LA RINASCITA DI ASHLEIGH – In Malesia è (ri)nata una stella: Ashleigh Barty. La giovane australiana, campionessa a Wimbledon junior ad appena 15 anni ed ottima doppista con la connazionale Casey Dellacqua, nel 2014 aveva abbandonato il tennis per dedicarsi al cricket; lo scorso anno, però, era rientrata nel circuito con alcuni buoni risultati, culminati con l’affermazione di questa settimana a Kuala Lumpur. Partita dalle qualificazioni, la Barty è giunta in finale perdendo appena un set (nel primo turno contro Irina Falconi, punita poi con un 6-0 al terzo). All’atto conclusivo, opposta alla giapponese Nao Hibino (che agli ottavi aveva beneficiato del walkover della favoritissima Elina Svitolina), Ashleigh non ha tremato, imponendosi con un perentorio 6-3 6-2. La Barty è riuscita sin dai primi scambi ad imporre il proprio gioco, fulminando l’avversaria con micidiali fendenti di dritto con cui – già nel secondo game – otteneva facilmente il break. Grazie ad una superba prestazione alla battuta (a fine partita gli ace saranno ben sette), la tennista di Ipswich difendeva agevolmente i propri turni di servizio. Nemmeno la pioggia (a causa della quale la partita è stata sospesa sul 4-1 30-30) ha fermato l’arrembante Barty: al rientro in campo (dopo più di un’ora) l’australiana si aggiudicava il primo set per 6-3 senza aver concesso nemmeno una palla break.
CARATTERE VINCENTE – Lo spartito non è cambiato nel secondo parziale: Nao Hibino, nonostante strenui tentativi di difesa contro i bombardamenti della rivale, cedeva il servizio nel terzo game. Avanti di un set e un break, la ventenne australiana ha forse sofferto l’emozione per la vicinanza del traguardo, concedendo così la prima palla break dell’incontro, annullata – di gran carattere, come solo i campioni sanno fare – con un ace. Era l’unica e ultima occasione per la giapponese di rientrare nella partita: nel settimo game la Barty strappava ancora il servizio all’avversaria e archiviava la pratica Kuala Lumpur con un netto 6-2. Grazie a questo trionfo, la Barty entrerà per la prima volta fra le prime cento tenniste al mondo (al numero 92) e, giocando su questi livelli, nessun traguardo le è precluso; il cricket può senza dubbio attendere.