Le tenniste che hanno fatto grande la Repubblica Ceca

Una delle nazioni più vincenti di tutti i tempi, con la squadra di Fed Cup più forte degli ultimi anni: la Repubblica Ceca è diventata una vera e propria scuola, un modo di giocare a tennis fatto di grande servizio e potenza esplosiva. Dalla fuga di Martina Navratilova ai successi di Petra Kvitova, con un occhio al futuro, nelle mani delle predestinate sorelle Fruhvirtova

La Repubblica Ceca in quanto stato indipendente ha una storia piuttosto recente. Fino al 1992 le giocatrici WTA nate in questo territorio rappresentavano nel circuito la Cecoslovacchia, poi Repubblica Federale Ceca e Slovacca. Ma tanto insieme quanto separate, queste due nazioni hanno dato al tennis una innumerevole quantità di atlete di primo livello, e continuano a farlo, con un tennis fatto di potenza e colpi piatti, ma anche di tocco e riflessi a rete.

Il primo grande nome che appare nella storia del paese è quello di Martina Navratilova, qualche anno fa naturalizzata statunitense, che si è allontanata fin da giovane dal luogo natale e vi è tornata solo anni, un difficile ritorno in occasione di un incontro di Fed Cup. A soli 19 anni Martina aveva ottenuto una green card e si era spostata negli States, diventandone cittadina nel 1981. La Repubblica Ceca le ha dato i natali ma gli Stati Uniti le hanno dato un presente più sereno e un futuro a dir poco radioso.

Martina Navratilova, degna rappresentante della vecchia Repubblica Cecoslovacca

Più di recente, dalla nascita ufficiale della nazione, vi è stata una notevole crescita economica che ha dato benefici anche agli ambienti sportivi, tra cui il tennis. Nei primi anni del 2000 il ranking comincia a riempirsi di giovani atlete ceche dotate di fisici possenti e grandi fondamentali, pronte a prendersi il successo a suon di vincenti. A fine 2003 vi è solo una ceca in top50, Chadkova, a fine 2005 sono 4, tra cui due nomi che meritano di essere approfonditi. Il primo è quello di Nicole Vaidisova, una delle più grandi promesse che il tennis mondiale abbia visto negli ultimi decenni.

Dotata di una potenza non indifferente, a soli 17 anni era già in top10 e tra le ultime quattro in corsa al Roland Garros ma i problemi fisici hanno avuto la meglio troppo presto. La moglie di Radek Stepanek ha infatti lasciato il tennis giovanissima salvo provare un rientro, purtroppo per lei fallimentare, qualche anno dopo. La seconda è Lucie Safarova, che per sua fortuna ha avuto una carriera più lunga e di successo. Arrivata presto nel tour, ha raggiunto l’apice della sua carriera solo più avanti, quando ha raccolto una semifinale a Wimbledon e soprattutto una finale al Roland Garros, dando filo da torcere a Serena Williams.

Lucie Safarova-Bethanie Mattek Sands

Dopo aver anche vinto tantissimo in doppio, accanto a Bethanie Mattek Sands, Safarova ha annunciato il ritiro dalle competizioni, lasciando la Repubblica Ceca priva di uno dei suoi pilastri portanti per circa 15 anni. Nel 2010 compare poi tra le prime 40 al mondo una tennista destinata a fare la storia del suo paese.

Servizio mancino potente e preciso, fondamentali rapidi e pesanti, ottimo tocco: Petra Kvitova ha appena 20 anni ma sa bene cosa vuole, e nei mesi che seguono il mondo rimane sbalordito davanti alla facilità di gioco della ragazzona di Bilovec, capace di aggiudicarsi l’edizione del 2011 di Wimbledon, finendo quella stagione a pochi punti da Caroline Wozniacki, numero 1 della classifica.

Con lei compresa, ci sono 7 atlete ceche in zona top50. Il futuro sembra ormai sicuro, ma Melbourne qualche mese dopo Kvitova perde l’occasione di primeggiare e Victoria Azarenka vola verso la gloria. Nessuno può immaginare che non ci sarebbero state altre occasioni per diventare numero 1, ma questo non è mai stato necessario per avere una delle più grandi fanbase al mondo. Tutti la amano, le colleghe la rispettano, sempre educata in campo e sorridente fuori. E tutti rimangono sconvolti quando, a fine 2016, Petra viene attaccata a casa sua da un aggressore non identificato che le procura un taglio alla mano sinistra, lacerandone legamenti e tendini. Segue l’intervento, che riesce con successo e permetterà a Petra di tornare in campo, ma non di dimenticare i minuti, le ore di dolore e spavento. Kvitova è forte, nel 2017 torna e vince anche titoli WTA, ma non sarà più in grado di vincere uno Slam.

La sua ultima chance ad ora è stata a Melbourne nel 2019, quando ha perso al terzo set da Naomi Osaka in finale, mentre nei restanti Major ha deluso le aspettative, subendo numerosi stop inattesi. Kvitova rimane ancora oggi tra le più forti tenniste al mondo, ma nel frattempo sono nate tante altre giocatrici in grado di vivere il tour WTA a pieno, anche se senza gli stessi successi.

Tra queste, un posto d’onore lo occupa Karolina Pliskova, altissima tennista classe 1992, dotata di un grande servizio e di colpi piatti e affilati. Karolina rappresenta quasi il complementare di Kvitova, visto che è stata in grado di raggiungere la vetta del ranking nel 2017 ma non è mai stata in grado di vincere uno Slam, e nemmeno un Premier Mandatory. Ad ora Roma e Cincinnati sono i suoi più importanti successi, troppo poco per un’atleta fissa ai vertici da ormai oltre 3 stagioni.

È andata peggio alla sua sorella gemella, Krystina, che non è mai stata tra le protagoniste del tour. Oltre a Pliskova, nelle ultime stagioni ha fatto il suo esordio ad alti livelli Marketa Vondrousova, classe 1999, che nel 2017 aveva sorpreso tutti vincendo il primo WTA  a cui ha preso parte in carriera, passando dalle qualificazioni per andare dritta al titolo. Nel 2018 ha avuto difficoltà a confermare quanto di buono aveva mostrato, ma nel 2019 si è ritrovata e, pur giocando solo fino all’estate prima di sottoporsi ad un intervento, è stata in grado di apparire tra le prime 20 al mondo.

Marketa è anche una ceca fuori dagli schemi: mancina, come Kvitova e Safarova, ha un gioco eccentrico, con un dritto molto carico, angoli stretti e una pioggia di smorzate, il tutto condito con una preparazione atletica invidiabile. Per certi aspetti è più simile alla connazionale Barbora Strycova, altra colonna del tennis ceco di questo millennio.

Lontana dagli standard cechi è anche un’altra ragazza esplosa nel 2019, Karolina Muchova, che con un efficace serve & volley e un dritto devastante ha messo in difficoltà chiunque, iniziando questo 2020 attorno alla ventesima posizione e con tante attenzioni puntate su di lei. Ma se già da sole le tenniste ceche sono forti, tutto viene amplificato quando si parla di competizione a squadre.

Negli ultimi anni la Repubblica Ceca è stata la nazione più forte al mondo, contando su un grande spirito di collaborazione e team di altissimo livello. Ha sicuramente aiutato giocare grandi sfide nella loro amata O2 arena a Praga, una delle superfici più rapide al mondo. Dal 2011 al 2016, quindi in 6 anni, la squadra ceca si è imposta per 5 volte; solo nel 2013 un team è stato in grado di fermarle, e quel team è la squadra italiana, che in semifinale si imponeva per 3-1 e vinceva la sua quarta Fed Cup qualche mese dopo.

L’ultima vittoria in Fed Cup della Repubblica Ceca nel 2016

Con Kvitova e Strycova ormai nella fase finale della loro carriera, la Repubblica Ceca sta cercando ora di effettuare un ricambio generazionale di successo, puntando su Pliskova come punta ancora per qualche anno. Oltre a Vondrousova e Muchova vi è anche Katerina Siniakova, grande promessa junior che però ha passato le ultime stagioni a combattere con la sua emotività, senza fare il passaggio di livello. C’è anche Marie Bouzkova, che ha mostrato ottimi progressi nelle ultime due stagioni. Ma soprattutto, volgendo lo sguardo un po’ più lontano, due sorelle sembrano aver davvero intrapreso la strada per la gloria.

Ha di recente fatto clamore la sconfitta di Katerina Siniakova contro una ragazzina di 13 anni, a molti ancora sconosciuta. Si tratta di Brenda Fruhvirtova, sorella minore della più famosa Linda, 15 anni. Le due non sono ancora molto attive nel circuito, con Linda che ha di recente cominciato la scalata del ranking WTA mentre Brenda non ha ancora esordito a livello junior. Dopo aver visto Coco Gauff negli ottavi a Wimbledon a 15 anni può sembrare lecito aspettarsi lo stesso da ragazzine da quell’età, ma è un grosso errore fare paragoni.

Nel tennis odierno, nella stragrande maggioranza dei casi, serve un percorso più lungo per arrivare ad essere anche fisicamente all’altezza del tour, dunque è bene lasciare che le giovani sorelle continuino a lavorare. Se tutto andrà bene, la Repubblica Ceca potrà sperare in una nuova epoca d’oro, forse ancora più vincente di quella degli ultimi dieci anni. 

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