In questa settimana gli appassionati di tennis hanno potuto ammirare un’interprete totalmente diversa dalle altre: Su-Wei Hsieh.
A 32 anni la tennista asiatica è riuscita ad iniziare l’anno nel migliore nei modi con la semifinale ad Auckland e con l’ottavo di finale agli Australian Open ben 10 anni dopo il primo.
Hsieh aveva iniziato il suo percorso nel peggiore dei modi. Nel primo set contro Lin Zhu faticava a trovare la palla, commettendo errori insoliti anche a rete e subendo un netto 0-6.
Nel secondo set i ruoli si invertono e Hsieh riesce a ricambiare il favore, 0-6 6-0. Dopo due set vinti in maniera così netta, il terzo set non poteva che concludersi 8-6 a favore della tennista di Taipei.
Dopo un primo turno rocambolesco sul campo 15, Su-Wei riesce a conquistarsi la Rod Laver Arena in un secondo turno che la vede sfavorita. In pochi pensavano che Garbiñe Muguruza, seppur non al massimo della condizione fisica, potesse faticare o addirittura perdere contro la Hsieh, anche a causa del suo bilancio estremamente negativo contro le top 10 (1 vittoria contro Konta al Roland Garros 2017, 15 sconfitte).
Anche al terzo turno Hsieh parte sfavorita contro Agnieszka Radwanska, ma la sua favola sembra continuare e riesce a chiudere in due agili set.
Agli ottavi ha incontrato probabilmente la tennista più in forma della stagione, Angelique Kerber, che ha già vinto questo torneo due anni fa e che sembra essere sulla strada per vincerne un terzo.
Sorprendentemente il primo set va nelle mani dell’asiatica col punteggio di 6-4. Il secondo set è equilibrato, e sul 4-5 Kerber è anche costretta a servire per restare nel match. Da lì il match gira, la tedesca si aggiudica il set per 7-5 e vince facilmente il secondo 6-2.
Ciò non toglie onore al fantastico torneo che Su-Wei Hsieh ha giocato, aiutata dal suo gioco atipico che riesce a mettere in difficoltà le avversarie.
Un dritto a due mani sempre più raro da trovare, colpi estremamente piatti caratterizzati non dalla potenza ma dal piazzamento.
Un tennis completo, fatto da smorzate, discese a rete, volée e demivolée pregevoli. Il tocco è decisamente l’arma più importante per Hsieh, ex numero 1 in doppio e vincitrice di due slam, che quando è sostenuta dal fisico può essere una minaccia per le giocatrici che soffrono le sue continue variazioni.
Anche il pubblico di Melbourne non ha potuto che apprezzare la semplicità della giocatrice, sostenendola durante i match e divertendosi le sue interviste in campo.
Nella conferenza stampa dopo il match di quarto turno ha dichiarato di non avere un piano ben preciso in campo, ma di seguire il “Su-Wei Style”. Scende in campo e improvvisa, fa quello che crede sia meglio fare e in questi giorni sembra averlo fatto pienamente, adattandosi alle caratteristiche delle avversarie per metterle in difficolta.
Anche in conferenza i momenti divertenti non sono mancati. Un giornalista le ha fatto notare la presenza di molti insetti in campo, ma lei ha preferito spostarli a bordo campo invece che ucciderli senza sembrare infastidita, a differenza di Radwanska. “Era infastidita da me? Ah, era infastidita dagli insetti. L’importante è che non fosse arrabbiata con me (ride).”