- SVETLANA KUZNETSOVA
Forse non rivedremo più la russa nelle prime posizioni al mondo, ma Sveta ha dimostrato a tutti, ancora una volta, di potersi ritagliare uno spazio nel tennis che conta ancora adesso. Non che la sua stagione sia stata continua nel rendimento, anzi, ma per una tennista di 34 anni che ha iniziato il 2019 solo ad aprile per gli ennesimi infortuni, tornare a disputare una finale in un Premier 5, quello di Cincinnati, è un risultato di grande prestigio che le ha permesso di tornare attorno alla 50esima posizione, lei che a fine 2018 era fuori dalle prime 100. Le sue vittime in quella settimana sono state Sevastova, Yastremska, Stephens, Pliskova e Barty, una sequenza di top10, numero 1 del mondo e campionesse Slam – o potenziali campionesse future -, che si aggiungono alle altre vittime del 2019: Sabalenka, Vekic, Hsieh. Non penso la rivedremo protagonista nel 2020, ma il suo tennis è ancora una gioia per gli occhi e si può solo essere felici di goderne ancora per un po’.
- CATY MCNALLY
La statunitense non ha ancora compiuto 18 anni e ha giocato una stagione straordinaria, che l’ha portata da numero 682 a numero 115 del mondo, con best ranking 105, e l’ha preparata per il salto finale nel 2020. Il suo anno è iniziato con la prestigiosa vittoria nel 100k di Midland, dove ha sconfitto avversarie come Peterson e Pegula, entrambe attualmente nelle prime 80 del mondo, ha raggiunto le semifinali nel 100k di Surbiton, le semifinali nel WTA International di Washington ed ha strappato un set a Serena Williams nel secondo turno degli Us Open, oltre a vari altri ottimi piazzamenti e le qualificazioni in alcuni Slam e Premier Mandatory. Ma Caty si è dimostrata anche un’ottima doppista, vincendo in coppia con Gauff – insieme hanno 33 anni, meno di diverse giocatrici del tour – sia a Washington che in Lussemburgo, diventando così in pochi mesi la 21esima coppia migliore del circuito. Servizio potente, dritto a muovere il gioco e ottime discese a rete, McNally fa parte di una scuola di gioco che ha come colleghe e predecessori Vandeweghe, Stosur, Barty e Muchova, di cui parleremo a breve, e potrà sfruttare la sua varietà per diventare presto qualcuno nel circuito.
- ELENA RYBAKINA
Non è stata un’ascesa chiassosa la sua, anzi è avvenuta in silenzio, ma con grande costanza. La kazaka classe 1999 era già diventata nota ai più quando a san Pietroburgo nel 2018 aveva raggiunto i primi quarti di finale in un Premier, sconfiggendo Bacsinszky e Garcia dopo aver superato le qualificazioni. Cominciò ad apparire sempre più spesso in ITF di alto livello ma faticando più del dovuto e a fine anno si trovava al numero 191 del mondo. Nel giro di un mese a inizio 2019 ha conquistato 3 tornei Itf e si è lanciata del mondo delle qualificazioni WTA, dove ha presto preso il giusto ritmo. Quarti di finale a Istanbul, semifinale a s’Hertogenbosch, vittoria a Bucarest, semifinale a Nanchang, semifinale in Lussemburgo e ciliegina sulla torta, quarti di finale nel Premier 5 di Wuhan. La sua attuale classifica di 38 del mondo è frutto di tanti ottimi risultati a livello International ma ancora poco a livello Slam e Mandatory; questo significa che nel 2020 Rybakina potrà migliorare tutti i risultati obbligatori, e di parecchio. Se per ora ne avete sentito parlare relativamente poco, preparatevi a leggere il suo nome nel corso dei prossimi mesi.
- IGA SWIATEK
Il giovane talento polacco aveva finito il 2018 in rapida crescita, dopo aver guadagnato 515 posizioni in 12 mesi ed essersi avvicinata al mondo della WTA. Questa stagione è stata quella della consacrazione grazie a tanti ottimi piazzamenti, a partire dal secondo turno a Melbourne raggiunto a partire dalle qualificazioni. In primavera ha poi raccolto la sua prima finale WTA a Lugano, perdendo in tre set da Hercog, ma mostrando un tennis molto efficace anche sui campi più lenti grazie al pesantissimo – e pure rapidissimo – dritto e ad un ottimo tocco. Al Roland Garros si è issata fino agli ottavi, battendo la top20 Qiang Wang e la campionessa olimpica Puig, mentre su erba ha trovato qualche ostacolo in più. Nonostante le ottime vittorie sui campi nordamericani contro Wozniacki, Garcia e Tomljanovic, la sua estate è stata influenzata da un infortunio che l’ha portata a chiudere la stagione subito dopo il secondo turno degli Us Open. La classe 2001 polacca è ormai lanciata e appena la salute la assisterà la vedremo scalare ulteriormente il ranking.
- KAROLINA MUCHOVA
La talentuosa ceca si era già messa in mostra nel 2018, prima in ottimi ITF e poi agli Us Open, dove aveva sconfitto una Garbine Muguruza già in piena crisi di risultati e fiducia. Quest’anno è stato quello dell’approdo definitivo al tour maggiore, che l’ha vista giocare la sua prima finale WTA sulla terra di Praga, il suo primo quarto di finale Slam sull’erba di Wimbledon e vincere infine il suo primo torneo International sul cemento di Seoul. Poco importa del campo o delle condizioni di gioco, Muchova può comandare con un servizio veloce e carico, fondamentale principale di un gioco ‘maschile’, con dritto carico a dirigere il gioco e rovescio vario. Lo slice in particolare è un colpo di rara bellezza, che mette in difficoltà gran parte delle avversarie spezzando il ritmo e facendo perdere ogni punto di riferimento. In aggiunta ci sono smorzate, pallonetti e tocchi fatati a rete, vere perle ad arricchire il suo tennis spettacolare amato sia dagli addetti ai lavori che da tanti appassionati. All’Élite Trophy di Zhuhai è stata arginata solo da una straripante Sabalenka, dopo aver battuto sia Riske che Kenin, entrambe in grande forma. Iniziata la stagione al 145 del mondo, la 23enne ceca può ora festeggiare il best ranking di numero 21 del ranking WTA.
- MARKETA VONDROUSOVA
Sul fatto che Vondrousova sia una predestinata ci sono ben pochi dubbi, ma la ventenne ceca ha avuto diversi problemi in questi pochi anni di carriera tra le grandi. Dopo un 2017 col botto Marketa ha avuto difficoltà a confermarsi nella scorsa stagione, salvo ritrovare il suo tennis della parte finale del 2018 per poi rilanciarsi a pieno in questa annata. Una continuità straordinaria, con finale a Budapest, quarti sia ad Indian Wells che a Miami, finale a Istanbul, quarti a Roma e finale al Roland Garros dopo una cavalcata straordinaria. Cinque mesi da sogno, in cui tutti i pezzi del tennis fisico e intelligente di Vondrousova sono andati al loro posto e le hanno consentito di stare nelle prime 10 della race. Dritto uncinato, rovescio piatto, entrambi con grandi angoli, e smorzate di velluto a spezzare il ritmo sono solo alcuni dei colpi in possesso del talento atipico della scuola ceca, che ha però dovuto chiudere in anticipo questa stagione per sottoporsi ad un’operazione al polso. Il balzo nel ranking è comunque notevole, da numero 67 a 16, e appena ritroverà la salute potrà riprendere da dove ha lasciato.
- COCO GAUFF
Come non inserire la classe 2004 tra le grandi sorprese del 2019, lei che a soli 15 anni ha già raggiunto gli ottavi di finale a Wimbledon , ha già vinto il suo primo torneo International a Linz e si è guadagnata un posto tra le prime 70 del mondo. È persino difficile realizzare che si parla di una ragazza che ha compiuto da poco 15 anni, che sta facendo degli step importanti con una rapidità impressionante, dei risultati che normalmente si ottengono gradualmente entro i 18 anni. Fisicamente già impressionante, Coco può contare anche su un solido rovescio e un dritto molto carico, un tennis molto diverso da Serena o Venus Williams, a cui è stata spesso paragonata, ma con le quali condivide una grinta rara. Sicuramente c’è ancora molto lavoro che si può fare, come ha detto anche Steffi Graf definendola un “diamante grezzo”, ma già così può competere su qualsiasi superficie e battere top 10 come Kiki Bertens. Il 2020 sarà l’anno della conferma, ma è davvero impossibile capire dove potrà arrivare questa incredibile giovane stella.
- BIANCA ANDREESCU
La regina delle sorprese può essere solo lei, probabilmente la giocatrice più forte di quest’anno, la più giovane vincitrice Slam da diverso tempo a questa parte. La canadese ha iniziato l’anno da sconosciuta ai più, avendo giocato davvero pochi match nel tour principale. Improvvisamente, la magia. Inizia la sua corsa ad Auckland, dove batte Wozniacki e Venus Williams e raggiunge la sua prima finale, trionfa a Newport, semifinale ad Acapulco, vittoria nel Premier Mandatory di Indian Wells, vittoria nel Premier 5 di Toronto, vittoria agli Us Open, quarti a Pechino. Nel mezzo, pochissime sconfitte e spesso dovute ai problemi fisici, che l’hanno tenuta ferma sia su terra che su erba. Nonostante i lunghi periodi di assenza, Bianca ha concluso l’anno in top5 e ha raggiunto le WTA Finals, dove però si è ritirata nel corso del secondo match per un brutto problema al ginocchio – aveva perso nel primo una maratona con Simona Halep -. Ormai il suo tennis lo conoscono tutti: dritto a comandare da qualsiasi posizione nel campo, smorzate in controtempo, cambi di ritmo continui, sia ad accelerare che a rallentare, difese aliene. Eppure, il suo tennis può essere ancora migliorato, sia nel servizio in alcune fasi di gioco, ma il suo vero punto di forza sta nell’intelligenza e nella visione del gioco, che le consentono di ribaltare anche le situazioni più disperate. Il cammino è ormai intrapreso, la destinazione è nelle mani di Bianca.