Festeggia oggi 24 anni, Taylor Townsend, la tennista statunitense che nel circuito juniores aveva impressionato tutti e il cui futuro sembrava già scritto. L’americana però ha dimostrato tutta la sua forza, sul campo ma soprattutto fuori, riuscendo ad essere più forte di pregiudizi, canoni fisici e malelingue.
Se la sua carriera fosse un film potrebbe tranquillamente chiamarsi “La rivincita della tennista curvy” perché Taylor Townsend della sua corporatura ne ha fatto la sua forza riuscendo ad allontanare – seppur con qualche battaglia magari anche troppo faticosa – ogni idea, ogni stereotipo di chi la voleva diversa.
1,68 di altezza per 80 chilogrammi, non il fisico che propriamente si addice ad una tennista. Ed è anche per questo motivo che i rapporti con l’USTA – United State Tennis Association – sono diventati sempre più difficili. Una sorta di congelamento che, per la federazione americana era dovuto esclusivamente alla tutela della salute della giovane promessa.
Le sue doti non passano inosservate. Prima di debuttare nel tennis dei grandi, infatti, la stellina statunitense raggiunge la finale del doppio agli US Open 2011 dove, in coppia con Gabrielle Andrews, si classifica seconda salvo poi vendicare la sconfitta l’anno successivo.
Ed è proprio il 2012 a sembrare l’anno della consacrazione. Taylor Townsend conquista la sua personale doppietta agli Australian Open con il successo sia in singolare che in doppio e, nell’aprile dello stesso anno, arriva anche il primato del ranking giovanile.
E, se nel 2011, oltre al torneo juniores – sempre in doppio – partecipa anche a quello del circuito professionistico grazie alle wild card concesse dagli organizzatori, prima del suo debutto nel tennis che conta in singolare dovrà aspettare ancora qualche anno. A fare da palcoscenico è la terra parigina del Roland Garros dove la statunitense, all’epoca diciottenne, si spinge fino al terzo turno.
Una strada che sembrerebbe essere ben tracciata ma a volte la rotta si può perdere. Per colpa propria o per la cecità di qualcun altro. Taylor Townsend però non demorde. Un cammino sicuramente non facile la porta ad un ritorno in rande stile nel circuito WTA. Riparte nel 2019 con il primo Slam della stagione dove però si arrende subito alla connazionale Sloane Stephens.
Ma è agli US Open, il torneo di casa, che arrivano i primi successi importanti. Il suo stile di gioco super offensivo, una sorta di continuo serve and volley, la porta alla conquista della vittoria contro Simona Halep – neo vincitrice di Wimbledon. Un trionfo così eclatante che nasconde la successiva sconfitta agli ottavi contro Bianca Andreescu che poi conquisterà il titolo.
“Una vittoria che mi ridà fiducia. Per la prima volta contro Simona Halep ho giocato per vincere. Andare a rete spesso fa parte del mio gioco ma ero anche consapevole che stando a fondo campo avrei avuto poche chance. Prima di iniziare mi sono detta di provarci e crederci fino alla fine, in fondo cosa avevo da perdere?” dichiarò Taylor Townsend alla fine di quel match.
È l’anno della rinascita. Da quel momento torna a fare sul serio. Ad inizio di quest’anno si presenta agli ASB Classic di Auckland e se non trova gloria nel singolare il trionfo arriva nel doppio dove avrà la meglio sulla coppia Serena Williams-Caroline Wozniacki. Un duo inedito basato sull’amicizia e sulla voglia di vincere un trofeo insieme prima dell’addio definitivo della danese. Agli Australian Open si ferma invece al secondo turno in entrambe le specialità.
Solo lo stop per il covid-19 ha messo nuovamente in stand-by la sua carriera. Ma nessuno, alla ripresa, potrà fermarla. A 23 anni ha avuto la forza di rimettersi in gioco e ripartire. E, allora, buon compleanno a Taylor, giovane ragazza più forte di tanti!