Tommy Robredo fa parte di quella generazione di tennisti spagnoli che ha dato nuovo lustro al tennis iberico, quei tennisti che hanno portato la Spagna ad imporsi nel tennis mondiale, riuscendo nel 2004 a portarsi a casa una Coppa Davis (seppur perdendo il suo incontro di doppio in finale) nella quale, fra gli altri, fece la sua apparizione un certo Nadal.
A cavallo di due ere, in coda a quella di Moya, Corretja e Ferrero e in scia a Rafa e Ferrer, Tommy è riuscito in ogni caso a ritagliarsi uno spazio importante sulle copertine dei giornali spagnoli e non.
Nel 2006, quando Rafa aveva già conquistato due Roland Garros, Robredo era all’apice della sua carriera e centrava il suo best ranking (n.5 del mondo). Proprio quell’anno è coinciso con la sua annata più prestigiosa che è culminata con la partecipazione agli Atp Tour Finals: nel mezzo la vittoria più importante della carriera (il Masters 1000 vinto ad Amburgo) e una finale persa in casa a Barcellona nel derby con un ancora giovanissimo Nadal.
Sono 12 i tornei vinti in carriera dal tennista spagnolo, tutti su terra tranne per il cemento indoor di Metz, con il prestigioso successo contro un acerbo Murray. Ha inoltre centrato i quarti di finale in tutti Slam (da ricordare quelli degli Us Open nel 2013 battendo Federer agli ottavi) tranne a Wimbledon dove si è fermato agli ottavi, con ben cinque quarti ottenuti al Roland Garros. In carriera è stato più volte fermato dagli infortuni che, insieme all’avanzare dell’età, lo hanno fatto ripiombare fuori dai top 100 e a concentrarsi sui tornei Challenger.
In una intervista ad inizio anno rilasciata a Marca, Tommy Robredo aveva fugato i dubbi su un suo possibile ritiro: “Voglio dare il massimo in questa stagione e poi vedremo cosa accadrà. Non ho intenzione al momento di lasciare il tennis, la cosa non mi viene proprio in mente. So di essere nei miei ultimi anni da tennista professionista, ma ora voglio giocare e farlo nel miglior modo possibile”
É accaduto che il mondo intero si è fermato per la pandemia. purtroppo. Siamo certi che il buon Tommy vorrà concedersi ancora altri palcoscenici prima di dirci addio, prima di dire addio al tennis giocato.
Nel frattempo, possiamo solo fargli gli auguri!