Si può essere amiche all’interno del circuito WTA e di un mondo come quello del tennis che per antonomasia mette sempre una di fronte all’altra con l’obiettivo di aver la meglio sulla rivale? È una domanda ricorrente ormai alla quale dare una risposta è tutt’altro che scontato. E, in questo caso, più passano gli anni più la sfida diventa ardua.
Ovviamente le due fazioni, quella del sì e quella del no, sono molto distanti tra loro ed è difficile poter dare ragione all’una o all’altra. Per questo “esperimento” abbiamo deciso di partire dal no: da tutte quelle che hanno preso posizione ribadendo l’impossibilità di essere o diventare amiche delle altre giocatrici. Su questo aspetto Garbine Muguruza non ha dubbi, per la tennista spagnola di origine venezuelana infatti trovare amicizie nel circuito è impossibile proprio per la rivalità che poi deve scendere in campo. Competizione per lei è la parola chiave.
Di diverso avviso Serena Williams e Caroline Wozniacki. Le due giocatrici sono molto amiche con la statunitense coinvolta nel gruppo delle damigelle nel recente matrimonio in Italia della collega danese. Ma non solo, la più piccola delle Williams – che in doppio ha quasi sempre giocato accanto alla sorella – quest’anno farà coppia ad Auckland proprio con la Wozniacki. Il modo migliore per salutare in campo l’amica con Caroline pronta all’addio definitivo al circuito dopo gli Australian Open.
Ma non solo, a Copenaghen il prossimo 18 maggio, nel match in cui la danese saluterà il suo pubblico, sarà proprio Serena Williams l’avversaria per una sfida-esibizione dall’alto contenuto emotivo. Caroline Wozniacki lo annuncia così dal suo account twitter: “My final match, May 18th, 2020 in Royal Arena in Copenhagen! Playing against my dear friend Serena Williams”.
Per Serena Williams però non manca la più totale rivalità con la collega Maria Sharapova. Un duello tra le due che va avanti da tanti anni e che non ah risparmiato frasi al veleno neanche sulle frequentazioni extra campo delle due.
Flavia Pennetta e Roberta Vinci, opposte nella storica finale tutta azzurra a New York non hanno mai nascosto l’amicizia che le lega forse supportata anche dalle origini pugliesi delle due: di Brindisi la signora Fognini mentre di Taranto la Vinci. Così come il duo Sara Errani-Roberta Vinci che, nel corso delle loro avventure in doppio, si sono guadagnate il soprannome di chichis.
Belinda Bencic è dello stesso avviso. Lei e la collega Kiki Mladenovic si sono regalate anche una vacanza insieme per recuperare le energie alla fine di una stagione. L’elvetica ha ragione quando, in un’intervista di oramai qualche anno rilasciata al quotidiano del suo paese Tages Anzeiger affermava: “Siamo in giro tutto l’anno con le stesse persone ed ogni tanto è bello potersi fermare a parlare con qualcuna in tranquillità anche per riuscire un po’ a svagarsi”.
Probabilmente riuscire a stringere amicizia in un ambiente individualista come quello del tennis non deve essere facile. Ma forse, qualche volta, si dovrebbe essere bravi a guardare oltre alla rivalità. Perché se ci si fermasse a questo – e il condizionale resta d’obbligo – la leggenda delle sorelle Williams sarebbe potuta essere solo un meraviglioso racconto di fantasia. Come si potrebbe giocare contro la propria sorella con il desiderio di trionfare? Eppure è successo e continuerà a capitare almeno finché anche Venus e Serena non decideranno di dire basta con il tennis giocato.
Stabilire chi ha ragione resta un’impresa ardua, forse, proprio perché una verità non esiste. Carattere, valori, obiettivi e mentalità sono padroni in uno sport capace di mettere durante un match una giocatrice sola contro tutti. Una “lotta” che, qualche volta, può diventare anche interiore e allora la condivisone di momenti ed emozioni, resta, ancora più difficile.