L’USTA ci crede e in America sono al vaglio le possibilità di come poter disputare i prossimi US Open. Ancora nulla di certo però la federazione statunitense si sta già adoperando per provare a garantire la massima sicurezza di tutte le persone coinvolte in quello che sarebbe il secondo Slam della stagione.
Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa AP News, sarebbero davvero tanti gli spunti – e i punti – all’ordine del giorno per far svolgere gli US Open come da programma nonostante la pandemia di covid-19 che ha messo a dura prova il mondo intero ed in particolare gli USA e lo stato di New York, sede del torneo.
“Siamo tutti concentrati sull’organizzazione e lo svolgimento dell’evento nella sua casa madre, il Billie Jean King National Tennis Center e in massima sicurezza. Ovviamente la situazione sanitaria ci ha costretti ad esplorare anche altre opzioni. La decisione finale si avrà intorno alla meta del mese di giugno” ha detto Stacey Allaster, direttore esecutiva dell’USTA.
L’unica certezza, al momento, resta la disputa dei match senza pubblico. E, su questo tema, Lew Sherr, che per la federazione tennistica americana è il responsabile delle entrate del torneo, è apparso preoccupato ma non troppo: “Dovremmo rinunciare ai proventi derivanti dalla vendita dei biglietti. In ogni caso i diritti tv e, seppure in parte ridotta anche degli sponsor, ci impongono di provare ad andare avanti”.
Nella sua lista di “cose da fare” per poter permettere lo svolgimento degli US Open, l’USTA ha pensato proprio a tutto. Prima della partenza test per il covid-19 – tampone o esame sierologico – che, sembra scontato dirlo, deve assolutamente dare esito negativo.
Staff ridotto per i giocatori con il torneo che fornirà loro massaggiatori, fisioterapista e ulteriori professionisti di cui potrebbero avere bisogno durante la loro permanenza negli USA. Per tutti i giocatori è prevista una sede di alloggio centralizzata onde evitare ulteriori spostamenti.
Non mancherà il controllo della temperatura ogni giorno per i partecipanti così come l’accesso agli spogliatoi sarà previsto solo nel giorno della partita e non durante gli allenamenti. Ed è proprio sulla gara che arriva una delle novità più importanti: se i giocatori troveranno un accordo saranno al meglio dei 3 set.
In campo solo adulti. Niente bambini a fare da raccattapalle a bordo campo e meno giudici di linea. Sarà un modo per testare, una volta in più, la tenuta e l’affidabilità della tecnologia con l’occhio di falco che sarà costantemente monitorato.
Ma gli US Open hanno pensato proprio a tutto, anche ai viaggi con l’organizzazione di voli charter per ogni partecipante proveniente da Europa, Sud America e Medio Oriente.
Un programma da seguire scrupolosamente ma che ancora è tutto da confermare. In ogni caso, l’organizzazione di questa edizione degli US Open sarà un banco di prova importantissimo anche per il proseguo della stagione.
Se si svolgeranno in sicurezza, il piano previsto dall’USTA potrebbe fare da riferimento anche per le altre federazioni ed organizzazioni. Il Roland Garros ma anche gli Internazionali d’Italia seguiranno con attenzione ogni mossa.
Forse si inizia ad intravedere un po’ di luce in fondo al tunnel. Forse si tornerà in campo. Sicuramente saranno degli US Open diversi e a questa “diversità”, almeno per un po’ di tempo, ci si dovrà abituare.
Il condizionale resta d’obbligo insieme a tanti dubbi. Ma la speranza che la ripartenza dopo l’emergenza sanitaria possa iniziare proprio con lo sport è sempre più forte.