Wta NextGen: 10 talenti da tenere d’occhio nel 2019

Si è tanto parlato del difficile – o per lo meno, particolare – momento che la Wta sta attraversando, un periodo di transizione che ha una precisa data di inizio: sabato 28 gennaio, 2017. In quel giorno Serena Williams vinse il suo 23esimo titolo, giocando la sua ultima partita prima di annunciare la gravidanza di cui tutti sappiamo. In questi due anni abbiamo visto una parata di numero 1, per non parlare delle vincitrici Slam, un circuito con pochi punti di riferimento anche a causa dell’assenza di Maria Sharapova e Viktoria Azarenka. In questi ultimi mesi queste tre grandi atlete sono tornate a giocare con buona continuità, anche se ai vertici del ranking rimangono giocatrici di generazione intermedia, nate tra il 1990 e il 1995. I segni dell’inizio di un profondo ricambio generazionale sono però ben chiari, e questa rivoluzione è già iniziata prima con Bencic e Ostapenko e nel 2018 con Naomi Osaka e Aryna Sabalenka, e l’arrivo di tenniste nate nel terzo millennio può solo enfatizzare questo cambiamento. Nella lista che segue mancano giocatrici come Sabalenka, Kuzmova, Kenin e Lapko perché già stabilmente in top 100 e più mature, mentre altre come Danilovic, Potapova o Kostyuk non sono inserite per mancanza di risultati negli ultimi mesi, lasciando così spazio alle meno note. Fuori classifica ma sempre da tenere d’occhio sono Juvan, Li, Chwalinska, Fernandez, Parry, Burel, Cocciaretto, Molinaro e altre ragazze in transizione dal circuito junior a quello delle grandi.

[tps_title]10. Ludmyla Samsonova[/tps_title]

samsonova

Ci è mancato davvero un soffio perché l’Italia avesse una ragazza di 20 anni da poco compiuti nelle prime 170 atlete al mondo, ma è inutile riaprire la polemica sterile sulla questione della cittadinanza. Quello di cui è giusto parlare è l’ascesa di Luda, che a inizio 2018 si trovava attorno alla posizione 550 e che questa settimana segna il best ranking a 162. Tanti traguardi importanti negli ultimi mesi, che fanno pensare che la ventenne russa stia trovando equilibrio in campo, lei che è dotata di un tennis esplosivo quanto delicato e che quando in giornata può permettersi di giocare alla pari con chiunque. In questo inizio di 2019 è arrivata la prima vittoria nelle qualificazioni di uno Slam e la prima vittoria nelle qualificazioni del Premier di san Pietroburgo, dove ha ceduto solo a Gasparyan per 6-3 6-3. Questa settimana sono arrivate altre due vittorie importanti nelle qualificazioni di Doha, dove ha piegato le resistenze di Zidansek e Arruabarrena, cedendo per la seconda volta in questo 2019 a Muchova, e poi la vittoria contro Krystina Pliskova a Dubai. Con la giusta programmazione e la voglia di far bene, puntare alla top100 quest’anno è il giusto obiettivo, il tempo e il talento sono dalla sua parte.

Obiettivo 2019: top 100

[tps_title]9. Xiyu e Xinyu Wang[/tps_title]

Messe insieme non per qualche grado di parentela, ma semplicemente per un percorso simile che le vede muoversi verso il vertice del ranking. Xiyu è più grande di qualche mese ed è già entrata nelle prime 200 al mondo, Xinyu invece è vicina alla posizione 300, ma stanno entrambe marciando verso ben altre fasce della classifica. Xiyu si è fatta notare dal grande pubblico nello scorso autunno, quando ha vinto il primo titolo Slam junior a New York – battendo prima Lopatetska, di cui si parlerà a breve, e poi Burel – e si è qualificata poi per il Premier di Wuhan, dove ha perso al secondo turno sprecando match points contro Kasatkina. Mancina, dritto fulminante e ritmi da fondocampo che sono già quelli di una top100 (almeno). Meno esperienza per ora per Xinyu, che lo scorso anno ha raggiunto le semifinali a Wimbledon junior come miglior risultato. Quest’anno ha ben sfruttato la wildcard concessa a Shenzen, superando Xun all’esordio e lottando alla pari con Sharapova, vincendo il primo set, ma è stata costretta al ritiro in lacrime nel secondo, con la sua eroina Sharapova che l’ha consolata, promettendole un futuro brillante. Destrorsa, dotata di un fisico eccezionale e di colpi da fondo campo di grande potenza, anche per lei ci sono le basi per un futuro da top player.

Obiettivo 2019 per Xiyu: top 100

Obiettivo 2019 per Xinyu: top 150

[tps_title]8. Cori Gauff[/tps_title]

È incredibile parlare di una ragazza nata nel 2004, che deve ancora compiere 15 anni. Cori Gauff si porta da tempo dietro l’epiteto di predestinata, e il motivo sembra palese: a soli 13 anni gioca la prima finale Slam junior, perdendo da Anisimova, a 14 arriva il primo Major, con il trionfo al Roland Garros. Seppur giovanissima, “Coco” si mostra già all’altezza dei primi tornei pro, in cui raggiunge i quarti di finale. Quasi sicuramente avrà una wildcard assicurata in tutti i tornei americani – almeno per le qualificazioni – e potrà confrontarsi con le migliori al mondo. Il talento è cristallino, ma la fase è delicata: arrivare troppo presto in alto ha giovato davvero in pochi casi e bruciare un talento di questo calibro sarebbe a dir poco uno spreco. Già formata fisicamente, Gauff è presto attesa ai piani alti e in questa stagione sarà un’osservata speciale. L’obiettivo per ora è quello di abituarsi alle grandi, senza dover correre con il ranking.

Obiettivo 2019: top 300

[tps_title]7. Caty McNally[/tps_title]

Una delle rivelazioni di questo inizio 2019, anche se qualche attenzione l’aveva decisamente attirata anche lo scorso anno. Classe 2001, la statunitense ha giocato la sua prima – e unica – finale Slam junior al Roland Garros, perdendo solo dalla connazionale Gauff. Rispetto ad alcune coetanee è rimasta di più nei tornei Under 18, rimandando l’arrivo tra le pro, scelta che per ora sta pagando. Quarti di finale nell’80k di Tyler, vittoria nel 25k di Lawrence e soprattutto poche settimane fa la vittoria nel 100k di Midland senza perdere alcun set, risultato che l’ha lanciata a ridosso delle prime 250 del ranking – dopo aver concluso il 2018 da numero 682 -. Come tutte le altre giovani americane riceverà wildcard in molti tornei negli States, compresi i due Premier Mandatory a marzo e tutti i tornei della stagione estiva. Caty non compirà 18 anni prima di fine anno, e per quel giorno potrebbe aver già raggiunto le migliori atlete del nuovo millennio, pronta per fare poi il salto definitivo.

Obiettivo 2019: top 150

[tps_title]6. Whitney Osuigwe[/tps_title]

Un altro giovanissimo ed eccellente prodotto della scuola americana, la sedicenne Whitney Osuigwe ha già cominciato a bazzicare il circuito in occasione dei tornei dello Slam, dando l’impressione di essere tennisticamente già pronta ad uno step successivo. Dichiarata amante della terra rossa – tanto da aver vinto il suo unico titolo Slam junior proprio a Parigi -, Whitney ha un gioco più vario delle sue coetanee, ricco sia di accelerazioni che di variazioni. Nel 2018 ha scalato circa 900 posizioni, con un titolo ITF da 80k conquistato, torneo nel corso del quale ha superato anche una ex top 10 come Belinda Bencic. Nel 2019 ha esordito a Melbourne, dando vita ad una lotta di rara intensità con Bianca Andreescu, cedendo solo alla distanza. È solo questione di tempo ormai, quando si sarà abituata ai ritmi delle grandi arriverà direttamente in top 100, a quel punto potrà iniziare la festa.

Obiettivo 2019: top 100

[tps_title]5. Daria Lopatetska[/tps_title]

È lei il fenomeno di questi mesi, una vera calamita di attenzioni per chi segue il tennis a tutti i livelli. Nata esattamente 20 anni dopo Daniela Hantuchova – 23 aprile 2003 -, a soli 15 anni sta scalando le classifiche con una velocità impressionante. Daria (o Dasha in russo) esordisce tra le grandi a giugno del 2018: passate le qualificazioni si aggiudica il 15k di Antalya. Neanche 15 giorni dopo sta già sollevando un secondo trofeo, quello di Baja, dopo aver perso in totale un solo set. Capite le potenzialità, l’ucraina alza l’asticella, partecipando a tornei più grandi nel Nordamerica, due ITF da 60k. Semifinale nel primo, quarti di finale nel secondo, e con una manciata di tornei può chiudere l’anno da numero 465 al mondo. Nel 2019 Lopatetska riprende da dove aveva lasciato, conquistando due titoli consecutivi da 25k ad Hong Kong e raggiungendo la posizione numero 306. Un fiume in piena, che ha uno score di 10 vittorie e 0 sconfitte in questa stagione e che ancora non ha trovato dei veri argini a contenerla. Di questo passo la vedremo alle prese con i primi eventi WTA a breve, dove si potrà valutare davvero forze e debolezze di una ragazza che ha tutte le carte in regola per arrivare ai vertici del circuito.

Obiettivo 2019: top 150

[tps_title]4. Iga Swiatek[/tps_title]

Dopo il ritiro della maga Agnieszka Radwanska, la Polonia ha bisogno ora più mai di un ricambio generazionale, con Magda Linette unica giocatrice in top 100 e ben lontana dal poter ambire a palcoscenici di primo piano. Iga Swiatek è un talento puro, non paragonabile come stile di gioco a Radwanska, ma con un tennis brillante e intelligente che la sta facendo salire nel ranking. Campionessa junior a Wimbledon, Swiatek ha raggiunto la posizione 140 al mondo soprattutto grazie alle due vittorie consecutive nei 60k di Budapest e Montreux e le due semifinali negli 80k di Charlottesville e Charleston, risultati che le hanno permesso di giocare le prime qualificazioni Slam a Melbourne, superate brillantemente – battendo tra le altre Danilovic – e vincere la sua prima partita nel tabellone principale contro Ana Bogdan. Solo Camila Giorgi è riuscita ad arginarla, sfruttando un peso di palla che le ragazze giovanissime non hanno mai trovato prima. Nella prima parte dell’anno Swiatek potrà solo salire, come un proiettile pronto ad essere sparato, e sicuramente la vedremo in azione nei tornei WTA.

Obiettivo 2019: top 80

[tps_title]3. Bianca Andreescu[/tps_title]

È da tempo che si parla della giovane canadese, lei che nel 2017 si era messa in mostra nel torneo di Washington, dove aveva superato Giorgi e Mladenovic prima di cedere a Petkovic, ma che era poi tornata nella mischia, continuando a navigare tra la posizione 150 e la 200. A fine 2018 era crollata al 243, la posizione più bassa occupata nell’ultimo anno e mezzo, ma si trattava solo della preparazione prima del lancio, quello definitivo. Una sequenza di buoni risultati a livello ITF – varie semifinali in 60k e una vittoria in un 25k – le permettono di riprendere quota, ma soprattutto nella preparazione invernale qualcosa sembra cambiare, e l’inizio del 2019 segna la vera svolta. Ad Auckland supera le qualificazioni e batte in sequenza Wozniacki, Venus Williams e Hsieh, raggiungendo così la prima finale in carriera battendo due ex numero 1 del mondo. Nell’atto conclusivo sfiora la vittoria, ma Goerges sfrutta bene la poca esperienza della canadese e difende il titolo con successo. Andreescu si qualifica anche a Melbourne e perde al secondo turno lottando con Sevastova, prima di conquistare il primo titolo WTA in carriera, seppur a livello 125k, con vittorie su Bouchard e Pegula. Nel giro di poche settimane Bianca ha raggiunto la 70esima posizione e avrà diversi mesi per continuare a salire, ma ciò che davvero impressiona è l’intensità del tennis della nativa di Mississauga, potente e completo, accompagnato da una preparazione atletica di primo livello. Pochi dubbi, una possibile top player sta nascendo.

Obiettivo 2019: top 30

[tps_title]2. Dayana Yastremska[/tps_title]

Altra giocatrice nata nel 2000, altra ragazza con potenziale ancora difficile da quantificare. Finalista dell’edizione 2016 di Wimbledon junior, partita persa con la grande amica Anastasia Potapova, l’ucraina sa ben interpretare qualsiasi superficie, qualità che la rende pericolosa tutto l’anno. Nella prima parte del 2018 Yastremska ha trovato grande continuità nei migliori ITF, preparando poi l’arrivo nel circuito WTA in autunno, quando sorprende tutti ad Hong Kong e conquista il suo primo titolo. In finale ha la meglio di una delle rivelazioni del 2018, Qiang Wang, ai limiti dell’imbattibile quando gioca in Asia. Arriva anche una semifinale in Lussemburgo prima di chiudere la stagione al numero 60, lei che 12 mesi prima era appena dentro le prime 200. Nel 2019 ha trovato i quarti di finale ad Hobart e il terzo turno a Melbourne per poi trionfare nel secondo titolo in carriera, a Hua Hin, issandosi alla posizione numero 34. In mezzo a tutti questi successi c’è però anche un’osservazione da fare, un appunto meno piacevole ma che è bene tener presente. La finale di Hua Hin ha causato non poche polemiche, con l’ucraina che sotto 5-2 al terzo set ha chiamato un MTO – per alcuni puramente strategico -, seguito da una grande rimonta di 5 games consecutivi. Se da una parte ci sono le fragilità mentali di una seppur meritevole Tomljanovic, di contro Yastremska non ha mostrato alcun problema negli spostamenti, fatto che ha riportato in luce le polemiche sulle richieste di MTO, spesso oggetto di dibattito. Questo episodio si abbina ad altre due partite, con esito diverso: a inizio 2019 contro Muchova, sotto 6-2 5-1 e match point Dayana si ritira, e la stessa cosa contro Puig ad Acapulco, quando era sotto 5-0 al terzo. Insomma, quando l’esito della partita sembrava ormai segnato, Yastremska ha optato per il ritiro oppure per un disperato MTO. A soli 18 anni si offre il beneficio del dubbio, sperando che episodi simili con ricapitino. Chiusa questa piccola parentesi negativa, Yastremska si può dire ufficialmente pronta per il salto definitivo.

Obiettivo 2019: top 20

[tps_title]1.Amanda Anisimova[/tps_title]

È lei la giovane più in rampa di lancio, sia per un fattore di età – è la più giovane top100 -, sia per un fattore di maturità, che l’ha portata a soli 17 anni ad essere già una giocatrice costante nel circuito WTA. Abbiamo già visto in passato giovanissime capaci di un grande torneo, o magari di un grande match, ma che non sono state in grado di dare continuità alle proprie prestazioni. Si pensi ad esempio ad Olga Danilovic, vincitrice nell’international di Mosca, che ora fatica a vincere match, o all’ucraina Kostyuk, capace di arrivare al terzo turno di uno slam a soli 15 anni. La stessa Andreescu di cui si è parlato prima, o Elena Rybakina, sempre per rimanere negli ultimi anni. Anisimova ha da subito mostrato una forza mentale rara, lei che dopo aver vinto gli Us Open junior 2017 ha cominciato a dedicarsi al circuito pro con costanza, raggiungendo a marzo la semifinali nel 125k di Indian Wells e soprattutto gli ottavi di finale nel Premier Mandatory dello stesso torneo, superando Parmentier, Pavlyuchenkova e soprattutto Kvitova. Anche a Miami era partita bene, prima che un infortunio al piede le impedisse di giocare il suo secondo turno contro Muguruza e soprattutto la tenesse lontana dai campi per diversi mesi – mesi in cui non dovrà difendere nulla -. Il rientro è avvenuto a San Jose, dove ha superato qualificazioni e primo turno prima di cedere a Buzarnescu. L’unico passo falso dei tornei successivi è stato a New York, dove ha ceduto all’ostica Townsend, sempre imprevedibile, mentre subito dopo si è rifatta ad Hiroshima, dove ha raggiunto la finale a partire dalle qualificazioni. Il 2019 l’ha già vista nei quarti di finale ad Auckland e soprattutto agli ottavi a Melbourne, dopo aver superato la WTA Breakthrough del 2018 Aryna Sabalenka. Nel 2017 finì l’anno da 192, nel 2018 da 95, ora è già 59 e ha molti mesi in cui può solo guadagnare posizioni. Se continuerà a lavorare e giocare come ha fatto finora, nessun piazzamento a fine anno stupirebbe.

Obiettivo 2019: top 30

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