Anche il WTA 1000 di Roma volge al termine; delineata nella giornata di ieri la sfida all’ultimo atto del torneo che vedrà scontrarsi Elena Rybakina ed Anhelina Kalinina.
La tennista kazaka, fresca di best-ranking grazie alla vittoria in semifinale contro Ostapenko in due agevoli set – 6-2, 6-4 – raggiunge la sua quarta finale stagionale, la terza in un WTA 1000 – la prima è stata a Melbourne persa contro Aryna Sabalenka, la seconda ad Indian Wells con rivincita sulla bielorussa, la terza a Miami persa contro Kvitova e la quarta qui a Roma, arrivata dopo dei risultati non molto positivi e dunque più sentita per Rybakina – si tratta inoltre del risultato migliore su terra rossa per la campionessa in carica di Wimbledon – prima di questa finale, soltanto i quarti di finale al Roland Garros 2021 su questa superficie – Sicuramente favorita alla vittoria la tennista kazaka e in splendida forma, porterà in campo il suo miglior tennis per superare l’ucraina Kalinina, sorpresa del torneo che ha battuto Veronika Kudermetova in semifinale – 7-5, 5-7, 6-2 – Tra le due un solo confronto prima di questo, vinto da chi non ci si aspetterebbe, proprio da Kalinina, a Charleston 2022, dunque su terra – verde, non rossa – in tre set. Un unico testa a testa con il quale Rybakina può pareggiare i conti e Kalinina provare a portarsi avanti nel punteggio degli scontri diretti, ma, più importante, diventare per la prima volta campionessa di un torneo 1000 e seguire le orme della sua connazionale Elina Svitolina, la quale ha vinto questo torneo due volte: prima nel 2017 e poi nel 2018.
Per Elena Rybakina continua il suo ottimo periodo di forma, iniziato al meglio proprio a gennaio, in cui ha conquistato la finale dell’Australian Open per la prima volta in carriera, la seconda di un Grand Slam dopo Wimbledon 2022. Le semifinali giocatesi nella giornata di ieri hanno dato vita a circostanze poco piacevoli a cui assistere; se Rybakina ha chiuso agevolmente il suo match contro Jelena Ostapenko in 42 minuti, Anhelina Kalinina ha dovuto lottare contro la russa Kudermetova per quasi tre ore. Non è il primo match nel torneo in cui l’ucraina è costretta al terzo set, basti pensare alla sua partita di quarti di finale contro Beatriz Haddad Maia, sconfitta dopo quasi 4 ore di partita. La tennista di Nova Kachovka è arrivata in finale dimostrando di avere le carte in regola per occupare un posto in alto nel ranking – da lunedì sarà sicuramente n. 25 al mondo, battendo avversarie come Sofia Kenin – la quale aveva battuto la campionessa di Madrid, Aryna Sabalenka – Madison Keys, Beatriz Haddad Maia e Veronika Kudermetova.
I fatti spiacevoli dovuti alla situazione politica che affligge il mondo dal 24 febbraio dell’anno scorso, sono stati per un attimo protagonisti in campo, quando a fine partita, Kalinina non ha voluto stringere la mano alla sua rivale di semifinale, Veronika Kudermetova, un gesto che purtroppo accade spesso alla fine degli incontri tra tennisti/e russi/e e ucraini/e a seguito della guerra in Ucraina. Ai microfoni on court post-vittoria, l’ucraina ha risposto: “Io in finale agli Internazionali BNL di Roma? Per me era importante vincere ogni partita visto quello che l’Ucraina sta passando. Spero di aver dato qualche piccola emozione positiva al mio paese, un po’ di gioia” ha detto Kalinina. “Sono un po’ stanca, gli ultimi due giorni sono stati faticosissimi, ho giocato sempre sui tre set – continua Kalinina – adesso devo recuperare per affrontare una top player. In questo torneo non è mai facile ma ho sensazioni bellissime, è nuovo per me competere a questi livelli” ha concluso la tennista di Nova Kachovka. In merito alla domanda riguardante la mancata stretta di mano ha risposto: “Il motivo per il quale non ho stretto la mano a Kudermetova non è segreto, lei è russa, questo è sport, ma c’è anche un che di politico. Non c’è nulla di personale, ma la guerra è inaccettabile”.
Le tensioni post-match non sono mancate neanche successivamente alla vittoria di Rybakina su Ostapenko. La lettone si è resa protagonista di uno sgradevole insulto detto alla tennista kazaka durate un cambio di campo, a cui è seguita una fredda stretta di mano a fine match. Il coach di Rybakina, Stefano Vukov, espostosi in prima fila per difendere la sua giocatrice, ha accusato direttamente la tennista lettone per l’accaduto e la stessa Rybakina si è voltata sorpresa dal giudice di sedia per rendere noto ciò che aveva detto la sua avversaria. Nessuna delle due ha però riportato quanto successo in conferenza stampa. La partita ha visto nel complesso un dominio a mani basse della tennista kazaka che si merita – dato anche il ritiro di Iga Swiatek – l’ultimo atto del torneo.
Il match che vedrà Kalinina e Rybakina contendersi il trofeo degli IBI 23 per la prima volta in carriera, sarà sul campo centrale al termine della sfida tra Medvedev e Tsitsipas.