La sesta giornata di Wimbledon che precede, come di consueto, il ‘Middle Sunday’, si chiude con tre eliminazioni shock nella parte bassa del tabellone: le tedesche Sabine Lisicki, Angelique Kerber e soprattutto Petra Kvitova vengono eliminate, lasciando un’enorme incognita su chi potrebbe raggiungere la finale.
E’ successo, quando meno ce lo aspettavamo. Nell’ultimo match femminile previsto sul Centrale, la ceca Petra Kvitova, campionessa uscente e vincitrice anche nel 2011, dopo un ottimo primo set, ha perso concentrazione e ha dato il via libera alla rimonta di una pur bravissima Jelena Jankovic, che ha chiuso il match con il punteggio di 3-6 7-5 6-4 in poco più di 2 ore di partita.
Il match inizia immediatamente a favore della campionessa di Bilovec, n. 2 del mondo che, dopo aver salvato una palla break nel primo gioco, strappa il servizio al terzo game a 30: alla ceca basta tenere il servizio, senza correre alcun rischio, prima di chiudere per 6-3 il primo parziale. Anche il secondo set inizia in discesa per Kvitova che, avanti 2 a 1, piazza 8 punti consecutivi – strappa il servizio e si porta avanti 3 a 1, grazie a un servizio micidiale (ben 3 ace consecutivi, su 6 totali, nel quarto game). La sensazione è che il match sia già finito e che l’ex n. 1 del mondo serba, pur ottima in difesa, non riesca a opporre una controffensiva sufficiente al gioco potente e angolato della ceca. Si sa che, contro il 99% delle avversarie, il match dipende in gran parte dalle condizioni della n. 2 del mondo, ai suoi massimi livelli quasi inarrestabile per chiunque.
A metà secondo set, però, inizia il black-out di Petra Kvitova: dopo aver salvato due provvidenziali palle break nel quinto gioco, Jankovic riesce a rimanere in coda e, sotto 3-4, riaggancia Kvitova contro-breakkando a 30. Petra sembra più affaticata: poche prime di servizio, molti errori non forzati e un gioco meno lucido permettono alla serba di rientrare nel gioco, e di ricominciare a crederci davvero. Dopo aver tenuto il game a 0, sul 6-5 e vantaggi, alla terza occasione riesce a conquistare il secondo set, grazie a un brutto errore di rovescio di Petra, con il punteggio di 7-5.
Durante la pausa, Kvitova passa oltre 7 minuti negli spogliatoi: dall’altra parte, una Jankovic galvanizzata e già in campo, non vede l’ora di iniziare il terzo set. Il parziale è fin da subito molto equilibrato: da una parte, però, un’ottima Jankovic riesce a esprimere un tennis brillante e più aggressivo; dall’altra, Kvitova continua ad alternare buoni punti a errori grossolani (appena 4 vincenti contro 8 unforced nel terzo parziale), oltre a un servizio troppo deludente (appena il 50% di prime). Si arriva al 4 pari: Jankovic riesce a tenere il servizio a 30, trasferendo tutta la tensione all’avversaria, costretta a servire per rimanere nel match. L’impressione è che a Kvitova basti poco per scavalcare la Jankovic e chiudere un match tirato troppo per le lunghe. La ceca sale 30 a 0 grazie a una prima vincente, e la conquista del game sembra ormai una formalità: Jankovic però riesce a spingere e, con stupore generale, Petra commette tre errori non forzati dietro fila, l’ultimo dei quali – un goffo tentativo di contropiede finito in rete – segna la sua uscita di scena nella 129esima edizione dei Championships di Londra.
Un’incredula Jankovic, dopo aver fatto una capriola, saluta il Centrale (e la mamma) colma di una gioia indescrivibile per aver ottenuto gli ottavi di finale, che giocherà contro la rediviva polacca Agnieszka Radwanska, la quale, a sua volta, ha estromesso l’australiana Casey Dellacqua con un comodo 6-1 6-4. Lacrime non di gioia, ma di delusione, sembravano scendere dagli occhi di Petra Kvitova, consapevole di aver buttato un match quasi vinto contro un’avversaria sì illustre, ma non certo irresistibile sull’erba, dove non si è mai spinta oltre il quarto turno.
Le altre due eliminazioni eccellenti di oggi sono sicuramente quelle delle prime due tenniste tedesche, Sabine Lisicki e Angelique Kerber.
Sabine Lisicki, finalista a Wimbledon 2013, non era mai uscita prima dei quarti di finale negli ultimi quattro anni: ha dunque sorpreso la nettissima sconfitta per mano della svizzera Timea Bacsinszky, classe ’89 e n. 15 al mondo, con un nettissimo 6-3 6-2. Timea quest’anno sta vivendo una stagione meravigliosa e, meno di un mese dopo le semifinali raggiunte al Roland Garros, potrà giocarsi la chance di conquistare i primi quarti di finale in carriera a Wimbledon, contro un’avversaria non certo irresistibile; parliamo della rumena Monica Niculescu, che ha estromesso Krystina Pliskova, la sorella di Karolina, con un netto 6-3 7-5, rivelandosi una delle vere grandi sorprese di questa edizione dei Championships.
Come dicevamo l’altra eliminazione eccellente è quella di Angelique Kerber: dopo due vittorie nettissime ottenute ai primi due turni, si poteva credere che il percorso della tennista di Brema, tds n. 10, fosse destinato a continuare almeno fino alla semifinale (dove avrebbe incontrato, in teoria, proprio Petra Kvitova). Invece a spuntarla, oggi, è stata la spagnola Garbine Muguruza, n. 20, che ha dominato nel finale una lunga battaglia terminata con il punteggio di 7-6(12) 1-6 6-2, in 2 ore e 34 minuti di partita. Ora Muguruza sfiderà la danese Caroline Wozniacki, esecutrice di Camila Giorgi, in un match che fa supporre a un’altra battaglia tra tenniste molto diverse.
L’ottavo di finale che non ti aspetti è di certo quello tra la stellina americana Madison Keys e la 26enne ucraina Olga Govortsova: la prima ha sconfitto la tedesca Tatjana Maria con un doppio 6-4; la Govortsova, altra vera sorpresa del torneo, ha battuto la slovacca Magdalena Rybarikova con il punteggio di 7-6(4) 6-3 e conquista così il suo primo ottavo di finale a Wimbledon. Un risultato clamoroso, quella della bella tennista di Pinsk, che era partita da n. 122 del mondo e senza alcuna reale aspettativa, lei che aveva ottenuto il suo best-ranking di n. 35 nell’ormai lontanissimo 2008. Grazie a un tabellone amico e soprattutto alla vittoria sulla francese Alizé Cornet, Olga è riuscita a fare l’impresa: e non è detto che sia finita qui.