Nuove informazioni sullo spinoso tema del doping di Maria Sharapova e del suo uso di Meldonium. Questa medicina, che secondo ciò che è stato detto migliorava di gran lunga le capacità di recupero a chiunque avesse problemi di cuore.
Un riconosciuto scienziato statunitense, da tempo coinvolto nella lotta antidoping ha affermato, come racconta il Wall Street Journal, che questi presunti effetti di cui avrebbero beneficiato Sharapova e molti altri sportivi, non sarebbero tali e che il Meldonium stabilizza soltanto le condizioni dei malati di cuore o di diabete, senza affatto alterare le capacità del corpo.
“Tecnicamente non dovrebbe essere proibito“, racconta lo scienziato Don Catlin di Los Angeles. “Il Meldonium non ha dimostrato di migliorare il rendimento in campo“. Sorprendono queste affermazioni dopo la miriade di accuse rivolte alla tennista russa e le ipotesi degli effetti benefici sul rendimento e l’aumento delle prestazioni che provocherebbe la somministrazione di Meldonium.
Secondo Catlin gli effetti del Meldonium causano dei miglioramenti, ma non in persone sane che praticano sport ad alto livello. Gli studi che hanno portato al divieto di utilizzare la medicina di origine lettone hanno anche evidenziato che il Meldonium aumenta le prestazioni di persone con problemi cardiaci. Essi tornano al loro stato normale, ma la medicina, secondo Catlin, non riesce ad andare oltre. Non porta ad una miglioria delle prestazioni del corpo umano. Pertanto, l’uso da parte di sportivi di alto livello non marcherebbe una differenza in termini competitivi con il resto degli atleti. Semplicemente aiuterebbe, in questo caso Maria Sharapova, a rimanere ad un livello di salute standard.
Ma quindi, perchè Sharapova e tanti altri atleti sospesi dalla WADA (Agenzia Mondiale Antidoping) si sono affidati a questa medicina? Tutti loro hanno problemi cardiaci? Catlin ammette che gli sportivi sono soliti frequentare i laboratori di medicinali e sanno prima se un farmaco migliora sostanzialmente o no il rendimento in campo.
Inoltre, va ricordato che il Mildronate (nome commerciale del Meldonium), era seguito dalla WADA dal 2015, per poi essere definitivamente proibito nel 2016. E fuori dalle frontiere russe e dai paesi dell’ex Unione Sovietica il suo uso era già bannato da molto tempo. I dubbi aumentano.
Tutto ciò senza sapere neanche quale sia la sanzione che riceverà Maria Sharapova. La bionda di Nyagan ha comunicato la notizia il 7 di marzo e dopo quasi un mese non si sa ancora nulla a riguardo. Il silenzio, la mancanza di informazioni e le contraddizioni non fanno altro che aumentare i sospetti sul caso. Quello che è sicuro è che c’è abbastanza materiale per indagare a lungo.