Elena Baltacha prima di essere una tennista, era una guerriera. Era una di quelle persone costrette a lottare quotidianamente contro qualcosa di considerevolmente più grande e forte di noi. Era una ragazza che prima di competere contro le sue avversarie, sfidava una malattia. E lo faceva col sorriso sulle labbra, con la voglia di andare avanti, con grinta. Dietro quegli occhi gelidi si nascondeva timidamente una guerriera, che come tale ha lottato fino alla fine.
Elena nasce il 14 agosto del 1983 a Kiev, Ucraina. All’età di sei anni si trasferisce con la famiglia ad Ipswich in Inghilterra e successivamente in Scozia. Circondata da un calciatore professionista come il papà, Sergei, e da un’atleta di pentatlon e eptathlon quale era la mamma Olga, la piccola Elena non fa altro che percorrere le orme dei genitori-atleti, iniziando fin da piccola a praticare lo sport che le avrebbe rubato il cuore: il suo amato tennis. Inizia quindi a giocare nel circuito maggiore, a vincere e ad impressionare, tra tutti, anche una certa Judy Murray, mamma dei due fratelli Murray per l’appunto. Ma la carriera di Elena, appena iniziata, avrebbe subito un grande scossone da lì a poco. Nel 2002 infatti, ad appena 19 anni, le viene diagnosticata la colangite sclerosante primitiva, malattia tuttora incurabile che negli anni distrugge le cellule del fegato. Elena si ritrova catapultata in una realtà completamente diversa. Una realtà che la costringe ad assumere quantità enormi di farmaci e che in seguito la allontanerà dai campi da gioco per sempre. L’ospite indesiderato che risiedeva nel suo corpo sarebbe rimasto lì per anni, ma questo non le avrebbe certo fatto perdere la voglia di giocare e di vincere. Proprio in quell’anno arrivano i primi tornei vinti in singolare, due ITF 25K, in Inghilterra e in Spagna. Nello stesso periodo arriva anche un terzo turno nel grande torneo di casa, Wimbledon. Negli anni successivi Elena riesce a vincere altri titoli ITF (11 in singolare e 4 in doppio) tra i quali il torneo di Nottingham. Nel 2010 approda numero 49 del mondo, suo ranking più alto. Inoltre, le 33 vittorie portate a casa in Fed Cup, la rendono parte integrante della squadra britannica, e la convocazione alle Olimpiadi di Londra 2012 aggiunge nello spirito di Elena altra forza e orgoglio.
Fuori dal mondo del tennis Elena è amata e apprezzata soprattutto grazie alle sue mille iniziative, tra tutta quella di fondare la “Children’s Liver Disease Foundation” che aiuta i bambini affetti da malattie al fegato e, nel 2012, la “Elena Baltacha Academy of Tennis” ad Ipswich. La nativa ucraina appare immersa nel suo lavoro, il tennis, e allo stesso tempo nella sua passione, aiutare le persone che come lei lottano continuamente contro la malattia. Tutto sembra procedere per il meglio, ma poi, nei primissimi mesi del 2014 accade quello che Elena e la sua famiglia temevano da quel lontano 2002. Le viene diagnosticato un cancro al fegato, ovviamente causato dalla malattia che già la tormentava. Elena si vede costretta a lottare ancora, ma questa volta senza ottenere i risultati sperati. Pochi mesi dopo la diagnosi, il 4 maggio 2014, ci saluta per l’ultima volta e si spegne all’età di 30 anni.
Sebbene Elena non sia più tra noi da 3 anni ormai, ciò che ha fondato continua a dare i suoi frutti. La EBAT (Elena Baltacha Academy of Tennis) fornisce aiuti concreti ai ragazzini che intendono affacciarsi al mondo del tennis, soprattutto a coloro che non riescono economicamente a permettersi uno sport che è risaputo essere tutt’altro che economico. Inoltre, grazie alle centinaia di iniziative durante tutto l’anno, l’accademia fondata dalla Baltacha promuove il tennis nelle scuole di tutto il paese, facendo scoprire anche ai più piccoli la bellezza di questo sport. La “Elena Baltacha Foundation”, fondata nel 2014 subito dopo la morte della tennista, cresce di anno in anno e ha raggiunto risultati che renderebbero Elena ancora più fiera di se stessa. In tre anni infatti, gli istruttori e tutte le persone impegnate nella “Elena Baltacha Academy of Tennis” hanno visitato 22 scuole, insegnato a 230 classi e a più di 8000 bambini. Grazie alle donazioni degli sponsor e di tutti coloro che credono in questa fondazione, l’accademia tennistica situata ad Ipswich sta avendo le possibilità di espandersi e di diventare un punto focale per l’insegnamento del tennis giocato.
Come dicevo all’inizio, Elena Baltacha era una guerriera. E lo credo fermamente. Malgrado la malattia incurabile, è riuscita ad avere una carriera tennistica di tutto rispetto e ad aiutare ragazzi di tutta l’Inghilterra e non. Tutto questo grazie alla sua formidabile tenacia, alla sua voglia di fare, alla sua forza. Elena Baltacha oggi non c’è più, e se fosse ancora con noi, compierebbe 33 anni. A lei però voglio dire grazie. Grazie perché ha trasmesso a tutti determinazione e coraggio, e ci ha insegnato che nella vita, quando si hanno degli obiettivi da voler raggiungere, non ci si deve arrendere mai. Perciò grazie Elena. E buon compleanno.
Di Kevin Clement
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Ciao Bally ovunque tu sia buon tennis