Dopo avere raggiunto gli ennesimi quarti di finale in una prova del Grande Slam, Carla Suarez-Navarro ha parlato alla radio spagnola dei suoi Australian Open, del suo rientro in top-ten, delle sue avversarie ma, soprattutto, si è detta certa di potere vincere uno Slam e di non volere essere etichettata come: “quella che si fermava ai quarti”.
Dopo un mese di gennaio più che positivo in cui ha raggiunto la semifinale a Brisbane ed i quarti di finale agli Australian Open, Carla Suarez-Navarro si è raccontata in una lunga intervista alla radio spagnola. “E’ sempre molto difficile arrivare in fondo ad uno Slam.”, dice la tennista delle Canarie, “sono comunque molto felice di essere arrivata tra le prime otto“. Stupita per l’esito della finale femminile, vinta da Angelique Kerber su Serena Williams, la spagnola ha confermato che l’americana è sempre la favorita ma Kerber ha giocato un torneo incredibile.
“Quando si è in grado di vincere contro avversarie del calibro della Azarenka o della Williams stessa, non puoi non meritare di vincere il titolo. E poi Angelique ha trascorso molti anni nella top ten e questo successo è il coronamento di una lunga carriera. Il tennis è uno sport molto giusto”, secondo Suarez-Navarro. “Si giocano tornei ogni settimana. E, quindi, solamente la grande regolarità, il sacrificio ed il lavoro possono garantirti il successo. Credo che Kerber ne sia un grande esempio.”
Riguardo Serena: “il pubblico le continua a chiedere di superare o, quantomeno, eguagliare il record di Steffi Graff ma, Serena, continua a ripetere che a questo punto della sua carriera non ha più nulla da dovere dimostrare. Non resta che aspettare. Ho giocato contro Serena un paio di volte, ma senza fortuna. E’ un avversaria molto difficile. Il suo gioco molto potente mi mette in difficoltà. Mi piacerebbe incontrarla di nuovo. Se altre hanno saputo batterla chi dice io non potrei fare lo stesso!?”
I reporter della radio spagnola hanno poi chiesto a Carla che sensazioni si provano ad essere arrivata per la quinta volta nella tua carriera alle porte di una semifinale Slam. “Non vorrei essere etichettata come quella che si ferma ai quarti”, dice la Suarez-Navarro. “Sicuramente, ti rimane l’amaro in bocca. Quando arrivi nelle fasi finali le partite si fanno sempre più complicate. Contro Radwanska mi sono mancati un pizzico competitività e di carattere in più nei momenti difficili. Le grandi giocatrici sanno vincere le partite anche quando non sono al massimo e non giocano come vorrebbero. Alcune di noi sono mentalmente più preparate di altre per questi momenti. Per altre, come me, diventa più difficile. Ma, sono sicura di potere vincere uno slam. Le possibilità ci sono. Kerber lo ha dimostrato questa settimana e Flavia Pennetta lo scorso anno. Nel circuito sono molte le giocatrici forti e io credo di potere fare parte di loro”.
“E’ chiaro che col tempo si matura e si cresce. Sia come persona che come giocatrice tennisticamente. Se sono tra le prime dieci giocatrici al mondo un motivo ci sarà! Ha detto la Suarez-Navarro emozionato e carica per questo difficile obiettivo. Però ci sono altre questioni da discutere riguardo gli Grande Slam. Per esempio i giorni di riposo. Mi spiego: i tornei del Grande Slam durano due settimane e bisogna giocare molte partite per arrivare in finale. Se si inizia a giocare il lunedi e si riesce raggiungere la finale, arrivi con due giorni di riposo. Ma, se inizi un giorno dopo succede che avrai riposato meno del tuo avversario. Così come successo nella finale maschile.”
Dopo quasi mezz’ora ai microfoni della radio, infine, la ventisettenne spagnola risponde a qualche domanda sulla sua vita personale. “Sono venuta a Barcellona quando avevo 18 anni e questo mi ha cambiato la vita. Budo Xavi è sempre stata una persona molto importante per me. Mi ha fatto crescere, maturare ed evolvere. Ed è molto coinvolto nel mio progetto. Mia madre, molto apprensiva, in un primo momento non riusciva nemmeno a vedere le partite. Dove mi vedo tra dieci anni? Beh, mi piacerebbe tornare vivere di nuovo a Gran Canaria.”