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Vinci: “Battere Serena Williams? Grazie a me ora anche le altre ci credono”

Ieri, agli Australian Open, è stato il giorno di Angelique Kerber. Che dopo un torneo fantastico ha estromesso in finale Serena Williams, la n. 1 del mondo, ha dato un altro colpo alla sua proverbiale aura di imbattibilità. Pochi mesi prima era stata la nostra Roberta Vinci a infliggere un sonoro dispiacere a Serena, nella già storica semifinale degli Us Open 2015, poi vinti da Flavia Pennetta.

Intervistata dalla Gazzetta dello Sport, Roberta dichiara di non aver visto la finale perché era in campo ad allenarsi, nel Club della sua Palermo. Ma ogni tanto si informava sull’andamento della gara. “A dire il vero io tifavo più per Serena“, ammette. “Lei è una grande, è fortissima, immagino che la Kerber abbia giocato molto bene per avere la meglio. La tedesca è una tosta, molto brava, ma Serena è Serena“.

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Inevitabile il confronto tra questa sconfitta di Serena e quella che Roberta inflisse a Flushing Meadows, negandole la vittoria di uno Slam dopo ben quattro vinti consecutivamente tra la fine del 2014 e il 2015.  “La situazione era molto diversa“, osserva Roberta. “Allora Serena era quasi certa di fare il Grande Slam, il pubblico di casa era tutto per lei, la spingeva verso il traguardo. Per questo la sconfitta è stata molto più pesante da assorbire. Qui ha perso una partita, sicuramente starà rosicando e sarà arrabbiata, ma questo k.o non avrà lo stesso impatto emotivo su di lei”.

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Quindi, si chiede la giornalista Federica Cocchi, il suo successo ha causato insicurezze alla n. 1 del mondo, facendole credere di non essere poi così invincibile? “Ma no, questo non lo credo proprio”, risponde la n. 16 al mondo tarantina. “Se mai la mia vittoria può aver aiutato le avversarie. Forse dopo che l’ho battuta a New York hanno pensato che una possibilità di farcela ci sia. Di solito quando si entrava in campo contro Serena si sapeva che sarebbe stata una partita a senso unico, dopo di me le cose forse sono un po’ cambiate e ora le altre lo sanno”.

Michele Alinovi

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