C’è qualcosa di strano o perverso, se volete, nella storia del tennis. Può succedere che tu abbia vinto 12 prove del Grande Slam, svariati tornei, diverse finali, magari anche qualche (tante) Coppa Davis, però fuori dalla cerchia degli aficionados (per non dire dei nerds) semplicemente non ti si conosce. Ci credereste? Alzi la mano chi ha mai sentito nominare da parte di appassionati di medio interesse per il tennis a proposito dei giocatori più noti di tutti i tempi il buon Roy Emerson.
Nato nel 1936, proprio oggi, nel Queensland ma cresciuto tennisticamente a Brisbane, Emerson rappresenta il prototipo del giocatore classico, ovviamente di scuola austrialiana. Dotato di un ottimo servizio, grande timing nella risposta, capace di un gioco di volo semplicemente da manuale, Roy ha vinto il suo primo appuntamento di grande prestigio a 23 anni, conquistando in doppio insieme Neal Frasier il torneo di Wimbledon in doppio.
Giusto per chiarire di chi stiamo parlando, voglio ricordare ai miei tre affezionati lettori che Emerson è l’unico giocatore ad aver realizzato il Carrier Grande Slam non solo in singolare, ma anche in doppio, e non una sola volta, ma ben due. E anche per lui vale il principio per cui, tennista negli anni ’60 del XX secolo, il ritardato passaggio al professionismo lo ha sicuramente agevolato, sebbene si sia tolto la soddisfazione di realizzare qualche vittoria Slam battendo Rod Laver, suo amico\nemico con cui si ritroverà già negli anni ’70 in versione doppistica e vincente. Tra le sconfitte che meritano di essere menzionate da noi di questo grande campione c’è quella dei quarti di finale del Roland Garros 1964, ad opera ovviamente di Nicola Pietrangeli.
Una carriera comunque straordinaria. Due dati su tutti per inserirlo di diritto tra i migliori del mondo: si ritirò dalle competizioni in modo definitivo solo nel 1983, sebbene l’ultimo torneo ufficiale giocato porti la data del 1977: ma allora era ancora nella top 40 e top 20 nel 1973, anno in cui batteva gente del calibro di Tanner, Borg, Ashe. Insomma, professionismo o no, Emerson era sugli scudi. Resta ancora in piedi un record davvero notevole, ovvero quello di 28 prove del Grande Slam vinte tra singolo, doppio e misto. L’inserimento nella Hall of Fame nel 1982 rappresenta un doveroso riconoscimento, insieme all’intestazione del campo centrale di Gstaad, torneo per lui “di casa”, visto che possiede proprio là una casa in cui ama passare le vacanze.
Buon compleanno Roy!