In quel di Doha ha inizio l’ultimo atto del torneo, che sicuramente significherà qualcosa di importante chiunque sia la vincitrice finale.
Da una parte troviamo Victoria Azarenka, che nelle passate stagioni è riuscita a tenere fede al proprio nome molto più spesso di quanto non faccia in questi ultimi tempi, dopo che l’infortunio al piede l’ha costretta ai box per diverso tempo. Dall’altra parte c’è invece la talentuosa ceca Lucie Safarova, in attesa della consacrazione decisiva e che comunque vada, dopo questo torneo si attesterà all’11esima posizione del ranking. Alla fine a imporsi è la ceca con lo score di 6/4 6/3.
Pronti, via! Dopo il riscaldamento di rito, la prima a servire è proprio Vika. Il suo inizio alla battuta è un po’ titubante e la ceca è brava ad approfittare di questo avvio a diesel della bielorussa, Si procura, infatti, subito tre palle break, portandosi sullo 0/40. Il punto successivo è il primo per Aza, ma nel successivo non può far altro che cedere il break all’avversaria. Nel game successivo la ceca è brava a mantenere a zero il proprio turno di battuta. Fin qui per la 28enne di Brno sembra in assoluto controllo del match e inconsapevole di ciò che di li a poco sarebbe successo.
Infatti dopo pochi punti giocati Vika inizia a prendere il ritmo all’avversaria e, nonostante altre titubanze mostrate al servizio, recuperando per due volte da uno svantaggio iniziale di 15-30, riesce a giocare meglio anche in risposta, con la conquista delle prime palle break. Il killer instinct della bielorussa non dobbiamo certo raccontarvelo noi e difatti alla prima occasione utile riappiana il parziale, ottenendo il contro break. Subito dopo mantiene magistralmente il proprio servizio, senza concedere neanche un quindici alla sua avversaria.
L’ottavo game è piuttosto equilibrato e entrambe hanno occasioni ghiotte per portarlo a casa. A sorpresa Safarova concede un’altra palla break ma stavolta è brava ad annullarla a dovere. Un altro break, in questo momento, sarebbe significato tirare i remi in barca. Come spesso succede nel pazzo mondo del tennis, quando si fallisce un’occasione spesso se ne paga immediatamente le conseguenze. E’ così che Aza, dalla possibilità di break e di servire per il primo set, si ritrova a doverne concedere uno lei e ora a dover inseguire. Ciò è avvenuto in maniera rocambolesca, visto che Vika si trovava in vantaggio per 30-0 nel proprio game di servizio.
Il game decisivo è anch’esso molto equilibrato e si deve ricorrere ai vantaggi per determinarne la vincitrice. Poco importa alla ceca, che al secondo set point e dopo essere riuscita ad annullare anche una palla del contro break, porta a casa il primo parziale e adesso si trova solo a un set dalla vittoria finale.
Il secondo set comincia in modo equilibrato ma quest’equilibrio è costretto a durare poco. Già nel terzo gioco la ceca aumenta i giri dei suoi colpi e comincia a infastidire il gioco di Vika, che, suo malgrado, concede tre chance di break consecutive all’avversaria. Lucie non se lo fa ripetere una seconda volta e piazza per prima il break nel secondo set. Come è ovvio che sia, la bielorussa non ci sta, e ha intenzione di riprendersi subito ciò che le è stato appena tolto. Costringe, infatti, l’avversaria ai vantaggi, ma sul più bello non concretizza le occasioni create, lasciandole dunque l’occasione di confermare il break.
Vika, si sa, è una combattente nata e ne da riprova più volte anche in questo set. Nonostante lo svantaggio lotta con le unghie e con i denti, dimostrando di essere sulla strada giusta per tornare nelle posizioni che più le si addicono. Questa volta però spreca più del previsto, rispedendo al mittente le tre occasioni di controbreak. Il conto delle chance non sfruttate inizia ora a farsi corposo e alla lunga potrà pesare nel computo del match.
Dopo oltre un’ora e venti minuti per Vika è arrivato il momento della verità visto che si appresta a servire per rimanere nel match. L’esito di questo game è a dir poco disastroso: la ceca ha fretta di chiudere e in men che non si dica si ritrova sullo 0/40. Vika cerca di arginare la “furia ceca” ma non riesce nell’impresa. Alla terza occasione infatti la nuova numero 11 del mondo chiude e conquista il suo trofeo di singolare più importante. Per Vika solo tanti rimpianti per le tante, troppe occasioni sprecate, senza comunque nulla togliere alla bravura e concretezza dell’avversaria odierna.
Di Simone Marasi