16 anni il prossimo 28 giugno, ma con un portamento da giocatrice navigata degno di una campionessa plurititolata. E’ la più giovane qualificata ad un torneo Premier, dopo il fenomeno Hingis e la meno titolata Weingartner. Stiamo parlando dell’ucraina Marta Kostyuk, la campionessa degli Australian Open Juniores 2017, ormai nota al grande pubblico per le sue doti tennistiche da vera combattente.
Dagli spalti del Porsche Grand Prix di Stoccarda, nell’assistere al turno finale delle qualificazioni tra Alizé Cornet e la bionda enfant prodige di Kiev, viene difficile credere che questa piccola donna sia ancora così straordinariamente giovane. Composta, completa e molto lucida, l’ucraina sembra una giocatrice di navigata esperienza, mentre affronta la numero 35 del mondo e le infligge una sconfitta che brucerà per parecchio tempo, soprattutto nei ricordi della ribelle transalpina. E anche se i lineamenti sono ancora quelli arrotondati e delicati tipici di un’adolescente, la realtà è che la piccola ragazza dell’Est ha imparato molto in fretta come si sta in campo: –Ho iniziato il match andando sul 3-0 e mi sono spaventata perché era tutto troppo facile, quindi mi sono messa ad aspettare i suoi errori e lei ne ha approfittato. Però, anche quando ero sotto di un break nel secondo, continuavo a pensare che potevo vincere. Prima di entrare in campo ci credevo perché mi sentivo davvero bene. Poi nel terzo set sono di nuovo andata avanti 4-0 e mi è sembrato tutto come nel primo e mi sono spaventata, però mi sono convinta che potevo chiudere la partita e ce l’ho fatta.” La ricetta per questa capacità di rimanere concentrata su quanto stava succedendo e non su quanto appena successo è il risultato di un lavoro partito da lontano, più di un anno fa, racconta la giovane promessa: –Sta diventando un’abitudine quella di pensare punto per punto. Iva Majoli me l’ha insegnato lo scorso anno durante gli Australian Open (poi vinti dalla giovane ucraina) e, anche se non sempre ho applicato il suggerimento, mi è servito molto e ora me ne accorgo meglio. Soprattutto nei match tirati ti aiuta a trovare il meglio di te, senza pensare a cosa accadrebbe se dovessi perdere la partita o quel punto–, ha spiegato all’inviato di Sportface.it Marco Gasparin. Non è una cosa così comune, per una ragazza che ancora non ha terminato gli anni da Junior, descriversi con tanta naturalezza, anche perché la maturità traspare non solo dal modo di porsi con la stampa, ma anche dall’atteggiamento: simpatico, educato, rilassato. Sembra tutto normale mentre parla di sé e non c’è domanda per cui non possieda una lunga e dettagliata spiegazione, spesso punteggiata di ironia. Tornando indietro nel tempo, ricorda tanto un’altra ragazza prodigio, la cui carineria con i media resta scolpita nella memoria di molti. Si tratta di Monica Seles, la sfortunata tigre di Novi Sad, già campionessa slam all’età di 16 anni e 6 mesi. Anche Marta è abituata a bruciare le tappe, non solo nello sport, ma anche a scuola. Troppo brava, troppo intelligente, troppo attenta e scaltra per andare al passo con gli altri; salta un anno di studi, perché troppo superiore al livello nel quale si trovava, e va avanti per la sua strada, laddove aveva qualcosa di nuovo da imparare. Dalla seconda alla quarta classe direttamente e senza passare dal via a scuola, e già nel circuito maggiore a Melbourne a soli 15 anni, dove si è spinta fino al terzo turno, battuta dalla connazionale Elina Svitolina. Ma Marta non si è fermata e ha confermato i risultati anche dopo; fatto da non sottovalutare dato che, spesso, non accade nemmeno tra le campionesse navigate. –Non voglio arrivare al Roland Garros per perdere malamente. Mia madre mi ha tranquillizzata, ricordandomi che dopo gli Australian Open ho confermato il mio livello sia negli ITF che in Fed Cup e che quindi posso ripetermi dato che questo è il mio livello. Non ci sono grandi up&down per ora, si tratta solo di migliorarmi. -come dichiarato tempo fa al portavoce di Ok Tennis.it– Mia madre mi segue ovunque, nonostante io abbia una sorella più piccola. Mi porge consigli e mi sprona a dare sempre il meglio. Onestamente non mi aspettavo di giocare così bene qui a Stoccarda, anche perché la superficie è difficile, davvero veloce quasi come l’erba.- La mamma di Marta, presente ma non pressante, è una figura fondamentale nella vita della giocatrice ucraina. La giovane ne parla con molta sincerità e semplicità: –Lei mi conosce benissimo anche se spesso in campo litighiamo, ma è una cosa che rimane lì e non fuori dal campo… Cioè, a dire il vero, qualche volta litighiamo anche fuori, ma è normale tra mamma e figlia. Abbiamo un bellissimo rapporto, ci diciamo tutto e questo ci aiuta a comunicare sempre, fuori e dentro il campo.
Nel frattempo, la campionessa slam a livello juniores, ha appena vinto il primo turno del torneo tedesco, il più importante a livello indoor sulla terra battuta, contro la beniamina di casa Lottner, wild card classe 1996, ma evidentemente non abbastanza pericolosa da strapparle più di 5 games e tenerla in campo oltre 57 minuti. L’ucraina si trova nella stessa parte di tabellone di Maria Sharapova e Caroline Garcia, primo big match di giornata assieme a Kvitova-Kerber in programma domani; qualora dovesse, come ci si augura, andare avanti sarà interessante vedere lo spirito col quale affronterà avversarie complesse e importanti come la russa o la francese e fin dove potrà spingersi. Se è nata davvero una stella, come si vocifera nei corridoi di Stoccarda, non resta che attendere ancora qualche giorno per intuirne l’entità dello splendore.
http://www.tenniscircus.com/australian-open/intervista-a-marta-kostyuk-quindicenne/
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Grandissimo talento ed una tenuta mentale non indifferente per la sua giovane età.Vedremo nel prosieguo se confermerà i risultati anche con le top