Simona Halep si aggiudica il torneo Wta di Indian Wells, undicesimo titolo in carriera per lei, battendo in finale la serba Jelena Jankovic, n. 21 delle classifiche Wta con il punteggio di 26 75 64. La numero 3 del mondo dunque, succede nell’albo d’oro alla nostra Flavia Pennetta,che l’anno scorso aveva sorprendentemente sbaragliato il campo. Per la tennista di Costanza questo torneo ha un sapore molto speciale, sia per il fatto che è giunto in una settimana non facile dal punto di vista personale, sia perchè è il primo titolo Mandatory della sua carriera.
Partita dai toni alterni e incerti che ha regalato sprazzi di agonismo specie nella parte finale del secondo set, dopo una prima ora di gioco in cui a causa di una Halep poco presente sia sul piano nervoso che su quello atletico, si era visto un match singhiozzante. Insolitamente impacciata negli spostamenti, Simona commetteva un rilevante numero di errori con i fondamentali, riuscendo a non perdere in due set solo con la decisiva collaborazione della sua avversaria.
Fra le due vi sono 4 precedenti, tutti finiti al terzo set; il primo vinto dalla serba e gli altri tre dalla romena, l‘ultimo dei quali agli ottavi dell’Australian Open 2014. Tutte partite piuttosto tirate. Il primo set scivola via con un morbido 6-2 per la tennista di Belgrado che si è dimostrata da subito più in partita rispetto alla sua avversaria. Dal 2 pari in avanti la romena perde tre game di fila in rimonta, prima da 40-0 poi da 15-40 (servizio Jelena) e poi da 40-15. Uno sfacelo che dà al punteggio contorni più schiaccianti di quanto dica l’equilibrio sul campo.
Chi è abituato a vedere giocare Halep non può che restare sorpreso dalla mancanza di continuità e di ritmo. La Jankovic riesce invece a fare la differenza con un sontuoso rovescio lungolinea, molto preciso nei momenti importanti. Nel secondo set la partita si fa un pò più equilibrata, la Jankovic perde un pò di brillantezza ma sembra averne comunque a sufficienza per poter disporre della Halep. La serba si porta tre volte in vantaggio di un break, serve per il match sul 5-4, ma a quel punto è vittima di se stessa. Jelena viene letteralmente attanagliata dalla paura di vincere. Già nell’ottavo game, avanti per 4-3 e servizio, commette la bellezza di 3 doppi falli che consentono a Simona di agganciarla sul 4 pari. Arriva però ancora un altro break al nono gioco in favore della tennista di Belgrado.
La partita diventa per lei uno psicodramma. Va al servizio tesissima, ha “deciso” di perdere, ed infatti perde tre games di fila a causa di una tensione che non dà fluidità ai propri colpi ed anche, va detto, di una Halep ora si determinata e regolare che ci mette del suo per azzannare la povera Jelena.Brutto spettacolo sportivo vederle perdere così il secondo set, spiace soprattutto per averla vista superata non sul piano tecnico ma su quello mentale, una giocatrice esperta come lei. L’inerzia a quel punto è fin troppo chiara.
Si apre un terzo set che in molti pensano già scritto, immaginando Simona che scivoli comodamente sulle ceneri dell’avversaria. Invece ne esce un terzo set tutto sommato equilibrato, fatto di incertezze, di errori e soprattutto di break. Sette. La Jankovic perde 4 volte su 5 il turno di battuta, perde anche la finale dopo aver avuto la possibilità di chiuderla comodamente in due set. Una cosa è certa: la bella Jelena stanotte non dormirà.