La cronaca – La tennista ceca ha saputo realizzare il suo tipico tennis offensivo in avvio di gara, forzando i colpi appena ne ha avuto l’occasione, onde evitare che l’avversaria potesse prolungare gli scambi ed elaborare delle contromisure. All’interno dei propri game di servizio, inoltre, ha trovato il necessario sostegno dal servizio, non permettendo alla Barty di avere il tempo e gli spazi per azzardare delle risposte insidiose. L’australiana, di contro, non è riuscita ad entrare nei duelli con la regolarità e la robustezza che la contraddistinguono. In particolare, ha sofferto eccessivamente le traiettorie angolate compiute dalla boema, soprattutto quelle indirizzare sul suo rovescio, con il quale ha commesso diversi errori nelle azioni di contenimento. La Pliskova al terzo gioco si è così guadagnata il primo break della gara, concretizzando la seconda di due palle break avute a disposizione. Un vantaggio che ha consolidato senza evidenti ostacoli nel game successivo. La Barty, in seguito, ha finalmente trovato una migliore confidenza con i colpi, oltre ad esprimersi ad un ritmo più intenso, dunque ha iniziato a risultare più consistente nei diversi aspetti del gioco. Al sesto game ha costretto la ceca a cederle il contro break, riprendendola sul 3-3. Le fasi successive del parziale sono state piuttosto combattute, malgrado nessuna delle due giocatrici sia stata in grado di prendere il sopravvento sull’altra. Il parziale si è quindi deciso al tie break, all’interno del quale la Barty si è dimostrata abile a contenere le accelerazioni dell’avversaria e a contrattaccare in maniera efficace. Conseguentemente si è portata sullo score di 6-1, con tre mini break di vantaggio e quattro set point a disposizione, il primo dei quali è stato decisivo. Il tema tattico della sfida non è mutato nel secondo parziale, in quanto la Pliskova ha continuato a cercare con insistenza la soluzione vincente e a focalizzare le manovre d’attacco sul rovescio dell’australiana, che nella frazione inaugurale si è rivelato essere il tallone d’Achille. Mentre la Barty ha tentato di rallentare gli scambi, spesso attraverso l’esecuzione di rovesci in back, comunque si è prodigata in difficili manovre difensive, al fine di procurarsi gli spazi necessari per contrattaccare o indurre la ceca a commettere l’errore nella sua voglia spasmodica di chiudere immediatamente il punto. Tra le due strategie quella dell’australiana si è dimostrata più efficace. Anche in ragione di un lieve calo atletico evidenziato dalla giocatrice di Louny nel corso di tutto il set, in quanto l’ha resa meno resistente nei duelli prolungati e in generale poco reattiva. In merito al punteggio, la Barty ha conquistato un break in apertura, alla quinta circostanza propizia ottenuta durante i vantaggi. Nel game seguente ha blindato il vantaggio. Al terzo gioco ha rischiato di avvantaggiarsi ulteriormente, non riuscendo tuttavia a capitalizzare due palle break ai vantaggi. Successivamente la Barty ha perseverato nel condurre dei turni di servizio impeccabili, dove non ha praticamente concesso nulla, realizzando tra l’altro diversi ace (con una percentuale di prime in campo che al termine della gara si è attesta sopra l’85%). Quanto meno la Pliskova è stata capace di difendere i due game seguenti, ma sul 5-3 in favore dell’avversaria si è trovata nuovamente in grave difficoltà, a tal punto da consegnare ben tre palle match, la prima delle quale le è stata fatale.
Il punteggio:
[12]A.Barty b. [5]Ka.Pliskova 7-6(1) 6-3