Una marea di gente ha sommerso in questi giorni il Foro Italico, in cerca dei propri beniamini, nel tentativo di conquistarsi una foto o qualche autografo dai campioni del tennis attuale, ma anche di quelli che l’hanno reso grande nelle scorse stagioni, ma con la racchetta già appesa al chiodo. L’attenzione procurata dai giovani rampanti italiani nelle ultime stagioni, aggiunta alla voglia di ritorno alla normalità -il torneo non era completamente a porta aperte dal 2019- hanno creato un’atmosfera unica. Nella giornata di martedì è stato fatto segnare il record di presenze, con 34.406 appassionati, traguardo destinato a durare ben poco: nemmeno 24 ore dopo il botteghino ha superato il giorno precedente fermandosi a quota 36.803 spettatori.
Martedì ancor prima che le partite iniziassero le gradinate erano stracolme, con il campo 8 inavvicinabile, vista la grande attesa per Jannik Sinner, il quale aveva in programma un allenamento con il suo coach, e Francesco Passaro, eroe delle pre-qualificazioni, che ha fatto il suo debutto a livello ATP qui a Roma. La gente ha dimostrato grande voglia di esprimere tutto il proprio supporto ai giocatori italiani, sommersi di attenzioni e di richieste, ed i tennisti hanno gradito e si sono messi a disposizione dei propri tifosi: tutti quanti i giocatori, da Sinner a Cobolli, da Sonego a Nardi, da Fognini a Bolelli, nessuno escluso, si sono resi disponibili per autografi e foto, anche quando magari erano sorpresi in momenti di maggiore intimità.
Da sottolineare come molti tifosi presenti lì al Foro erano da poco appassionati, molte infatti sono state le domande fatte per i giocatori meno conosciuti, e anche gli atteggiamenti da “stadio”: nella partita tra Schwartzman e Kecmanovic infatti non sono mancati i cori per l’argentino, il quale ha da sempre un grande rapporto con il pubblico italiano, ma sempre con un certo rispetto. Ed è proprio questo il motivo per cui il 1000 di Roma è uno dei tornei più amati del circuito.
Però c’è anche un rovescio della medaglia: questa grande affluenza attorno ai campi ha fatto sì che i campi si riempissero come non mai, con i possessori del ground che dovevano fare vere e proprie lotte per conquistare un posto sui campi per assistere alle partite di cartello, magari sedendosi anche un paio di ore prima. Forse è giunto il momento di iniziare a valutare un numero limitato, seppur molto grande, di biglietti ground disponibili, per far sì che ognuno viva l’esperienza al massimo.