Head to head – Prima della partita odierna, il bilancio dei precedenti fra le due giocatrici era di perfetta parità. Il primo confronto risale alla semifinale del torneo di Fes (Marocco) nel 2012. In quell’occasione, s’impose la giocatrice olandese per due set a zero. Mentre la volta successiva, durante i sedicesimi di finale di Wimbledon 2016, la Halep riuscì a prendersi la rivincita.
Primo set – In avvio di gara la Halep si è notata meno brillante del solito, con qualche difficoltà a prendere il ritmo partita. Una condizione, probabilmente, dovuta ad un pò di stanchezza accumulata in questi ultimi giorni di dure competizioni. La sua avversaria, invece, si è espressa fin da subito in maniera regolare e solida. Del suo repertorio, ha sicuramente colpito il rovescio (bimane), molto preciso e potente, grazie al quale ha potuto mettere a segno diversi vincenti. La Halep, sebbene si sia costantemente portata in vantaggio con il punteggio, ha subito ogni volta il recupero dell’avversaria. Ma nel finale è riuscita a trovare l’allungo decisivo, strappando un break fondamentale all’undicesimo game e chiudendo il set con il proprio servizio.
Secondo set – Nel secondo parziale, si è rivista la giocatrice che si è fatta ammirare in queste ultime due settimane: estremamente aggressiva e dinamica. In virtù di quest’atteggiamento la Halep ha potuto prendere possesso del campo fin dai primi scambi, eseguendo mirabili accelerazioni di diritto e diagonali improvvise. La Bertens è stata costretta a difendersi, senza avere la possibilità di contrattaccare. Ma neanche una strenua difesa le ha consentito di contenere gli attacchi della romena. In pochi minuti si è trovata sotto per 4 a 0. Da quel momento in poi si è persa d’animo e, seppur realizzando un game, nei due giochi successivi si è arresa definitivamente.
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