“Ma quanto è dura la salita, in gioco c’è la vita” canta Gianni Morandi in un suo celebre pezzo e, non c’è frase più adatta per ricordare Mirjana Lucic Baroni che compie oggi 38 anni. L’ex tennista croata, nata a Dortmund il 09 marzo 1982, è stata una vera e propria enfant prodige di questo sport ma le vicende extra campo ne hanno condizionato il suo percorso.
Ad intralciare la piena consacrazione di Mirjana Lucic Baroni è stato proprio suo papà. Difficile da credere anche se il tennis – e non solo questo sport – purtroppo non è nuovo a storie di questo tipo. Un padre-padrone dove minacce e violenze sono all’ordine del giorno fino a quando, a soli 16 anni, scappa insieme alla mamma e ai fratelli. Un addio alla Croazia sofferto ma necessario con destinazione Stati Uniti d’America.
Oltre 8mila e 500 chilometri la distanza tra lei e il padre ma certe ferite restano dentro e non si possono rimarginare nonostante la lontananza. Il tennis però resta un alleato. Le vittorie sono una vera e propria boccata d’ossigeno, le sconfitte – per chi ha avuto un passato difficile come il suo – sono solo piccoli intoppi lungo il cammino.
A 17 anni raggiunge la semifinale di Wimbledon e il peggio sembra essere ormai alle spalle ma il destino a volte è beffardo. I tanti successi fanno bene a Mirjana Lucic Baroni e sul finire degli anni ’90 sembrerebbe esser lei la nuova stella del tennis mondiale. Ma usare il condizionale è d’obbligo. Dopo aver festeggiato insieme a Martina Hinghis il titolo nel doppio negli Australian Open 1998 e aver raggiunto, questa volta in singolare, il penultimo atto del torneo di Roma fermata proprio dalla sua compagna di avventura a Melbourne la tennista croata sprofonda nel baratro.
Nel 2003 lascia l’Europa per fare ritorno negli USA, quelli che diventeranno poi a tutti gli effetti casa sua, per sfuggire ancora una volta alle violenze del padre. Mirjana Lucic Baroni inizia a fare fatica anche a giocare ma quello sforzo ha un nome: sindrome da stress post traumatico.
La vita però ha ancora un’ulteriore sfida in serbo per lei: una battaglia legale contro un’importante azienda di management statunitense che la prova economicamente e la obbliga a prendere una pausa forzata dal tennis. Ma Mirjana Lucic Baroni sa bene come combattere e non demorde. Torna a giocare grazie ad alcune wild card e, nel 2010 a 28 anni, ritorna ad esser nell’elenco delle 100 più forti giocatrici del mondo.
L’anno successivo non le regalerà grandi gioie sui campi da tennis ma, forse, qualcosa di più. Nel 2011 si sposa con Daniele Baroni, imprenditore italo-americano, scegliendo di prendere anche il suo cognome. Un nuovo trofeo da mettere in bacheca si fa attendere e tanto. A 16 anni dall’ultimo successo, Mirjana Lucic Baroni trionfa in Quebec sconfiggendo Venus Williams.
Quell’anno non le regala altri trionfi in campo ma la soddisfazione di eliminare dal Roland Garros Simona Halep, all’epoca numero 2 del mondo. Fuori invece la WTA le assegna il premio Comeback Player of the Year.
La sua carriera è caratterizzata anche dai tanti infortuni ma il richiamo della racchetta e della pallina sono troppo forti per stare lontana dai campi da gioco. Nonostante i ko, nonostante l’età che avanza non è ancora pronta per dire basta. E se esiste una giocatrice in grado di poter sorprendere e trionfare ancora, contro ogni pronostico, è proprio lei.
E, allora, tanti auguri Mirjana, da festeggiare magari con nuovo trionfo.