanche il tempo per togliercela. Dopo i tanti successi di Steffi però, la Germania va incontro ad un periodo difficile, in cui fatica persino a trovare delle top50. Per tutti i primi anni di questo terzo millennio riesce a fare affidamento solo su Anna-Lena Groenefeld e Anna Muller, ma senza risultati di rilievo. Nel 2009 un nome fa il suo debutto nel circuito WTA, un nome che sarà amato come pochi, ma che sarà colpito dalla sfortuna senza tregua.

Sabine Lisicki è una ragazza bionda dotata di un fisico possente e di un servizio devastante, ma serve ancora qualche anno per poterla vedere come protagonista del circuito. In contemporanea qualcosa comincia a muoversi e un’altra ragazza fa il suo debutto ai piani alti; Andrea Petkovic picchia forte da fondocampo, è simpatica e alla mano e si mette in luce da subito per un’innata ironia. Poco più giù in classifica ci sono le due tenniste mancanti all’appello per completare il Dream Team teutonico che avrebbe riportato alla gloria la Germania. Julia Goerges colpisce la palla forte come poche, Angelique Kerber è dotata di una rapidità di gambe e visione del gioco unica. Dal nulla, le quattro paladine prendono d’assalto la classifica e cominciano a farsi le ossa nel tour maggiore. Sabine Lisicki ha avuto una carriera, ad ora, breve, seppur intensa. Ha saputo interpretare come poche il rimbalzo unico dell’erba di Wimbledon, sfruttando al meglio il vantaggio offerto da un servizio devastante per raggiungere una finale e una semifinale, migliori piazzamenti della sua carriera, arrivando a sfiorare il titolo nel 2013 ma cedendo più alla pressione che alla sua avversaria, Marion Bartoli. La sfortuna comincia a farsi viva dal 2014, costringendola a sempre più ritiri e nel 2016 perde terreno al punto di uscire dalle prime 100 al mondo, e poi dalle prime 200 nel 2017. Comincia ad apparire sempre meno di frequente, cercando di curare prima la spalla e poi il ginocchio, ma più il tempo passa e più il rientro sembra non essere più un’opzione. Andrea Petkovic invece ha potuto contare su una carriera ben più solida e longeva, con una rapida ascesa iniziale che l’ha portata nel 2010 nelle prime 50 del mondo e nel 2011 tra le migliori 10, con ben tre quarti di finale nei tornei dello Slam. Il 2012 ha rappresentato uno stop per fortuna di lieve entità, che l’ha momentaneamente allontanata dai campi e dalla top100, ma la carriera di Andrea ha ripreso alla grande e un paio d’anni dopo ha rimesso piede in top10, con in tasca una semifinale Slam al Roland Garros e diversi titoli WTA in più.

Angelique Kerber quest’anno ha alzato il trofeo di Wimbledon sconfiggendo in finale Serena Williams.

Gli ultimi 3-4 anni sono stati vissuti da giocatrice ordinaria del tour, con pochi acuti ma una buona continuità, che le ha permesso di rimanere nelle prime 100 giocatrici del mondo. La teutonica ha già parlato di ritiro, ma si concederà ancora almeno una stagione, per concludere l’ottima carriera nel migliore dei modi. Meno costante invece Julia Goerges, che ha vissuto due vite tennistiche, quasi separate tra loro. Ancora molto giovane, nel 2011 stupisce tutti e si aggiudica il trofeo di Stoccarda davanti al pubblico di casa. Lanciatissima verso i vertici del ranking, negli anni seguenti il suo tennis subisce un tracollo e Julia sembra un’altra giocatrice. È un periodo buio che si protrae a lungo, ma c’è luce alla fine del tunnel, e all’improvviso Goerges sembra rinascere, anche grazie al doppio giocato insieme a Karolina Pliskova. Nel 2017 torna a giocare ad alti livelli con continuità e riesce a partecipare all’Élite Trophy di Zhuhai e ad arrivare al numero 14 del mondo. Nel 2018 arriva la semifinale a Wimbledon, persa contro Serena Williams, e la tanto agognata top10. Nel 2019 il suo rendimento comincia a calare, rimanendo comunque nelle prime 40 del mondo, ma resta ancora da capire se sia iniziato il declino definitivo o se Goerges abbia ancora qualche asso nella manica. Ultima ma soltanto per ordine, Angelique Kerber, unica giocatrice tedesca in grado di vincere uno Slam dopo Steffi Graf.

Fa il suo arrivo nel circuito nel 2011, raggiungendo una semifinale agli Us Open tanto inaspettata quanto dolorosa per i tifosi azzurri, visto che al turno precedente estromette Flavia Pennetta. La brindisina si sarebbe rifatta con gli interessi, ma era impossibile saperlo all’epoca. Pochi mesi dopo fa il suo ingresso in top10 e a fine 2012 è tra le migliori 5 al mondo, con una continuità di rendimento impressionante. Prosegue con questi ritmi fino al 2016, quando tutto cambia. Agli Australian Open la 28enne di Brema raggiunge la sua prima finale Slam e si trova ad affrontare la più grande tennista di tutti i tempi, Serena Williams. Ma Angie non crolla, non cede alla pressione e dopo una dura lotta può buttarsi a terra e gioire, perché Melbourne è sua. Ma il successo è appena cominciato, perché qualche mese dopo, a Wimbledon, Kerber raggiunge una nuova finale Slam, questa volta persa da Serena, seguita dall’argento olimpico, e a fine agosto conquista il secondo titolo Slam dell’anno superando una scatenata Karolina Pliskova. Dopo una stagione simile, la vetta del ranking non può che essere sua. Il 2017 è un anno difficile e confermare quanto fatto nei mesi precedenti è una missione troppo complicata, ma Kerber non è finita. Nel 2018 si risolleva, ritrova la sua forma migliore e dopo tanti ottimi piazzamenti arriva anche la vittoria a Wimbledon, il suo terzo Slam, ancora una volta ai danni di una Serena Williams rientrata da poco dopo la maternità. Angelique è ancora tra le migliori 3 del mondo. Nel 2019 fatica però a ingranare, nonostante la sua prima finale in Premier Mandatory, a Indian Wells, e pare non essere più in grado di stare tra le prime al mondo. Mai dare però per finita Angelique, questa è una lezione ormai chiara a tutti.

Purtroppo per la Germania, con Petkovic e Lisicki ben lontane dalla forma migliore e Goerges e Kerber in calo, il quartetto d’oro, capace di aggiudicarsi anche la Fed Cup in questi anni, sembra essere ormai vicino alla fine. Il futuro non è altrettanto roseo, poiché le varie Lottner, Witthoeft, Gerlach e Hobgarski sembrano essere lontane da un grande exploit. Il rischio concreto che per qualche anno la squadra tedesca rimanga a secco di vittorie c’è, ma è probabilmente solo questione di tempo prima che arrivi una nuova promessa, che provi magari a spingersi ancora più in alto, verso la stella (quasi) irraggiungibile di Steffi Graf.

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