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Venus Williams, 700 and counting…

Venus Williams continua a stupire. Ogni giorno di più. La statunitense, 35enne, con 7 Major alle spalle, non ha intenzione di porre fine alla sua straordinaria, cristallina, incredibile carriera, e continua a racimolare nuovi record, tagliando nuovi traguardi. Nel match di secondo turno del torneo Premier di Wuhan, contro la tedesca Julia Goerges infatti, Venus ha conquistato la vittoria numero 700 della sua carriera. E sembra non volersi fermare. Sono 702, al momento, le vittorie registrate, di cui l’ultima quella sofferta e sudata di poche ore fa, contro Johanna Konta, che le ha permesso di strappare il pass per le semifinali, dove proverà a vendicare sua sorella Serena, contro Roberta Vinci. “Hey Venus, benvenuta nel club!”

Tuttavia sembra che Venus Williams non fosse nemmeno a conoscenza del traguardo che stava per raggiungere. D’altronde, una pluri-premiata campionessa come lei, avrebbe non poche difficoltà se dovesse tenere a mente tutti i record e tutte le vittorie della sua carriera. Sicuramente papà Richard, non se lo sarà lasciato sfuggire.

“Sono contenta che nessuno me lo abbia detto prima, perchè mi sarei creata inutili tensioni e nervosismi” ha detto la Williams ai microfoni dei giornalisti della WTA, al termine del match.

“E’ stata una buona partita, contro una giocatrice di qualità, molto potente. Non ci avevo mai giocato prima d’ora contro, quindi non sapevo che tattica avrei dovuto adottare esattamente”, ha aggiunto.

“Stavo pensando, ‘Quanto tempo mi ci vorrà per arrivare ad 800, adesso?’ Forse questo è stato il mio primo pensiero (ride, ndr). Sono state comunque 700 bellissime, emozionanti vittorie.”

Venus, che ha giocato la sua prima partita da professionista nel 1994, si è unita a un gruppo elitario di giocatori e giocatrici capaci di raggiungere tale impresa.

La sua prima vittoria da professionista è avvenuta contro Shaun Stafford a Oakland, una partita che Venus ha vinto per 6-3 6-4 nella primavera del 1994.

La Williams ha vinto Wimbledon cinque volte, di cui l’ultima nel 2008, mentre ha vinto gli US Open nel 2000 e 2001, prima che entrasse sistematicamente in rotta di collisione con sua sorella Serena, che proprio pochi mesi fa, a Miami, ha tagliato il medesimo traguardo e che è attualmente a quota 737.

Martina Navratilova guida la lista con 1.363 vittorie in singolare, seguita da Chris Evert con 1.011, secondo i dati ufficiali riportati dalla WTA.

Le altre giocatrici ad aver raggiunto tale traguardo sono Steffi Graf (885), la britannica Virginia Wade (839), l’americana Lindsay Davenport (750) e le spagnole Arantxa Sanchez Vicario (756) e Conchita Martinez (719).

Un quintetto veramente d’élite, al quale ovviamente la Venere Nera non poteva mancare. Venus rappresenta una figura statuaria ed imponente nel circuito, ma allo stesso tempo è un’icona di eleganza, nei modi e di assoluta cordialità nei confronti delle sue avversarie. Sempre pronta a concedere un sorriso al termine dei match, poco importa se abbia vinto o meno. Emblema del fair-play e di un atteggiamento deciso e umile che negli anni sta svanendo, soprattutto tra le giovani generazioni di tennisti, che crescono in un contesto di scarsa cultura sportiva.

Venus Williams rappresenta l’ideale della tennista perfetta, posata, cordiale, che non esce mai fuori dai limiti del politically-correct, e che allo stesso tempo trasmette, grazie al suo gioco, una grande sicurezza interiore. La maggiore delle Williams ha passato anni bui, dentro e fuori dal rettangolo di gioco. Tutti conoscono la sua storia, e quella di sua sorella. Un’infanzia travagliata, un’adolescenza ricca di sacrifici e rinunce, una giovinezza intera dedicata esclusivamente al tennis. E poi quella libertà, che pian piano si è fatta largo tra gli atteggiamenti autoritari di papà Richard e che l’ha distratta dal suo obiettivo principale. Ma forse è stato meglio così. Forse avrebbe mollato prima, se non avesse acquisito una propria autonomia.

Oggi Venus Williams è molto più che una semplice leggenda del tennis. Si è creata un proprio profilo, una propria identità. Ha dato sfogo alle sue passioni, ed ai suoi sogni: la moda, l’arredamento, il design. E’ una donna nuova, diversa, con prospettive diverse. E quando si ritirerà, forse, saremo in pochi a rimpiangerla. Ma alla fine tutti si renderanno conto di quanto il suo tennis abbia avuto un ruolo determinante nella storia della disciplina.

Giorgio Lupi

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