Naomi Osaka (JAP) b. Petra Kvitova (CZE) 7-6(1) 4-6 6-4
Il programma delle WTA Finals di Shenzen è stato inaugurato dal match che ha visto protagoniste Naomi Osaka e Petra Kvitova; le due tenniste del Gruppo Rosso hanno dato vita a una partita intensa e divertente, conclusasi solamente dopo due ore e quaranta minuti di battaglia. A spuntarla è stata Naomi Osaka che, più volte nel corso della partita, ha dimostrato di avere la forza e la lucidità per recuperare anche nelle situazioni più complicate.
Nel primo set la giapponese si ritrova subito in svantaggio di un break, recuperato con grande autorità nell’ottavo gioco. Dopo aver annullato tre palle break nel game successivo, Osaka controlla con grande attenzione il set e, con un tie break perfetto, si aggiudica il primo parziale 7-6. Nel secondo set la ceca alza sensibilmente il livello del suo tennis e, dopo un’incredibile girandola di break e controbreak, riporta in parità il conteggio dei parziali. Nel momento della verità è, però, la nipponica a dimostrarsi più fredda e determinata; Osaka, infatti, prende presto il largo nel punteggio e, dopo aver respinto gli ultimi tentativi di Kvitova di tornare in partita, chiude il set e la partita.
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Ashleigh Barty (AUS) b. Belinda Bencic (SUI) 5-7 6-1 6-2
Nel secondo match di giornata è arrivata la vittoria in rimonta della numero uno del mondo, l’australiana Ashleigh Barty, sulla svizzera Belinda Bencic. Nel primo parziale l’equilibrio regna sovrano e le due giocatrici non incontrano grandi difficoltà nel tenere i propri turni di battuta; la svolta arriva inaspettatamente nell’undicesimo gioco, quando Bencic riesce a strappare il servizio alla sua avversaria, portandosi così sul 6-5; la tennista elvetica non sbaglia e si aggiudica il primo set. La reazione di Barty non si lascia attendere ed è più spietata che mai; l’australiana prende fiducia in risposta e vola rapidamente sul punteggio di 6-1 nel secondo parziale. Nel terzo la musica non sembra cambiare, Barty controlla gli scambi da fondo e tiene il servizio con grande tranquillità, mentre Bencic non è in grado di trovare delle strategie alternative per scardinare la difesa della sua avversaria; il 6-2 finale ne è una diretta conseguenza.
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