Anche il secondo Premier Mandatory marzolino volge al termine, e quale occasione potrebbe essere migliore di questa per tirare le somme di queste due settimane di grande tennis? Purtroppo la nostra Flavia Pennetta non è riuscita nell’impresa di compiere il double(Indian Wells e Miami in fila), ma non potevamo chiederle tanto. Come a Indian Wells non sono di certo mancate le sorprese, in Florida non sono mancate invece le certezze, con la finale che ha visto di fronte le prime due atlete del ranking mondiale e gli accoppiamenti fino ai quarti composti esclusivamente da tenniste partite con una testa di serie.
Andiamo dunque a vedere come si sono comportate queste otto atlete relativamente agli impegni che il sorteggio aveva parato loro davanti, con una menzione speciale per chi si è saputa distinguere pur non riuscendo a raggiungere gli atti finali del torneo.
SERENA WILLIAMS: Voto 8
A dire la verità il voto corretto sarebbe 6, anche perché con una Williams così per le altre c’è ben poco da fare. Dopo le settimane di inattività (la vecchia brutta storia di Indian Wells), la panterona statunitense fatica un po’ solo con la Shvedova al secondo turno e con una arrembante Garcia al terzo turno, con la francese che è riuscita addirittura a conquistare il secondo set dell’incontro poi perso 6-4 al terzo. Da lì in poi pilota automatico e via: messe in fila Vandeweghe, Kerber, Sharapova e Li per la vittoria finale del torneo. Con gli anni che avanzano il suo talento resta comunque immutato; sarebbe quasi il caso di ibernarla e tirarla fuori per il torneo successivo. Scherzi a parte, chapeau!
NA LI: Voto 7
Sempre più certezza si sta dimostrando la Li che, dopo aver conquistato la seconda piazza mondiale, sta piano piano mettendo in cascina punti importanti per mantenere la posizione e per dimostrarsi in grado di vincere dovunque o quasi. Vero è che il suo cammino verso la finale non è stato dei più complicati: la Kleybanova si è ritirata al secondo turno, poi vittorie facili con Keys e Suarez Navarro; deve sudarsela per un set e mezzo con la Wozniacki che però si spegne sul più bello, e contro la Cibulkova riesce ad avere la meglio grazie all’esperienza ed alla solidità di gioco, contro un’avversaria in grande crescita ed in condizione ottimale. Contro Serena ci crede ma sul 5-2 e servizio va in blackout e alza bandiera bianca. Se la parola d’ordine è costanza, lei ce la prendiamo volentieri.
MARIA SHARAPOVA: Voto 6,5
Siamo sempre alle solite. La bella Maria si trova di fronte delle avversarie di tutto rispetto, a partire dalla Nara per arrivare alla Kvitova, passando per Safarova e Flipkens (entrambe riescono a strapparle un set). La sconfitta per 6-4 6-3 contro la Williams poi vincitrice del torneo non può considerarsi una bocciatura vera e propria, però pesa tanto, visto l’enorme passivo negli scontri diretti e la reale difficoltà dimostrata contro le dirette avversarie che, innegabilmente, la porta a recitare un ruolo da comprimaria. Rischia di lasciare addirittura la Top10 ed ha bisogno di tornare a vincere ed a convincere, con qualche prova di forza in più.
DOMINIKA CIBULKOVA: Voto 7
La piccola grande Dominika. Parte come testa di serie N.10 e mette in fila Meusburger, Cornet, una Venus Williams in gran forma e la pericolosissima Agnieszka Radwanska ai quarti. Grande cuore e un tennis che può infastidire anche le più grandi; una ricetta ottima che le ha permesso di insidiare anche la Li in semifinale, vincendo il secondo set 6-2 e trovandosi con palle del 4-1 nel terzo. La paura di vincere purtroppo stronca la sua favola e la slovacca si fa recuperare e battere al fotofinish. Grande interpretazione in un torneo davvero complicato che lascia poco spazio al caso. Brava Domi, dunque. Si aprono le porte della Top10.
ANGELIQUE KERBER: Voto 6
Troppo poco, davvero. Per una che parte come N.5 del tabellone ti aspetteresti di più, decisamente di più: il primo incontro da lei disputato appare come uno psicodramma vero e proprio, con la Peng che era addirittura sopra 5-2 nel terzo set e alla fine è riuscita a perdere al tie-break, in un match dove non era facile stabilire meriti e demeriti, di una e dell’altra. Se con la imprevedibile Pironkova tutto sembra tornato alla normalità, la Makarova agli ottavi le fa sudare freddo, nonostante poi la teutonica riesca ad aggiudicarsi la vittoria. Attenuante Serena ai quarti, ma alla fine, ciò che resta da dire è sempre la stessa cosa: troppo poco.
PETRA KVITOVA: Voto 6+
Premio speciale a chi riesce ad entrare nella testa della ceca. Via la Ormaechea, così come la Vekic. Con la Ivanovic perde il primo e poi la luce. Doppio 6-0 che la porta al match contro la Sharapova con grande entusiasmo. Regge nel primo e poi inizia a sparacchiare di tutto e di più fuori dal campo o in rete. Chi la capisce è bravo. Non intendo sottovalutare le tensioni e lo stress che deve affrontare una giocatrice di alto profilo, ma i periodi di buio della Kvitova non possono durare mesi ed essere interrotti da schiarite così brevi. Ci vuole una buona dose di lavoro psicologico per imparare a gestire i match come si deve, altrimenti sarà sempre un gradino sotto alle sue avversarie. Peccato.
AGNIESZKA RADWANSKA: Voto 6
Non sarebbe giusto darle un’insufficienza, visti i problemi che l’hanno accompagnata nella finale di 15 giorni fa contro la Pennetta, anche perché sarebbe stato impensabile trovarla al 100% della forma. Se la gioca bene con la Svitolina che, in questo stato psicofisico, sarebbe stata in grado di impensierire diverse giocatrici, e la sconfitta con la Cibulkova non le affibbia totalmente la colpa di un torneo non esattamente vittorioso. Era difficile, non le è riuscito. Sicuri che riuscirà a fare meglio.
CAROLINE WOZNIACKI: Voto 6,5
Caroline resta in mezzo ad una carriera da enfant prodige e ad una da eterna incompiuta: tanti, troppi intervalli tra un risultato utile e l’altro. Ad inizio torneo soffre solo con la giovane Puig, poi inizia a lavorare da schiacciasassi stendendo 6-1 6-0 una Stephens inerme e l’esperta Lepchenko, con i punteggi dei due set invertiti ma senza cambiare il risultato finale. Contro la Li qualche possibilità l’ha avuta ma contro giocatrici così forti non c’è neanche un attimo di respiro e se ti fermi sei perduta. Ha perso ma la Li ha tirato un bel sospiro di sollievo dato che la situazione non era delle più semplici da gestire. La speranza è che riesca a trovare finalmente la sua strada, e se sarà in alto ancora meglio. Tutto è possibile.
NEWCOMERS OF THE TOURNAMENT: Elina Svitolina e Coco Vandeweghe
Ottime prove per le due giovani tenniste che fanno appena 41 anni in due. Per l’ucraina la strada da percorrere è minore vista la sua 42esima posizione nel ranking, mentre la Vandeweghe è al N.104. Con il tennis americano che sta ritornando, o almeno così sembra, ai fasti del passato, con nuove leve di ottima caratura come Stephens, Hampton, Keys, Riske, Davis, Mchale e, appunto, la Vandeweghe, ci sarà da vederne delle belle. E con la Svitolina e la Kichenok, 21 anni per lei, l’Ucraina può davvero volare.