È innegabile, chi dice il contrario o sta mentendo o segue il tennis davvero da poco tempo; per gli appassionati azzurri Samantha Stosur è la giocatrice sconfitta in un’epica finale del Roland Garros, nel 2010. A prevalere su di lei fu una sontuosa Francesca Schiavone, che si (e ci) regalò una delle più grandi emozioni della storia del tennis italiano. Non fu un grande match quello giocato dall’allora numero 1 d’Australia, messa all’angolo dal gioco vario e fantasioso della leonessa. Ma la carriera di “Bam bam Sam” è stata molto di più che quella finale. Colonna portante del tennis aussie per tanti anni, la vittoria della sua carriera l’ha ottenuta poco più di anno dopo, quando a Flushing Meadows è riuscita a superare la numero 2 del mondo Vera Zvonareva ai quarti e una sconosciuta – all’epoca, se servisse specificarlo – Angelique Kerber in semifinale per trovarsi di nuovo nell’atto conclusivo di un Major, ma con un’avversaria, non ce ne voglia Francesca, di ben altro calibro.
Serena Williams aveva appena lasciato le briciole alla numero 1 Wozniacki e sembrava destinata a trionfare nuovamente davanti al pubblico di casa dopo 3 anni. Le cose non sono andate esattamente secondo i piani. Una Stosur solidissima, centrata, a segno con il suo top spin estremo, così ben valorizzato dalla superficie di New York. Una partita caratterizzata dalla tensione di Serena, che ha avuto anche un diverbio con la giudice di sedia Asderaki – non un caso isolato agli Us Open – ma che non ha distratto Samantha, che dopo poco più di un’ora ha potuto sollevare il suo primo trofeo Slam. Non sarà più in grado di replicare in singolare un’impresa del genere, ma a distanza di quasi 10 anni è ancora nel circuito e ancora è competitiva, soprattutto in doppio. Ed è proprio in questa disciplina che più ha brillato la nativa di Brisbane, inizialmente insieme a Lisa Raymond, con cui ha formato una delle migliori coppie del terzo millennio. Oltre alle due vittorie Slam insieme a lei, a Parigi e New York nel biennio 2005-2006, ne può vantare anche una ben più recente, agli Australian Open 2019 in coppia con Shuai Zhang. Nel 2006 è arrivata anche al numero 1 del ranking di specialità, mentre in singolare vanta la quarta piazza mondiale. Ci sono anche tre titoli Slam in doppio misto, che le permettono quindi di completare l’album, avendo vinto tutti e quattro i Major e le WTA Finals. Unico rimpianto potrebbero essere i giochi olimpici, dove non è mai riuscita a prendersi una medaglia, ma potrebbe avere un ultimo tentativo a Tokyo nel 2021.
Potente, esplosiva, completa, Samantha è stata una delle prime giocatrici a mettere in campo il cosiddetto “tennis maschile”, fatto di servizio con molto kick, dritto carico in top a comandare, anche a sventaglio, e rovescio con movimento più meccanico e variazioni frequenti in slice, che per quanto vario è rimasto sempre il tallone d’Achille di Sam. Il tutto accompagnato da un ottimo gioco a rete e una completezza tecnica ammirevole. Negli ultimi anni ne abbiano viste diverse simili a lei, come Coco Vandeweghe, Ashleigh Barty o Karolina Muchova, tutte capaci di imporsi ad alti livelli e dare fastidio alle grandi tiratrici, più monocordi. Da qualche tempo ormai Samantha ha trovato la sua erede, che oltre ad eguagliarla nel vincere uno Slam – proprio quel Roland Garros sfuggitole per un soffio – ha già superato Stosur in molti altri aspetti, giungendo già in cima al ranking mondiale e con qualche anno d’anticipo. E Stosur non si è sprecata nel parlare della giovane Ashleigh Barty, dichiarando che è una ragazza discreta, con i piedi per terra e che può fare la storia di questo sport, e difficilmente ha preso un abbaglio. Con decine di titoli vinti, suddivisi tra tutte le specialità, Sam continua a scendere in campo con la passione e professionalità che l’hanno sempre contraddistinta, e finché ne avrà voglia potrà regalarsi altre gioie in campo. Oggi le possiamo solo fare gli auguri di uno splendido compleanno, sperando di vedere la sua seconda in kick ancora per molto tempo nel circuito!